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L’UE è il primo importatore di energia al mondo: importa il 53% del proprio fabbisogno con un costo di circa 400 miliardi di euro all’anno, alcuni paesi dipendono per le importazioni di gas da un unico fornitore principale; inoltre il 75% del parco immobiliare europeo è a bassa efficienza energetica e il 94% per cento dei trasporti dipende dai prodotti petroliferi, di cui il 90% importati. La Commissione europea partendo da questo scenario ha proposto una strategia quadro per realizzare un’Unione dell’energia resiliente coniugata a una politica per il clima lungimirante. La strategia definisce, in cinque punti programmatici correlati, gli obiettivi dell’Unione dell’energia e descrive in dettaglio le azioni che la Commissione Juncker intraprenderà per realizzarla, compresi – come si legge nel comunicato della Commisione – nuovi atti legislativi per rifondere e riqualificare il mercato dell’elettricità, la garanzia di maggiore trasparenza nei contratti di fornitura di gas, una sostanziale evoluzione della cooperazione regionale come passo decisivo verso un mercato integrato, con un rafforzamento del quadro regolamentare, nuove norme per garantire l’approvvigionamento di energia elettrica e di gas, più finanziamenti dell’UE a favore dell’efficienza energetica o un nuovo pacchetto per le energie rinnovabili, un’attenzione particolare alla strategia europea di R&I nel settore dell’energia e una relazione annuale sullo “stato dell’Unione dell’energia”. Per quanto riguarda il comparto delle energie rinnovabili, le imprese dell’UE hanno un fatturato annuo di 129 miliardi di euro e danno lavoro a più di un milione di addetti. La sfida consiste nel conservare il ruolo guida dell’Europa negli investimenti globali per le energie rinnovabili. Le emissioni di gas a effetto serra nell’UE sono diminuite del 18% nel periodo 1990-2011. Entro il 2030 l’UE mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 40%, incrementare l’energia da fonti rinnovabili almeno del 27% e migliorare l’efficienza energetica almeno del 27%. Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione, ha commentato: “Per troppo tempo l’energia non ha beneficiato delle libertà fondamentali della nostra Unione. L’attualità non fa che confermare quale sia la posta in gioco: molti europei temono che venga a mancare l’energia per scaldare le loro case. Con quest’iniziativa l’Europa si muove unita, in un’ottica di lungo termine. Auspico che l’energia che alimenta la nostra economia sia resiliente, affidabile, sicura e sempre più rinnovabile e sostenibile.” In un’Unione dell’energia l’approvvigionamento energetico deve essere sicuro e la produzione sostenibile, con più concorrenza e più scelta per tutti i consumatori. In particolare il progetto comporterà: una clausola di solidarietà: per ridurre la dipendenza da singoli fornitori potendo fare pieno affidamento ai paesi vicini, soprattutto in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento energetico. Gli accordi conclusi dai paesi dell’UE per acquistare energia o gas da paesi terzi saranno caratterizzati da una maggiore trasparenza; flussi di energia equiparati a una quinta libertà: la libertà dell’energia di attraversare le frontiere, applicando rigorosamente le regole attuali in ambiti come la separazione (unbundling) dell’energia e l’indipendenza dei regolatori, anche agendo in giudizio se necessario. Il mercato dell’elettricità sarà riorganizzato per renderlo più interconnesso, più rinnovabile e più reattivo. Gli interventi dello Stato nel mercato interno saranno sostanzialmente rivisti e i sussidi che hanno ripercussioni negative sull’ambiente gradualmente eliminati; l’efficienza energetica al primo posto: l’efficienza energetica sarà ripensata radicalmente e considerata una fonte di energia a sé stante, in grado di competere alla pari con la capacità di generazione; una transizione verso una società a basse emissioni di CO2 costruita per durare: l’energia prodotta a livello locale, anche da fonti rinnovabili, dovrà essere assorbita nella rete in modo agevole ed efficiente; si promuoverà la leadership tecnologica dell’UE, sviluppando la prossima generazione di tecnologie dell’energia da fonti rinnovabili e raggiungendo una posizione di leadership nell’elettromobilità, mentre le imprese europee aumenteranno le esportazioni e saranno competitive a livello globale. Maroš Šefčovič, Vicepresidente responsabile per l’Unione dell’energia, ha dichiarato: “Oggi variamo il progetto europeo in materia di energia più ambizioso dopo la Comunità del carbone e dell’acciaio. Un progetto che integrerà i nostri 28 i mercati europei dell’energia in un’Unione dell’energia, renderà l’Europa meno dipendente dalle forniture energetiche esterne e offrirà agli investitori quella prevedibilità di cui hanno assolutamente bisogno per creare occupazione e crescita. Oggi abbiamo avviato una profonda transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 e rispettosa del clima, verso un’Unione dell’energia che metta i cittadini al primo posto, offrendo loro un’energia più accessibile, più affidabile e più sostenibile. Insieme a tutti gli altri commissari che hanno collaborato strettamente nella squadra che ha portato avanti questo progetto, e con il sostegno dell’intera Commissione, intendo fermamente portare a compimento questa Unione dell’energia.” Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione per il clima e l’energia, ha aggiunto: ” La strada che porta a un’autentica sicurezza dell’approvvigionamento energetico e un’effettiva tutela del clima inizia qui, a casa nostra. Ecco perché intendo concentrarmi sulla costruzione del nostro mercato comune dell’energia, incrementando il risparmio energetico, aumentando il ricorso alle fonti rinnovabili e diversificando l’approvvigionamento. Dopo decenni di ritardi, non ci faremo sfuggire quest’opportunità di costruire un’Unione dell’energia. Piuttosto perplessa Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia che sottolinea: “Apprezziamo che la Commissione sia stata esplicita sulla necessità di allontanarsi dai combustibili fossili, riorganizzando i mercati energetici intorno alle energie rinnovabili, e dando all’efficienza un ruolo centrale. Contemporaneamente, però, si continua a lavorare per rafforzare la fornitura di combustibili fossili e si menzionano una serie di veri e propri vicoli ciechi come “diversificare le forniture di uranio”, “sostenere la CCS” (cattura e stoccaggio del carbonio), “la fusione nucleare”. La parola “gas” compare decine di volte, mentre sulla necessità di uscire dal carbone non si dice nulla, nonostante sia il combustibile più inquinante per clima e ambiente, nonché dannoso per la salute. Occorre avere coraggio, cogliere questa occasione per una riorganizzazione del sistema energetico UE basata su energie rinnovabili ed efficienza”. Scarica il documento (inglese) sulla Energy Union Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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