L’uovo di struzzo con gli occhi di mosca



Ne costituisce il nucleo più profondo, l’elemento dinamico, attivo, in grado quindi di organizzare l’intera filosofia progettuale: è “l’osservazione dei fenomeni naturali” e dei criteri di funzionamento della natura (sia vegetale sia animale) ciò che ha ispirato il progetto che ha un nome che, di per sé, è già un accumulo di chiare indicazioni d’intenti: “L’uovo di struzzo con gli occhi di mosca”.
Il nome sembra evocare un tormentato processo di ingegneria genetica, ma si tratta, invece, pur sempre di architettura. Autore dell’opera è l’architetto Giuseppe Magistretti dello studio di progettazione Archingegno di Milano. Si tratta di un nuovo edificio a basso consumo energetico. La centralità antropologica dell’abitare non viene meno, ovviamente, anche se Magistretti guarda alla natura: l’obiettivo è ottenere una perfetta sintonia tra uomo e ambiente costruito. Fortemente sperimentale e innovativa, la forma dell’edifico a immagine di un uovo di struzzo è motivata dalle ragioni che Magistretti segnala così: “Analizzando dettagliatamente l’aspetto formale e stereometrico, si può affermare che un edificio a sezione ellittica ha le migliori caratteristiche per conservare il calore d’inverno e rimanere fresco d’estate. Questa convinzione è basata sul fatto che un edificio di questo tipo, combina il massimo volume utile  con la minima superficie esterna, e offre la minima resistenza aerodinamica ai venti. In tutte le latitudini, se anche gli edifici allungati lungo l’asse est/ovest siano i più efficienti, il rapporto ottimale tra l’asse maggiore e l’asse minore dell’edificio dipende dal clima. Nel caso specifico dell’Italia, nei climi freddi, corrispondenti  alle zone climatiche E ed F individuate dal D.P.R 412/93, è preferibile una forma compatta, che esponga la minima superficie esterna all’ambiente avverso”. Quanto all’involucro esterno, che è a maglia esagonale con superfici vetrate: è stato pensato un singolare sistema, che ha analogie con un occhio di mosca, per gestire la filtrazione dei raggi solari e della regolazione dell’intensità luminosa. Assimilato alle superfici vetrate, si sono previsti due esagoni concentrici che funzionano a doppio schermo e che permettono di selezionare, nelle stagioni e nelle diverse ore del giorno, di regolare i raggi di incidenza dell’energia solare.

L’obiettivo del risparmio energetico ha mosso l’intera opera progettuale.
Si è realizzata una maglia strutturale con scansioni trasparenti che comprendono muri di Trombe alternate a scansioni integrate con pannelli solari fotovoltaici trasparenti. Questo sistema ha due vantaggi: alti livelli di efficienza energetica, e, per una significativa inerzia termica, assicura elevati livelli di protezione. A complemento dei sistemi passivi (relativi alla captazione e alla schermatura dell’energia solare) e del fotovoltaico, in cima all’edificio è stata inserita una pala eolica a asse verticale (installata alla sommità del condotto di ventilazione naturale). L’aerogeneratore contribuisce a produrre energia elettrica, mentre il condotto di ventilazione (inserito in posizione baricentrica dell’edificio) assolve alla funzione di ventilazione naturale e di ricambio d’aria. Nel considerare l’efficienza edificio-impianto, si è pensato di installare un impianto che utilizzi l’energia geotermica del terreno che sta intorno all’edificio, per rispondere alla necessità di energia termica.

Riassumendo: la funzione fondamentale dell’involucro è quella di mediare le condizioni climatiche esterne, mentre gli impianti di riscaldamento e condizionamento (realizzati senza impiego di fonti energetiche di origine fossile), non sono più considerati indispensabili per mantenere le condizioni di confort interne. Sono  “ausiliari”, cioè necessari solo quando l’edificio in sé non è più in grado di garantire il benessere interno.
La biocompatibilità è certificata dall’uso di materiali naturali: il legno lamellare per la maglia strutturale; i vetri basso-emissivi trasparenti per le finestre; la fibra di legno; la fibra di cellulosa; la lana minerale (conforme alla circolare del Ministero della Sanità 15.03.2000); celenit e sughero per i pannelli isolanti termici e acustici; lattoneria in rame; cartongesso nei tamponamenti interni ed esterni, pietra da rivestimento e spessore di terra armata in alternativa al rivestimento in pietra; materiali elettrici protetti da guaine speciali con disgiuntori di tensione e tutti i materiali di finitura interna.

La discriminante mentale è il nuovo concetto che sta dietro al lavoro di Magistretti: l’edificio è l’impianto. La progettazione di una struttura organica bioclimatica fa in modo che tutto il complesso abbia già in sé delle caratteriste che consentono il massimo risparmio energetico.
Scegliendo ipoteticamente Milano come località di riferimento con i corrispondenti dati climatici :
Gradi Giorno: 2404 GG
H s.l.m.: 122 m
Zona Climatica: E
Latitudine nord: 45° 28’
Longitudine: 9° 11’
Temperatura esterna di riferimento: – 5 C°
Coefficiente di forma: S/V = 0,20

Le prestazioni energetiche dell’edificio sono ripartite in questo modo:
a) la superficie dell’impianto fotovoltaico (circa 150 m2) produce 10,00 kWh/m2;
b) la superficie con muri di Trombe o miniserre producono un guadagno a sud di 2,5 kWh/m2, mentre a s/e s/o il guadagno è di 1,5 kWh/m2;
c) la superficie del muro solare d’ acqua produce 5,00 kWh/m2;
d) la pompa di calore geotermica necessita di 25 kWh;
e) il generatore eolico produce 3 kwh

In ultima analisi possiamo affermare che il saldo tra l’energia consumata e quella prodotta dall’edificio è assimilabile alla migliore categoria di casa Klima che si attesta su un valore HWB < 30 kWh/(mq*anno) superando ampiamente gli obiettivi che si prefigge la L.R. Lombardia 21 dicembre 2004 n° 39 sul risparmio energetico negli edifici.



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