Edilizia sostenibile, il cemento verde piace e raddoppia

L’industria cerca alternative e soluzioni green per produrre calcestruzzo e cemento. La ricerca contribuisce, offrendo nuove vie più ecosostenibili

Edilizia sostenibile, il cemento verde piace e raddoppia

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Il cemento verde: sembra un paradosso, ma non lo è. La necessità di ridurre le emissioni è quanto mai sentita da un settore che sa quanto sia pesante il suo contributo in termini ambientali.  Secondo i dati di Chatam House elencati nel proprio report “Making concrete change” il processo chimico e termico direttamente implicati nella produzione di oltre 4 miliardi di tonnellate di cemento sono responsabili dell’8% circa delle emissioni globali di CO2.

La sostenibilità ambientale non è più una voce da trascurare, oltre alle implicazioni economiche che ne derivano dall’essere energivori e impattanti. Per questo già da tempo l’industria specifica si sta muovendo per ridurre il suo impatto. Non solo: il cemento green piace molto. Lo dimostra una previsione di mercato secondo cui il valore di mercato globale del calcestruzzo green, valutato 15,68 miliardi di dollari nel 2017, si stima raddoppierà il suo valore. Anzi, raggiungerà i 42,75 miliardi di dollari entro il 2026 con un CAGR del 13,36% (Fonte: Maximize Market Research).

Cemento sostenibile, le ragioni della crescita

A cosa sia dovuto questo incremento potenziale è la crescente preferenza per la sostenibilità e la protezione dell’ambiente nella sempre più fiorente industria delle costruzioni in Cina, India e in Medio Oriente: “il supporto normativo per il miglioramento delle infrastrutture, la tendenza marcata dei produttori verso alternative ecocompatibili rispetto al cemento convenzionale, è stimato alimentare il mercato globale del calcestruzzo verde negli anni di previsione”, segnalano gli analisti della ricerca.

In Europa il più grande produttore continentale di cemento, LafargeHolcim, sta intensificando gli investimenti per ridurre le proprie emissioni di carbonio man mano che la pressione sull’industria si fa sempre più forte per contenere l’inquinamento e le emissioni che contribuiscono sensibilmente al riscaldamento globale. La multinazionale ha speso circa 160 milioni di dollari in 80 progetti in tutta Europa per ridurre del 15% entro il 2022 le emissioni annue dei processi di produzione del cemento, riporta Bloomberg.

I progetti di ricerca per cemento ecosostenibile

Mentre l’industria lavora a ridurre la sua impronta ambientale, la ricerca è attiva nel trovare nuove vie sempre più green per il cemento. Tra queste, ci sono gli scienziati della Far Eastern Federal University, in Russia, che hanno sviluppato un nuovissimo eco-calcestruzzo che dimostra elevate performance.

In particolare, la resistenza alla compressione del nuovo prodotto è tre volte superiore rispetto alle tradizionali miscele di calcestruzzo e così pure la resistenza al gelo. Anche le doti di impermeabilità sono straordinarie.

Per creare questo cemento speciale il team ha lavorato ai principi della geomimetica, una disciplina che studia le analogie dei materiali da costruzione a quelli naturali. In questo caso il riferimento sono le arenarie e altri conglomerati montani. Contemporaneamente ha provveduto a ridurre il quantitativo di acqua per la produzione del calcestruzzo a favore di super fluidificanti di nuova generazione.

Dalla Russia alla Corea, lo studio si concentra sulla possibilità di riutilizzare le ceneri volanti, presenti nelle centrali a carbone, per creare prodotti per le costruzioni. Questi sottoprodotti si generano nella combustione di carbone polverizzato. La ricerca è talmente promettente che lo scorso settembre l’università pubblica coreana Ulsan National Institute Of Science And Technology ha trasferito la ricerca a livello industriale, destinandola alla Hawoo Eco-friendly Construction Materials grazie a un accordo da quasi 80mila euro, Inoltre, l’UNIST ha ottenuto una quota percentuale delle entrate generate da questo trasferimento, come royalty. La possibilità di sfruttare degli scarti inquinanti per tramutarli, debitamente ingegnerizzati, in prodotti ecocompatibili è decisamente interessante per Paesi come quello asiatico che si affida per il 70% da carbone e dal nucleare per le sue esigenze energetiche.

Sono sempre le ceneri volanti, questa volta derivate dai rifiuti industriali, al centro della ricerca degli scienziati della lituana Kaunas University of Technology. Il team, in particolare, sta sviluppando metodi per produrre calcestruzzo senza usare il cemento, suo legante tradizionale, sostituendolo con quest’alternativa pienamente inserita nei principi dell’economia circolare. Da quanto scrivono i ricercatori, il prodotto finale è più resistente agli effetti dannosi dell’acido e più stabile.

Sempre in tema di cenere, un team di ricerca del MIT – Massachusetts Institute of Technology insieme a scienziati del Kuwait ha scoperto che le rocce vulcaniche, se polverizzate in cenere, possono essere impiegate come additivo sostenibile nelle strutture in calcestruzzo.

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