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Indice degli argomenti: Resilienza e gestione del rischio Un esempio nel mondo: Yokohama Un esempio europeo per la “gestione dell’acqua”: Rotterdam Le città italiane: Bologna è tra le più resilienti Che cos’è la resilienza urbana Il concetto di resilienza assume un significato particolarmente importante in un momento storico come quello attuale, caratterizzato da diverse criticità e cambiamenti. Proprio come in altri ambiti, anche la resilienza urbana vuole indicare la capacità delle città di sopravvivere e adeguarsi ai cambiamenti che si susseguono nel tempo. I mutamenti che investono un centro urbano possono manifestarsi come eventi improvvisi, ma anche come continui e crescenti stress. Queste pressioni possono avere varie origini sia naturali, che conseguenti all’azione dell’uomo e riguardare la sfera ambientale, economica, sociale, culturale e anche strutturale. Chiaramente, in questo discorso la città va intesa come un sistema complesso, formato dall’insieme e dall’interazione di individui, istituzioni, infrastrutture, edifici e comunità. Resilienza e gestione del rischio L’importanza della resilienza urbana è connessa al tema della gestione e mitigazione del rischio. Rispetto ad un tempo, i rischi e i pericoli a cui sono esposti i centri urbani oggi sono sempre più diversificati e complessi. Quindi, non è più possibile considerare un rischio alla volta e svincolato dagli altri per prevedere un conseguente specifico meccanismo di difesa; ma è necessario un approccio integrato e strutturato al rischio, che rende la città più flessibile al cambiamento. Proprio in questo modo, i centri urbani sono in grado di rispondere positivamente a eventuali rischi e pericoli, ad esempio collegati ai cambiamenti climatici, a forti incertezze sociali e alle ondate migratorie, alla globalizzazione, agli attacchi informatici e terroristici, ecc… Esistono diverse organizzazioni e associazioni che si sono impegnate nella diffusione dei progetti per città resilienti, tra cui 100 Relient Cities della Fondazione Rockfeller, la C40 o l’IPCC. Gli interventi e i progetti che favoriscono la resilienza urbana possono essere di diverso tipo e riguardare diversi settori, tra cui l’urbanistica, i trasporti, la gestione del paesaggio, la progettazione di infrastrutture, la gestione dei rifiuti; tra i principali rientrano comunque tutti quelli inerenti la mitigazione degli effetti dovuti al cambiamento climatico. Anche gli obiettivi dell’Agenda 2030 si muovono in questa direzione con lo scopo ultimo di promuovere lo sviluppo sostenibile. È chiaro, quindi, che una città resiliente, è inevitabilmente anche una città sostenibile e sempre di più una smart city. Un esempio nel mondo: Yokohama Questa città giapponese è tra le più densamente popolate del paese e proprio questo la espone ad una serie di rischi e problemi. Il Governo giapponese ha così scelto questa città per lo sviluppo di un progetto inerente a nuovi sistemi di generazione energetica, in modo da trasformarla in un esempio per altre città o aree. Yokohama Tra gli obiettivi ci sono quello di ridurre le emissioni e favorire l’uso delle risorse rinnovabili. Il progetto Yokohama Smart City, avviato nel 2010, punta proprio a trasformale questo centro metropolitano in una città sostenibile, economicamente competitiva e resistente al cambiamento climatico. Le azioni proposte dal progetto riguardano anche lo studio di un sistema di mobilità sostenibile la diffusione delle smart grid, una miglior gestione dei rifiuti e il riciclo dei fanghi fognari. Un esempio europeo per la “gestione dell’acqua”: Rotterdam Rotterdam, una grande città dei Paesi Bassi, si contraddistingue perché la maggior parte del suo territorio si trova al di sotto del livello del mare e negli anni ’50 un’alluvione provocò diverse vittime e ingenti danni. Il percorso della città per diventare resiliente e a “prova di clima” è iniziato nel 2007, quando venne annunciato un programma ambizioso, che sarebbe terminato nel 2025. Rotterdam Oltre a prevenire i danni dovuti alle inondazioni, sia sulle persone che sulle infrastrutture, tra gli obiettivi c’è anche il raggiungimento di un modello di società equo, maggior sicurezza energetica e anche informatica. Tra i vari progetti ci sono lo sviluppo di infrastrutture sostenibili, un’app per monitorare la temperatura della città o avvisare i cittadini in caso di pericoli, edifici galleggianti. Il più innovativo però, riguarda le Water squares, piazze d’acqua, attrezzate con zone sportive e per il relax, che in caso di necessità (per forti piogge o inondazioni) si possono trasformare in vasche di raccolta per l’acqua in eccesso. Le città italiane: Bologna è tra le più resilienti Tra le cento città resilienti della Rockfeller Foundation ce ne sono anche di italiane, tra cui Bologna, che negli ultimi anni si è attivata per diventare una città resistente ai cambiamenti climatici responsabili di alluvioni, siccità e alterazioni delle temperature. Bologna Tra i progetti messi in campo, uno dei principali è BlueAp, finanziato dalla Commissione Europea e lanciato nel 2012. Il primo passo fatto è stato quello di analizzare il contesto territoriale ed individuare i principali punti deboli, compilando un Portfolio climatico. Le principali aree di criticità individuate sono state tre: la carenza idrica, i picchi di calore anomali in area urbana e il rischio idrogeologico. Di conseguenza si sono messe in atto azioni finalizzate a ridurre i rischi, riducendo i consumi idrici, aumentando le aree verdi, riducendo l’espansione del territorio impermeabilizzato e migliorando i sistemi di drenaggio. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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