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La distanza per raggiungere l’obiettivo di riduzione di emissioni di CO2 del 55% al 2030 per l’Italia vale centodieci milioni di tonnellate di CO2. E’ il dato principale che emerge dal Rapporto pubblicato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano “Zero Carbon Policy Agenda”. Senza interventi trasversali e sinergici, che coinvolgano almeno 6 principali pilastri, il nostro paese potrà raggiungere un risparmio di sole 44 milioni di tonnellate di CO2, ovvero un quarto di quanto necessario, rendendo di fatto impossibile il raggiungimento della neutralità climatica al 2050, sia per l’Italia che per tutta l’Europa. Eppure ce la possiamo ancora fare: è necessario mettere in campo impegni e precise strategie che, nel medio e lungo periodo, aiuteranno a invertire la rotta. Davide Chiaroni, vicedirettore dell’Energy & Strategy spiega che tra le cause di questo forte ritardo c’è sicuramente il non aver “affrontato il tema con sufficiente trasversalità: sono almeno sei le aree di intervento che ci permetterebbero, e ci hanno finora permesso, di ridurre le emissioni e riguardano la produzione di energia rinnovabile, l’adeguamento delle infrastrutture di rete, l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, lo sviluppo di configurazioni efficienti (energy communities) e l’adozione del paradigma di economia circolare”. 6 pilastri lungo i quali l’Italia si è già impegnata, con investimenti che solo l’ultimo anno hanno raggiunto 17 miliardi, ma senza una strategia comune e con interventi normativi che non hanno individuato precisi target per tutti i settori. Andamento delle emissioni in Europa e in Italia Dal 1990 a oggi nel Vecchio Continente le emissioni sono calate del 26%, con un’accelerazione negli ultimi anni (-21% dal 2005). In Italia le emissioni sono diminuite del 20% e il 2005 è stato il peggiore anno dal 1990. Siamo dunque di 6 punti sotto la media europea. Trasporti e produzione di calore ed energia sono i settori che incidono maggiormente (47%). Abbiamo dunque solo 8 anni per eliminare 184 MtCO2eq e ridurre le emissioni di 55%, una sfida enorme considerando che fino a oggi ne sono state cancellate 172 MtCO2eq. Lo scenario di riferimento (BAU – Business ad usual) che prende in esame il Rapporto prevede al 2030 un miglioramento in tutti gli ambiti, a partire da quello della produzione di energia e calore in cui le emissioni dovrebbero diminuire grazie all’aumento del ricorso alle rinnovabili, ma “restando a 23 MtCO2 di distanza dall’obiettivo: fotovoltaico ed eolico, infatti, per essere in linea con gli obiettivi definiti dal pacchetto Fit-for-55 dovrebbero raggiungere rispettivamente una potenza installata di oltre 68 e 23 GW, invece nello scenario BAU si fermano a oltre 28 e 15 GW”. Stesso discorso vale anche per i trasporti: aumenterà l’uso di veicoli green e le emissioni caleranno, ma resterà un gap tra il target fissato e l’obiettivo ragionevolmente raggiungibile di 38 MtCO2. Il risparmio complessivo raggiungibile nello scenario BAU è di 44,3 MtCO2, assolutamente inferiore a quanto necessario. Si passerebbe dalle attuali 353 MtCO2 di emissioni complessive a 309 MtCO2 contro le 199 MtCO2 richieste dal target al 2030, un gap di 110 MtCO2. Intervenire in 3 macro aree per colmare il GAP Secondo i ricercatori intervenire in 3 macro aree potrebbe aiutare ad accelerare la decarbonizzazione. Prima di tutto sono necessari interventi trasversali, poi si devono identificare “proposte “pillar-specific”, rilevanti per completare la normativa esistente sui singoli pillar e proposte “ancillari”, che possono agire da ulteriore acceleratore del processo”. E’ inoltre indispensabile mettere in campo proposte di medio e lungo termine, con obiettivi precisi e identificando gli strumenti tecnologici e normativi a supporto, semplificare l’iter e l’installazione di impianti rinnovabili e integrare all’etichetta energetica di prodotti ed edifici anche quella emissiva, in modo da considerare, oltre ai consumi, anche le emissioni. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, bisognerà definire obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi di energia primaria, semplificare l’accesso agli incentivi legandoli a risultati misurabili, fissare un limite massimo alle emissioni dei nuovi edifici. Per tutti i settori è necessario definire normative e incentivi più chiari e semplici. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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