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Indice degli argomenti: Consumo energetico, emissioni di CO2 e sviluppo sostenibile La logica del risparmio energetico negli edifici La differenza tra risparmio energetico e sufficienza energetica Come si può favorire la sufficienza energetica? La sufficienza energetica nell’edilizia Consumo energetico, emissioni di CO2 e sviluppo sostenibile Il consumo energetico è cresciuto molto negli ultimi anni, principalmente come conseguenza dello sviluppo tecnologico e dei cambiamenti nello stile di vita dell’uomo. Per decenni si sono prelevate risorse naturali e prodotto energia senza preoccuparsi delle conseguenze. Nel campo edile, per la costruzione di un edificio si prelevano moltissime risorse e si consuma e altrettanta energia, causando emissioni di CO2 e favorendo l’inquinamento atmosferico. Ma la maggior consapevolezza delle conseguenze di questo modo di operare ha portato, a partire dalla crisi energetica degli anni 70, alla nascita del concetto di sviluppo sostenibile. Si tratta, in sostanza, di trovare soluzioni per garantire sì lo sviluppo e la crescita nel presente, ma senza compromettere le possibilità future di fare altrettanto. Nel campo delle costruzioni, ad esempio, hanno preso piede le soluzioni legate all’architettura sostenibile e al risparmio energetico. La logica del risparmio energetico negli edifici Un edificio consuma energia in qualsiasi fase della propria vita. Serve energia per l’estrazione delle materie prime, per la loro lavorazione, per la costruzione, il funzionamento e la demolizione del fabbricato. Proprio per questo, il risparmio energetico è una delle principali soluzioni delle politiche per la riduzione dell’impatto ambientale del settore edile. Risparmio energetico, molto spesso, significa tecnologie ad altissima efficienza, ovvero che consumano meno energia rispetto alle precedenti per compiere un lavoro. Per questo, i risultati raggiunti da questi dispositivi sono frequentemente espressi in termini di “energia risparmiata” o “CO2 non emessa”. Elettrodomestici, dispositivi elettrici ed elettronici, impianti di riscaldamento e raffrescamento, impianti elettrici, sistemi di ventilazione sono costantemente oggetto di studi con l’obiettivo di ottenere risultati sempre maggiori in termini di riduzione dei consumi energetici. Ma è sufficiente risparmiare energia con ogni dispositivo o impianto presente in casa? La differenza tra risparmio energetico e sufficienza energetica Proprio da questo dubbio, ovvero il chiedersi se il risparmio energetico sia sufficiente per invertire davvero la rotta, nasce il concetto di sufficienza energetica. In sostanza, la riflessione riguarda la quantità totale di energia consumata in un certo settore o campo specifico, piuttosto che sull’efficienza del singolo dispositivo. In un edificio, come detto prima, tutti i componenti consumano sempre meno energia. Allo stesso tempo, però, sono sempre di più i dispositivi e gli impianti installati che, per quanto efficienti, portano ad un totale consumo di energia maggiore. La sufficienza energetica sposta ancora l’attenzione sull’equità delle possibilità di tutti di soddisfare i propri fabbisogni energetici, introducendo l’idea di un “limite” massimo di consumo, da aggiungere al concetto di risparmio energetico. “Sufficienza” nasce proprio dall’idea di consumare solo ciò che è strettamente sufficiente e per fare ciò non è abbastanza ricorrere a tecnologia e dispositivi efficienti, ma si deve necessariamente abbassare la quantità di energia richiesta. Come si può favorire la sufficienza energetica? In una logica di sufficienza energetica, la prima cosa è chiedersi quali siano le modalità più adatte per rispondere a un dato bisogno, ovvero: per ogni lavoro da compiere capire se si è scelta la soluzione migliore e non la tecnologia più efficiente. In un certo senso, si può dire che la sufficienza energetica preceda il risparmio energetico: prima si riduce il fabbisogno energetico e solo poi, quando non è possibile ridurlo ulteriormente, si decide di soddisfarlo con le soluzioni più efficienti. Ciò vuol dire anche stabilire dei limiti di consumo, in ottica ecologica e sostenibile, e ridurre il fabbisogno energetico di chi li supera, per permettere consumi maggiori a chi, invece, ancora non riesce a soddisfare le proprie necessità. Questo approccio, riequilibria i fabbisogni energetici, ragionando su consumo complessivo totale. La sufficienza energetica nell’edilizia L’Eceee (European Council for an Energy Efficient Economy) è la più antica associazione non-profit in Europa attiva nel settore dell’efficienza energetica, con lo scopo di diffondere conoscenza e informazione. L’organizzazione ha parlato di sufficienza energetica, con riferimento agli edifici, attraverso il rapporto “Energy Suficiency Report”. Gli autori individuano 4 principali ambiti di intervento per favorire la sufficienza energetica nel settore. Il primo riguarda la superficie costruita, in quanto edifici grandi richiedono necessariamente più energia (ma anche più suolo) per essere costruiti e poi gestiti. Il secondo punto tocca da vicino la progettazione e le scelte costruttive: condividendo i principi dell’architettura ecosostenibile, si sottolinea come scelte di progetto, di materiali e di tecnologie possono incidere notevolmente sulla richiesta di energia dell’edificio una volta in funzione. Ma non solo, perché andranno anche a determinare l’energia e la quantità di rifiuti non recuperabili derivanti dalla sua successiva demolizione. Si passa poi alla vera e propria vita dell’edificio, ponendo l’attenzione sia sull’efficienza energetica degli impianti e dei dispositivi, sia sull’importanza delle abitudini delle persone che lo abitano. Tutto questo ci riporta alla definizione di sufficienza energetica, ovvero la necessità di progettare e costruire in modo sostenibile, efficiente ma anche, e soprattutto, razionale. Proprio per questo il primo punto è quello dello spazio. Tante case, molto grandi, in alta classe energetica, consumeranno sempre di più di appartamenti più piccoli di uguale classe energetica. In sostanza, non è corretto ragionare sull’efficienza e i risultati del singolo, se si perde di vista la situazione generale di cui quell’uno fa parte. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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