Abitare la rigenerazione fra urbanità e architettura

La rigenerazione delle città deve partire dal rispetto nell’uso delle risorse, dell’energia, del suolo e dell’acqua, in un processo di rigenerazione del loro tessuto economico, sociale e culturale. Il Caso studio del progetto di recupero e ampliamento del fabbricato B della Fondazione Mons. Mazzali a Mantova.

Approfondimento realizzato in collaborazione con Architettura>Energia, centro ricerche del Dipartimento Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara.

Abitare la rigenerazione fra urbanità e architettura 1

Rigenerare e rigenerazione evocano il recupero di un’integrità strutturale e fisiologica di uno stato di armonia spirituale, dignità morale, sociale e politica. Definizione che ci riconduce al pensiero hegeliano di rigenerazione morale e religiosa dell’uomo, che non si dovrà esprimere attraverso precetti, quanto attraverso la vita stessa degli uomini, che per esigenze e nostalgia sentiranno il bisogno di riscoprire la bellezza. Come il popolo greco, costantemente alla ricerca di abitare, e vivere, la natura in un rapporto di spirito di armonia concretizzata in un accordo intimo fra uomo, natura e ambiente costruito.

Consapevole che la realtà non è un insieme di elementi ed identità autonome, ma un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste ne è parte o manifestazione.

Tale consapevolezza ci pone di fronte ad un parallelo che specchia due scenari distanti oltre 2000 anni, la costruzione delle città ed oggi la loro rinascita. In quanto contesti le cui uguaglianze si rivelano nell’esigenza di agire adottando dinamiche strutturali che vanno da una scala territoriale, urbana a quella architettonica. In cui gli obiettivi condivisi sono il rispetto nell’uso delle risorse, dell’energia,del suolo e dell’acqua,una progettualità consonante al microclima locale e all’uso di materiali che la natura e la tecnica sono in grado di offrire. Al fine di creare architetture innovate specchio di una nuova modernità, spazi pubblici e privati rispondenti ai bisogni di benessere che l’uomo ha per vivere, alle sue esigenze culturali, spirituali ed economiche.

Questo approccio apre alla necessità di acquisire la piena conoscenza e consapevolezza di come il processo di sviluppo e crescita incontrollata,che negli ultimi decenni si è manifestata nelle periferie e i centri storici, ha lasciato polarità urbane, macroaeree e casi puntuali, di abbandono, dismissione,depauperamento delle risorse e fattori di rischio. Compromettendo aree urbanizzate e naturali, beni pubblici e privati, edifici destinati all’uso specialistico, industriale, artigianale, terziario, centri commerciali ed abitativi, anche di valore storico-artistico e di archeologia industriale. Situazioni che si collocano in disordinati punti della città, dal centro, alla periferia, alle campagne, che in una cogente esigenza di recupero e riqualificazione saranno soggetti ad una progettualità improntata sulla ricucitura dell’intero sistema di città come organismo unitario ed efficace. Partendo da un controllo a scala territoriale fino a programmare azioni sui singoli edifici, consapevoli delle potenzialità strategiche di ogni singolo bene e della complessità di intervenire sull’esistente.

Urbanistica

Iniziative a scala urbana sono state incentivate a partire dalle opportunità della legge n.475/78[i], pensata sull’esigenza di creare residenze e il recupero pianificato di grandi aree di città. A cui segue l’approccio pubblico, introdotto dalla legge n.179/92[ii], per una riqualificazione del tessuto urbano, edilizio ed ambientale, che comprenda l’integrazione di diverse tipologie funzionali,anche opere di urbanizzazione. Per poter intercettare finanziatori pubblici e privati, ed attuare azioni che si orientano verso una progettualità integrata e settoriale. Seguono i contratti di quartiere I° del 1998 per l’edilizia residenziale pubblica e II° del 2002[iii] per quartieri periferici o degradati. Negli stessi anni, sono stati avviati 78 programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio, PRUSST[iv] selezionati dal Ministero, che hanno riguardato interventi a scala di territorio, coinvolto infrastrutture, ambiti industriali dismessi, e strutture destinate al turismo e la recettività.

La vastità del patrimonio contenuto nello sprawl urbano delle nostre periferie, composte da quartieri dormitorio e aree produttive degradate, ci fa sentire ancora profondamente l’esigenza di rammendo di questi luoghi e di rigenerazione del loro tessuto economico, sociale e culturale. E la necessità di intervenire con soluzioni che riducano i fenomeni di marginalità sociale e migliorino la qualità del decoro urbano e del tessuto ambientale[v].

Il processo di rigenerazione a scala urbana, quindi, dovrà partire dallo sviluppo di un metodo d’azione applicato alla città, capace di essere implementato e modificato in relazione alle sue esigenze nel tempo. Partendo dalla catalogazione ed analisi dello stato di fatto di tutte le aree, infrastrutture ed edifici dismessi e degradati presenti in essa, con individuazione per ciascuna, delle programmazioni urbanistiche esistenti. Seguirà su ogni immobile ed area selezionati la definizione delle potenzialità e opportunità rispetto le loro caratteristiche intrinseche[vi] e la collocazione territoriale. Ed in in relazione alle esigenze complessive della città, ad ogni bene urbano ed edilizio esistente, si attribuiranno destinazioni d’uso, principi progettuali e modalità d’intervento[vii], fruttosi rispetto la loro collocazione geografica e lo sviluppo futuro del territorio.

Si dovrà porre attenzione alle aree d’azione di reti ambientali e infrastrutturali di infraspace di mare e corsi d’acqua waterspace e gli ambiti puntuali sparsi nel tessuto urbano della città consolidata che disegnano la porosità del sistema insediativo esistente drosscape. Insieme alle aree di margine e transizione, che definiscono i rapporti fra centro e periferia, affinché quest’ultime possano essere integrate in un unicum continuo[viii].

Favorirà la concretizzazione del processo, la ricerca di bacini di finanziamento pubblici, europei, regionali e privati e la semplificazione amministrativa nelle richieste di enti pubblici e privati. Ponendo attenzione agli incentivi, amministrativi, volumetrici ed economici che promuovano l’investimento di piccoli risparmiatori sulla riqualificazione dei loro immobili, poiché rappresentano un bacino ampio di proprietà che in maniera autonoma e significativa può contribuire alle rigenerazione della città.

Un processo complesso che si dovrà attuare in un approccio sostenibile e la cui l’efficacia si verifica nel lungo periodo attraverso la concretizzazione di ogni azione sui singoli beni, ed avrà ricadute sulla qualità dell’ambiente, il benessere e il comfort di vita dell’uomo e della collettività.

Un processo che sarà virtuoso se si controlla la pianificazione urbanistica, integrata all’ambito edilizio architettonico.

Architettura

Un ruolo chiave quindi lo avrà la qualità architettonica degli edifici rinnovati, ottenuta dalla ricerca di un linguaggio moderno, che unisca forma e sostanza, insieme alla ridefinizione architettonica e funzionale degli spazi pubblicie privati a favore delle piccole comunità.

Sarà necessario per questo identificare i profili di utenti presenti o futuri, che utilizzeranno ed abiteranno questi luoghi in forma temporanea o permanente. I componenti dei nuclei familiari, le loro esigenze lavorative, usanze culturali, religiose e linguistiche in riferimento al paese di provenienza. Per delineare i nuovi profili di bisogni dei singoli e delle famiglie.

Nell’ambio della riprogettazione degli spazi pubblici e dell’edilizia residenziale pubblica e privata, i progetti dovranno rispondere all’esigenza della città contemporanea di creare e vivere luoghi in forma dinamica affinché incarnino una modernità liquida, ovvero una società soggetta a modificarsi rapidamente e che si adatti alle trasformazioni che innescano i processi di globalizzazione. Con soluzioni che rendano l’urbanità e i complessi edilizi flessibili e modellabili nel tempo perché siano capaci di adattarsi alle future esigenze umane e sociali, anche attraverso l’ottimizzazione delle loro potenzialità.

Un aspetto su cui si dovrà porre particolare attenzione è la sicurezza, intesa come vivibilità di un luogo, che non violi l’incolumità degli uomini, e nella rigenerazione dell’edilizia esistente, renda più performante il profilo sismico ed energetico degli edifici.

Condizioni essenziali che dovranno precedere ogni progetto di trasformazione.[ix]

Pertanto relativamente il patrimonio edilizio pubblico e privato degli immobili esistenti con caratteristiche di fatiscenza, inacessibilità, consumo elevato di energia, mancanza di servizi e sicurezza, si dovrà riflettere su due grandi azioni d’interventi principali, la totale demolizione e sostituzione con un nuovo edificio, quando lo stato di fatto non ha parametri ammissibili per intervenire, oppure attuare opere di riqualificazione sull’edificio esistente compromesso.

Predisponendo progetti capaci di aumentare il valore degli immobili, immettendo nel mercato edifici, completamente rigenerati, facili da manutenere,con impianti efficienti, capaci di consumare poche risorse energetiche ed ambientali, inseriti all’interno di una pianificazione urbanistica senza crescita.

 

Edifici rinnovati che generino qualità ambientale di vita, dall’impatto sul tessuto urbano agli spazi di vita più intimi della famiglia, migliorando così le relazioni sociali e culturali.

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Planimetria generale. Il fronte longitudinale del complesso si rivolge a nord-ovest vero il lago e a sud verso la città storica di Mantova.

Un esempio è il progetto di recupero e ampliamento del fabbricato B della Fondazione Mons. Mazzali a Mantova sviluppato dall’arch. Gloria Negri, arch. Andrea Rinaldi e arch. Roberta Casarini dello studio Laboratorio di Architettura di Reggio Emilia. Edificio degli anni ’70 adibito a residenza per gli anziani.

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Concept progettuale, fra pensiero e metodo.

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Pianta piano sopraelevato e sezione trasversale

Per il progetto è stato essenziale conoscere le esigenze degli utenti che vi abiteranno, le vocazioni d’uso proprie dell’immobile, le attuali destinazioni d’uso e la loro organizzazione, le caratteristiche architettoniche, strutturali ed impiantistiche. Le attuali prestazioni energetico ambientali. Ed il contesto in cui si andrà ad operare, sotto i profilo culturale ed economico. Le normative ed i modelli procedurali applicabili e la disponibilità economica dei soggetti investitori.

Così da potenziare i fattori positivi presenti, in relazione alle priorità progettuali individuate sulle esigenze dei beneficiari e la disponibilità di risorse dei finanziatori.

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Nelle due immagini confronto fra l’immobile esistente e il complesso dopo gli interventi di rigenerazione.

Primo aspetto sviluppato nel progetto di Mantova è stata la densificazione del costruito in cui la metodologia dell’addizione volumetrica è diventa un concetto che coniuga l’efficienza delle scelte di densificazione e di retrofit urbano con l’efficacia delle scelte di ricomposizione architettonica e di espressione della modernità. Una nuova conformazione architettonica in copertura, realizzata con addizione di un volume per tutta la lunghezza dell’immobile, che ha permesso di incrementare il 40% delle superfici d’uso ed al contempo di migliorare le relazioni di continuità visiva e percettiva con l’intorno.

Tale soluzione sotto un profilo tecnico e tecnologico, ha permesso d’integrare, nel complesso di residenza, la sicurezza da un punto di vista sismico e strutturale, con la scelta di sostituire il vecchio telaio in calcestruzzo e tamponamenti in laterizio con colonne in acciaio, tamponamenti in x-lam e struttura di copertura in legno lamellare. Anche per la scelta d’inserire sull’involucro edilizio esistente una facciata in laterizio su struttura in legno e acciaio montata internamente a secco, con soluzione di soletta in c.a. tra la nuova facciata in laterizio e la vecchia facciata unita alla struttura verticale, che funziona come una grande trave in grado di assorbire le sollecitazioni orizzontali provenienti dal sisma. Adeguamento sismico che utilizza, inoltre, i due vani scala ed ascensore come nuclei resistenti cui sono ancorati i pilastri della facciata interna tramite un sistema di controventature metalliche puntualmente collegate ai solai intermedi. Nel complesso l’efficienza di struttura antisismica raggiunta è passando dal 20% al 100% di adeguamento.

Mentre sotto un profilo di retrofit energetico si configura virtuoso, con il miglioramento del 68% dell’efficienza energetica grazie alla riconfigurazione volumetrica, più compatta quindi passivamente più efficiente  e con la selezione dei materiali utilizzati per tutte le opere, dall’uso di isolanti di origine naturale a elevato spessore a isolanti sottili termoriflettenti, vetrate a doppia camera, laterizi alveolati rettificati, pannelli radianti a soffitto con impianto di rigenerazione.

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Sistemi tecnologici utilizzati nell’intervento di riqualificazione

Scelte importanti sul profilo di efficienza e di ridefinizione architettonica, come la copertura con compluvio interno che apre la vista del nuovo piano a nord sul lago con un alternanza di superfici chiuse e vetrate, e a sud sulla città storica con una facciata interamente vetrata, in cui il porticato prospiciente ne controlla l’incidenza solare estiva. Così come l’involucro verticale e l’applicazione della nuova facciata di ampliamento verso il lago, trattata come un foglio di laterizio a vista staccato dalla facciata in un’alternanza di pieni e di vuoti a tutt’altezza che determinano le nuove aperture e lasciano libero l’ultimo piano.

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Interni dell’open space a piano sopraelevato.

In un modello più generale, quindi, le soluzioni tecniche applicate alle strutture esistenti o alle nuove parti integrate dovranno essere di tipo leggero, in legno o acciaio, e le componenti di tamponamento privilegiare l’uso di materiali naturali, anche di recupero, prevedendo un controllo del loro ciclo di vita, e privilegiando soluzioni facilmente manutenibili e sostituibili nel tempo.

All’interno, la riprogettazione delle tipologie abitative esistenti,come dimostrato, concorrerà alla rimodulazione dell’involucro esterno anche in termini di aperture, al fine di ridurre le dispersioni termiche, aumentare il controllo solare e migliorare la percezione dell’esterno. In parallelo si stimolerà la riconfigurazione dei singoli alloggi e spazi interni, per generare ambienti di vita privati con caratteristiche di flessibilità e adattabilità alle esigenze dei diversi utenti che l’abiteranno nel tempo.

Sarà importante prevedere il recupero di spazi non utilizzati o predisporre nuovi ambienti per attività condivise, come asili, spazi per riunioni, piccole attività commerciali, ecc., funzioni a scala di edificio e di quartiere, che saranno importanti per migliorare la gestione della vita e le relazioni fra i singoli specialmente in un contesto in cui vi è un rapido mutamento dei rapporti, e in cui sono presenti stili di vita frenetici. Anche per avere a supporto della collettività, funzioni che soddisfino le esigenze complesse del vivere e che consentano in luoghi lontani dal centro o dalla distribuzione di servizi e commercio di avere una vita completa in cui non ci si senta ai margini, perché sussistono servizi ed opportunità. L’immobile potrà essere integrato con strutture esterne per funzioni temporanee, a servizio della comunità, come gazebo, o luoghi confortevoli per attività pubbliche.

Tutto questo affinché si raggiunga un miglioramento del comfort nel vivere, attraverso un progetto dall’approccio sostenibile, che migliori le prestazionitermo-igrometrico e psico-fisiche, e di percezione degli spazi sotto un profilo emozionale.

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Fronte nord del complesso, rivolto verso il lago, in cui si evidenzia il nuovo involucro in laterizio con struttura autonoma a creare una loggia lineare a piano terra e un sistema di logge ai piani primo, secondo e terzo.

Epilogo

Oggi operare dalla scala urbanista a quella architettonica diventa imprescindibile per un efficace riscontro progettuale. In particolare per l’architettura si dovrà puntare a generare una nuova modernità, come cambiamento positivo.

Un agireche ricalchi gli obiettivi di molti interventi virtuosi, come quello portato in esempio, e che si stanno attuando sugli immobili dei nostri territori, nei quali si agisce con un approccio etico al bisogno imminente e concreto di sviluppo di progettualità, che operino nel pubblico e stimolino nel privato la consapevolezza della necessità di recuperare ampie porzioni di aree urbane e naturali, con interventi a scala microurbana e di edificio, attenti alla qualità edilizia del progetto architettonico.

Azioni attuate o programmate oggi, i cui effetti avranno una ricaduta sulle vite delle future generazioni. Processi nei quali saranno coinvolti amministrazioni, ricercatori, studiosi, tecnici, imprese e fruitori. Un’eredità che dovrà essere adeguata alle esigenze di quella contemporaneità che s’identifica nella società del presente e del futuro, di cui si stanno ricercando i caratteri architettonici rappresentativi. Agendo con la consapevolezza che “Non ereditiamo il mondo dei nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli”[x].

Dati progetto

Progetto Architettonico – Arch. Gloria Negli (coordinamento) &

Laboratorio di Architettura Architetti Associati Arch. Andrea Rinaldi e Arch. Roberta Casarini

Progetto Strutture – Ing. Stefano Mazzocchi

Progetto Impiantistico – P.I. Paolo Molinari e P.I. Rasi Orsatti

Committente – Fondazione Onlus “ Mons. A. Mazzali”, Mantova

Data Progetto – 2012/2013

Realizzazione – 2014/2016

____________________________________________

[i] Legge n.475/78Norme per l’edilizia residenziale.

[ii] Legge n.179/92Norme per l’edilizia residenziale pubblica.

[iii] Contratti di quartiereProgrammi sperimentali di recupero urbano da localizzare in quartieri segnati da diffuso degrado delle costruzioni e dell’ambiente urbano e da carenze di servizi in un contesto di scarsa coesione sociale e di marcato disagio abitativo. Contratti di quartiere II Programma che riguarda i quartieri periferici e degradati con ambiti di intervento più articolati per investimenti privati che riducano, le condizioni di divisione tra questi insediamenti ed il resto della città.

[iv] PRUSST. Promossi con il decreto ministeriale del 8 ottobre 1998 [G.U. n.278 del 27/11/1998 – Supplemento Ordinario n.195] recante, Promozione di programmi innovativi in ambito urbano denominati Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio.

Gli “Obiettivi del programma” così come riportati dall’articolo 2 sono:

–   la realizzazione, l’adeguamento e il completamento di attrezzature, sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano in grado di promuovere e di orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale, avuta riguardo ai valori di tutela ambientale, alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico, e garantendo l’aumento di benessere della collettività;

–   la realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate all’ampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione turistico-ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado.

[v] Rosario Manzo, Rigenerazione Urbana e Patrimonio immobiliare pubblico, Roma, ottobre 2015, pagg. 2-3.

[vi] Dimensioni, caratteristiche tipologiche – morfologiche, destinazioni d’uso esistenti, stato di conservazione del bene sotto il profilo energetico, ambientale, strutturale e di connessioni urbane, stato di abbandono o occupazione, soggetti occupanti, proprietà e possibili investimenti sul bene, pubblico o privato e loro provenienza, ecc.

[vii] Piani di sviluppo dell’opera, destinazioni d’uso, cromie applicabili, tipologie edilizie ammesse, interventi ammissibili sull’involucro scontati da incrementi volumetrici, incentivi per interventi che riducano consumo del suolo e di acqua.

[viii] Azioni a scala comunale e provinciale che riguardino puntuali aree o sistemi e non ambititi omogenei.

[ix] Atti della XVI conferenza nazionale SIU. Fazia, M.F. Faro, A. Toscano. Qualità degli spazi pubblici e requisiti per la nuova dimensione urbana. Spunti di riflessione. Napoli 9-10 maggio 2013

[x] Proverbio dei nativi americani.

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