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Strategia nazionale per l’idrogeno: il piano che proietta l’Italia verso il 2050

La Strategia nazionale dell’idrogeno, presentata nei giorni scorsi dal MASE, rappresenta un passo necessario per affrontare le sfide energetiche e climatiche del futuro. Grazie a investimenti mirati, cooperazione internazionale e innovazione tecnologica, l’idrogeno può diventare il pilastro di una nuova economia energetica sostenibile. Tuttavia, è evidente come sia fondamentale ampliare il raggio d’azione includendo in modo più incisivo il settore civile, per sfruttare appieno le potenzialità dell’idrogeno in ogni ambito.

Presentata la Strategia nazionale per l’idrogeno: il piano che proietta l’Italia verso il 2050
Fonte Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

La transizione energetica italiana compie un passo in avanti con la presentazione della Strategia nazionale per l’idrogeno, elaborata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Un piano ambizioso che vuole integrare il vettore idrogeno nel sistema energetico del Paese, con obiettivi chiari che spaziano dalla decarbonizzazione alla costruzione di un mercato competitivo, fino alla creazione di una filiera innovativa e interconnessa.

“L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che abbiamo chiaramente delineato nel PNIEC e devono portarci al “Net Zero” al 2050”, ha dichiarato il Ministro Pichetto durante la presentazione ufficiale avvenuta presso la sede del GSE a Roma. “Il governo vuole condividere una visione strategica con imprese e industrie, sapendo che il successo dipenderà da molteplici fattori, inclusa una forte coesione inter-istituzionale.”

Vediamo nel dettaglio gli elementi principali di questa strategia che guarda al 2050 come anno per il raggiungimento del Net Zero.

Una strategia a tre scenari per un futuro sostenibile

La Strategia nazionale per l’idrogeno si basa su tre scenari che abbracciano un orizzonte temporale di lungo periodo, con una visione chiara per ciascuna fase: breve, medio e lungo termine per la diffusione dell’idrogeno rinnovabile e a bassa emissione carbonica.

Presentata la strategia nazionale dell'idrogeno dal ministero dell'Ambiente

In termini di domanda energetica, si prevede un fabbisogno compreso tra 6 e 12 Mtep, soddisfatto attraverso una capacità di elettrolizzatori che potrebbe variare da pochi GW a decine di GW, a seconda delle condizioni. Questo approccio flessibile tiene conto della necessità di combinare fonti diverse, tra cui energie rinnovabili, biometano e carbon capture storage (CCS), oltre a considerare il possibile ritorno alla produzione nucleare.

Un elemento centrale è il progetto “Southern Hydrogen Corridor“, una dorsale infrastrutturale che renderà l’Italia un hub europeo per l’idrogeno, favorendo i flussi di importazione dal Mediterraneo. Questo corridoio rappresenta un tassello fondamentale per raggiungere l’obiettivo di posizionare l’Italia come snodo energetico strategico nel panorama internazionale.

L’idrogeno come volano per la decarbonizzazione e l’innovazione

Il piano ministeriale non si limita all’aspetto infrastrutturale. Grande attenzione è rivolta al ruolo dell’idrogeno nella decarbonizzazione dei settori più difficili da elettrificare, come il trasporto pesante, il settore marittimo e quello aeronautico. L’idrogeno si rivela inoltre strategico per integrare le fonti rinnovabili intermittenti, grazie alla sua capacità di accumulare e trasportare energia su lunghe distanze a costi competitivi.

“La realizzazione di una produzione ‘large scale’ permetterà di abbattere i costi di produzione,” si legge nel documento. Una logistica ottimizzata, basata su trasporto su gomma di idrogeno gassoso e liquido, potrebbe essere la chiave di volta per il medio periodo.

Un altro elemento fondamentale è la creazione di un sistema di certificazione trasparente che garantisca il contributo effettivo alla riduzione delle emissioni. Parallelamente, lo sviluppo di nuove tecnologie e innovazioni lungo tutta la filiera offrirà opportunità di crescita economica e occupazionale, consolidando il ruolo dell’Italia nel mercato globale dell’idrogeno.

Il commento di Assotermica: un’opportunità anche per il settore civile

Assotermica ha accolto con favore la Strategia nazionale per l’idrogeno, riconoscendo il suo valore come strumento di transizione energetica. Tuttavia, ha sottolineato un limite significativo: l’assenza di un focus adeguato sul settore civile.

Secondo Mauro Farronato, Vicepresidente di Assotermica: “La Dichiarazione ministeriale di Chaillot firmata da settanta Paesi a Parigi nel marzo di quest’anno in occasione del Buildings and Climate Global Forum aveva giustamente individuato il settore edilizio come ‘challenging to decarbonise’ per via della complessità delle catene del valore e le interdipendenze fra i suoi stakeholder. I nuovi gas, incluso l’idrogeno, devono poter giocare un ruolo chiave in tutti i settori dell’economia e della società, senza preclusioni ideologiche”.

Assotermica ha evidenziato che il settore civile, grazie alla sua stabilità nella domanda, potrebbe costituire un fattore chiave per stimolare investimenti in infrastrutture di produzione e distribuzione dell’idrogeno. Inoltre, l’industria degli apparecchi utilizzatori sarebbe già pronta a implementare soluzioni compatibili con miscele di idrogeno sempre più elevate.

Il contributo di H2IT: dall’adozione della strategia all’azione concreta

Secondo H2IT – Associazione Italiana Idrogeno, che apprezza la presentazione della Strategia nazionale sull’idrogeno da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il lavoro più importante deve ancora iniziare.

“La pubblicazione della Strategia Nazionale Idrogeno è un traguardo di grande importanza per tutta la filiera,” ha affermato Alberto Dossi, Presidente di H2IT. “Ma attenzione: questo documento deve rappresentare un punto di partenza, non di arrivo.” L’associazione sottolinea come la strategia definisca le priorità necessarie per sviluppare il mercato dell’idrogeno in Italia, ma evidenza che ora è fondamentale mettere a terra un piano operativo che trasformi queste linee guida in azioni concrete e misurabili.

Tra le azioni prioritarie identificate da H2IT, spiccano il sostegno alla domanda attraverso incentivi mirati, il supporto alla produzione con strumenti finanziari e normativi per ridurre i costi operativi e l’implementazione di progetti di scala crescente nell’industria e nella mobilità. “Servono strumenti di breve, medio e lungo periodo che accompagnino le imprese nella realizzazione dei progetti già finanziati,” ha aggiunto Dossi, “e che favoriscano sinergie tra i diversi Ministeri per garantire il successo delle iniziative.”

L’Italia, secondo H2IT, ha il potenziale per diventare un leader europeo nel settore dell’idrogeno, grazie alle sue competenze nella produzione di componenti tecnologici e nella filiera industriale. Tuttavia, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi delineati nella strategia, è cruciale garantire regole certe, incentivare l’innovazione e favorire il dialogo tra istituzioni e imprese.

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