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Le Regioni riunite ieri in Conferenza Unificata, hanno espresso un "sì con riserva" sui due decreti sulle rinnovabili fotovoltaiche ed elettriche, condizionato all'accoglimento da parte del Governo di sostanziali modifiche dei provvedimenti. Il confronto è stato particolarmente vivace, inizialmente infatti era stato espresso parere negativo, come sottolineato dal presidente della Basilicata, Vito De Filippo, "A questo punto la posizione delle Regioni è quella di esprimere un parere contrario sui due decreti: sia sul conto energia e sia sulle fonti energetiche rinnovabili". "I punti di avanzamento sugli emendamenti e sulle indicazioni delle Regioni non sono soddisfacenti- ha spiegato De Filippo".A sbloccare la situazione l'incontro con il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vicenti , che ha portato il Ministero dello sviluppo ad assicurare che verranno incorporate nei testi dei due decreti le modifiche richieste da istituzioni ed enti locali. Il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, ha sottolineato: "si sta concludendo la Conferenza Unificata in maniera positiva. Sono superate le dichiarazioni del governatore della Basilicata, è positivo che le Regioni abbiano fornito delle integrazioni su molti punti dei decreti. Stiamo ricevendo i dettagli, ma stiamo andando verso una convergenza".Il ministero per lo Sviluppo economico in un comunicato "esprime la propria soddisfazione per l'esito della Conferenza Unificata. Nel corso della Conferenza il Governo, in risposta alle richieste formulate da istituzioni ed enti locali ha proposto delle modifiche, a cui è legato il parere positivo, che verranno incorporate nei testi dei due decreti. La versione finale dei due decreti terrà dunque conto dei pareri della Conferenza Unificata e dell'Autorità dell'Energia, oltre che dei suggerimenti migliorativi della Commissione Ue, confermando – con gli aggiustamenti concordati – l'impianto generale del testo dal punto di vista degli obbiettivi in volumi, delle risorse messe a disposizione e degli strumenti di governo"."Esprimo la mia soddisfazione per il parere positivo che la Conferenza Unificata ha rilasciato sul Decreto interministeriale relativo all'incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche". Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato la decisione presa ieri dalla Conferenza Unificata."Il Governo – continua Catania -, dopo aver raccolto le sollecitazioni giunte da istituzioni ed enti locali, ha proposto alcune modifiche da introdurre nel testo del decreto, a cui è subordinato il parere positivo. In particolare, per quanto concerne il settore agricolo rimangono confermati gli indirizzi verso la promozione dei sottoprodotti delle filiere agricole, agroalimentari, forestali e di comportamenti virtuosi, mediante specifici criteri di accesso ai 'bonus', con ricadute di interesse agricolo", conclude il Ministro. In sostanza le Regioni chiedono al Governo, in linea con le critiche dei giorni scorsi dell'UE e delle associazioni di categoria, modifiche per quanto concerne il bonus per la sostituzione di tetti in amianto con pannelli fotovoltaici e per l'installazione con tecnologie "made in Europe", riduzione degli oneri burocratici e l'aumento del tetto sia per il fotovoltaico che per le altre rinnovabili elettriche.Filippo Bernocchi, Delegato ANCI alle politiche energetiche, ha espresso soddisfazione per l'esito della Conferenza Unificata. "Il Governo – afferma Bernocchi – si è formalmente impegnato a modificare il testo originale dei provvedimenti recependo le proposte formulate dall'ANCI volte a valorizzare le iniziative che hanno impatto in termini sociali e ambientali per i territori"."Le principali proposte – spiega Enrico Borghi, Delegato alla Montagna dell'ANCI, che ha rappresentato l'Associazione nella riunione di Conferenza – si concentrano per il fotovoltaico su accesso diretto alle tariffe incentivanti per impianti realizzati in sostituzione di coperture in eternit fino a 100 kW, per interventi che combinano la produzione di energia al risparmio energetico e per gli impianti di iniziativa pubblica fino a 30 kW, oltre ad una adeguato periodo di transitorietà a salvaguardia delle iniziative e degli investimenti già effettuati dai Comuni e dagli enti pubblici, prioritariamente per la realizzazione di interventi in aree di crisi industriale e per aree ambientalmente degradate"."Sul fronte delle altre fonti rinnovabili – aggiunge Borghi – oltre alla riconferma delle corsie preferenziali per gli interventi pubblici, soprattutto finalizzati al recupero di calore (cogenerazione), l'ANCI ha proposto di inserire vincoli ambientali per l'accesso ai meccanismi di premialità (in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera), valorizzazione delle biomasse forestali a filiera corta, anche al fine di favorire occupazione e salvaguardia ambientale e prevenzione del rischio idrogeologico. Tra le proposte dell'Associazione, inoltre, anche un periodo di transitorietà, come richiesto per il fotovoltaico, per gli interventi già avviati". Il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici e all'energia, sottolinea "Il Governo in queste settimane ha mostrato un approccio molto rigido, dunque auguriamoci che le regioni non abbiano commesso un errore a fidarsi di un ravvedimento." "Il legno storto è difficile da raddrizzare -aggiunge Ferrante- e i decreti del Governo sono nati male, avendo individuato in due strumenti sconosciuti in Europa, i registri e le aste, i mezzi per controllare la quantità totale di incentivi. L'auspicio – conclude Ferrante – è che davvero il Governo mantenga i patti con le regioni e gli Enti locali, e che questo pasticcio non ostacoli troppo lo sviluppo futuro del settore delle rinnovabili." Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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