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Indice degli argomenti Toggle Le regioni e le province nella morsa delle ecomafieLa doppia sfida contro l’ecomafia Il ciclo illegale del cemento, i reati contro la fauna e il controllo dei rifiuti sono i tre principali campi d’azione delle ecomafie presenti nel nostro Paese. Ogni anno Legambiente raccoglie le storie e analizza i numeri della criminalità ambientale in Italia racchiudendo il lavoro nel rapporto “Ecomafia 2023”. Ma cosa è emerso dallo studio di Legambiente? Nel 2022 i reati contro l’ambiente restano fermi sopra la soglia dei 30.000, precisamente 30.686, con una lieve crescita rispetto al 2021. Alla stessa maniera gli illeciti amministrativi hanno conosciuto un aumento significativo, raggiungendo la cifra di 67.030, con un incremento del +13,1% rispetto all’anno precedente. Se sommiamo gli illeciti e i reati contro la natura si raggiunge un numero pari a 100.000 violazioni delle norme delle norme di tutela dell’ambiente (97.716 per la precisione), con una media di 268 al giorno o 11 ogni ora. La morsa delle ecomafie non si arresta. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente riflette su questo aspetto e sottolinea quanto sia importante agire per scovare inquinatori e criminali ambientali. “E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del PNRR. L’Italia può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, come prevede l’aggiornamento della direttiva sulla tutela dell’ambiente, da approvare entro la fine della legislatura europea, ma soprattutto deve recuperare i ritardi accumulati finora, dando seguito alle dieci proposte inserite nel nostro Rapporto Ecomafia”. L’abusivismo edilizio è il principale fenomeno che devasta il territorio italiano. I reati legati al ciclo del cemento ammontano a 12.216: si parla del 39,8% del totale, con una crescita del +28,7% rispetto al 2021. Fortunatamente aumentano anche le statistiche relative alle persone denunciate: si segnalano le denunce di 14.430, mentre crescono del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Nel 2022, i reati contro la fauna sono aumentati del 4,3% raggiungendo un totale di 6.481 illeciti penali, con 5.486 persone denunciate (+7,6%). Il ciclo illegale dei rifiuti è sceso al terzo posto, con una riduzione del 33,8% nel numero di illeciti penali (5.606) e una diminuzione del 41% delle persone denunciate (6.087). Legambiente segnala una crescita degli illeciti amministrativi che aumentano del 21,4% (10.591), mentre le sanzioni sono cresciute del 16,2% (10.358). I reati legati ai roghi dolosi, colposi e generici segnano una riduzione del 3,3% (5.207 casi). Sono stati intensificati i controlli, che hanno portato a 768 persone denunciate, con una media di oltre due al giorno (+16,7%), e a 122 sequestri (+14%). Riguardo all’archeomafia, sono stati segnalati 404 furti d’arte nel corso del 2022. Legambiente è preoccupata in modo particolare per quello che definisce il “virus della corruzione ambientale”. Dal 1 agosto 2022 al 30 aprile 2023 sono state censite ben 58 inchieste riguardanti i fenomeni di corruzione legati ad attività criminali con impatto ambientale. Le regioni e le province nella morsa delle ecomafie Anche per il 2022 la Campania si conferma in cima alla lista per il numero di reati contro l’ambiente, con ben 4.020 casi, corrispondenti al 13,1% del totale nazionale. La Puglia segue al secondo posto, guadagnando una posizione rispetto al 2021, con 3.054 reati. Al terzo posto troviamo la Sicilia, con 2.905 crimini ai danni dell’ambiente. Sale in classifica il Lazio con 2.642 reati, superando la Calabria, mentre la Lombardia, sesta con 2.141 infrazioni penali e prima tra le regioni del Nord, supera la Toscana che si posiziona al settimo posto. Un notevole (triste) salto in avanti è stato compiuto dall’Emilia-Romagna, che passa dal dodicesimo all’ottavo posto, registrando 1.468 reati, circa il 35% in più rispetto al 2021. A livello provinciale, Roma si conferma come la provincia con il maggior numero di reati ambientali, con 1.315 illeciti. Tra le nuove entrate in graduatoria, la provincia di Livorno si segnala al nono posto, contando 565 infrazioni. La doppia sfida contro l’ecomafia Legambiente parla di “doppia sfida” nella lotta contro i criminali ambientali, che può essere vinta rafforzando le attività di prevenzione e controllo e intervenendo per creare un quadro normativo condiviso a livello internazionale. Nel 2022, la legge 68/2015 ha avuto effetti significativi sugli ecoreati. Le Capitanerie di porto e le forze dell’ordine sono riuscite ad applicare 637 volte i delitti contro l’ambiente, inclusi nel Codice penale grazie a questa legge, denunciando 1.289 persone ed eseguendo 56 arresti. I beni sottoposti a sequestro sono stati 115, per un valore complessivo di 333.623.900 euro, notevolmente cresciuto rispetto ai 227 milioni di euro sequestrati l’anno precedente. Legambiente sottolinea che il delitto più frequentemente contestato è stato quello di traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies) con 268 casi, rispetto ai 151 del 2021, seguito da quello di inquinamento ambientale (art. 452 bis) con 64 contestazioni. “I numeri, le analisi e le considerazioni che emergono dal nostro rapporto Ecomafia – spiega Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità Legambiente – anche grazie ai diversi contributi raccolti, confermano il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Accade purtroppo spesso il contrario: deregulation, come quelle inserite nel nuovo Codice degli appalti, invece di semplificazioni; condoni edilizi più o meno mascherati, invece di ruspe”. Risultano evidenti anche gli effetti della legge sui reati contro il patrimonio culturale e le contestazioni del reato di associazione a delinquere sono aumentate notevolmente, passando da 4 nel 2021 a ben 91, con soli 2 casi nel 2020. Inoltre, il numero di persone arrestate è cresciuto, raggiungendo 13 arresti rispetto ai 4 del 2021. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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