Clima, le infrastrutture verdi per il recupero delle acque piovane

Per contare su città più resilienti occorrono infrastrutture verdi per gestire al meglio le piogge intense, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici

Clima, le infrastrutture verdi per il recupero delle acque piovane
img by Jwvein – Pixabay

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I cambiamenti climatici portano con sé una serie di effetti negativi, tra i quali l’intensificarsi delle piogge torrenziali e spesso tanto rapide e violente, capaci di far piombare sulle città tonnellate d’acqua.

Occorre ripensare le città, renderle più resilienti e capaci di smaltire le acque piovane intense. Per questo è indispensabile aumento di spazi verdi e di infrastrutture verdi.

I problemi delle città: cambiamenti climatici e cementificazione

Negli ultimi 50 anni il fenomeno dell’urbanizzazione ha vissuto un intenso sviluppo che ha comportato un notevole consumo di suolo, specie in città. Ispra di recente ha sottolineato questo problema: quasi la metà della perdita di suolo nazionale dell’ultimo anno si concentra nelle aree urbane.

Nell’ultimo rapporto, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha scritto che: “Negli ultimi sei anni secondo le prime stime l’Italia ha perso superfici che erano in grado di assicurare lo stoccaggio di due milioni di tonnellate di carbonio e l’infiltrazione di oltre 250 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde aggravando la pericolosità idraulica dei nostri territori. Il recente consumo di suolo produce anche un danno economico potenziale compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro all’anno dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici del suolo”.

Questa progressiva cementificazione ha prodotto anche un’impermeabilizzazione degli spazi, persino di piazze e percorsi pedonali. “Laddove esisteva un ecosistema idrologico che permetteva all’acqua di penetrare nel suolo e ricostituire le falde, esso da un lato è stato eliminato” – afferma Paolo Callioni, dottore agronomo, responsabile comunicazione di ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica).

D’altro canto negli ultimi anni assistiamo ad un aumento delle intensità di pioggia, con precipitazioni intense e violente, effetto dei cambiamenti climatici, che mettono a dura prova le infrastrutture idrauliche delle città e non solo. Su Milano, per esempio, cadono mediamente ogni anno circa 900 mm di pioggia l’anno. Negli ultimi anni, per effetto delle piogge intense effetto dei cambiamenti climatici può succedere che, in una singola giornata, cadano anche 2 o 300 mm di pioggia (cioè 300mila metri cubi di volume per chilometro quadro), con il risultato che in un tempo breve una quantità d’acqua enorme si riversa su una città sostanzialmente impermeabile.

Infrastrutture verdi per città resilienti

Come risolvere questa situazione? Innanzitutto è necessario aumentare gli spazi verdi in città. Prati, arbusti e alberi rallentano il percorso dell’acqua: trattengono una parte dell’acqua con la chioma, favoriscono l’infiltrazione dell’acqua nelle superfici permeabili del suolo, riducono così la velocità del deflusso e di scorrimento dei corpi idrici verso le reti di smaltimento.

L'importanza del verde urbano per città più resilienti

Questo permette un notevole miglioramento del ciclo idrico e consegue positivi effetti sulla stabilizzazione del suolo, come ricorda anche il Ministero dell’Ambiente nelle Linee guida per la gestione del verde urbano.

“Quanto più ci sono superfici impermeabili, tanto più i tempi di corrivazione (cioè i tempi di recapito finale) si riducono, mentre aumentano la velocità di scorrimento dell’acqua e il volume d’acqua in movimento – segnala Callioni – Per questo sarebbe opportuno realizzare sempre piazze, strade urbane e parcheggi permeabili, invece di continuare a impermeabilizzare ulteriormente le superfici delle nostre città”.

Greenway speciali per raccogliere e depurare l’acqua piovana

Un altro strumento molto utile per mitigare e rendere più resilienti le città sono le greenways, «spazi verdi lineari che attraversano la città e che permettono anche la creazione di corridoi ecologici per la fauna, che naturalmente devono essere collegate ai parchi e agli spazi verdi urbani per permettere la costituzione di una rete ecologica su scala urbana.

Greenway speciali per raccogliere e depurare l’acqua piovana

Possono essere utili al raggiungimento degli obiettivi ambientali e nel contempo alla tutela idraulica  delle città anche gli spazi denominati come urban wetland o stormwater wetland, costituiti da aree seminaturali periurbane leggermente depresse, che, in caso di precipitazioni intense, possono allagarsi naturalmente, accumulando le acque piovane in sicurezza.

“All’interno delle città si possono anche adottare le strutture dedicate denominate rain garden o stormwater tree trench“, aggiunge l’agronomo. I rain garden sono speciali spazi verdi verso cui confluisce l’acqua di aree impermeabili (piazze o parcheggi, ad esempio), ai bordi delle quali sono posizionati, mentre gli stormwater tree trench sono trincee drenanti lineari alberate, poste su marciapiedi o altri spazi stradali. Entrambe queste soluzioni sono costituite da una parte esterna, che ha l’aspetto di un normale spazio verde urbano (tipicamente una aiuola), da un substrato fortemente drenante che permette l’assorbimento rapido dell’acqua, e da una tubazione di drenaggio sottostante che permette l’allontanamento rapido degli afflussi anche in caso di forti precipitazioni.

“Un ulteriore vantaggio è che tali infrastrutture (così come tutte le superfici verdi) fungono anche da sistema filtrante/depurativo per l’acqua piovana, spesso fortemente inquinata, che così viene sottoposta a una sorta di fitodepurazione naturale, allontanando sostanze organiche e inorganiche intercettate (smog, polveri sottili, metalli pesanti, idrocarburi, ecc.…)”.

Purtroppo in Italia questo genere di soluzioni sono sinora poche: è ancora generalmente limitata (seppure per fortuna in crescita) la disponibilità delle amministrazioni pubbliche a investire sulle infrastrutture verdi, considerate – nonostante la legge 10 del 2013 che spingeva per la creazione di tali interventi – più come un costo che – come invece dovrebbe essere – come un’opportunità per aumentare il grado di sostenibilità ambientale delle città, per costituire elementi di compensazione verde, per rafforzare la resilienza degli insediamenti e per migliorare la qualità di vita e la sicurezza degli abitanti nelle aree urbane.

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