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Indice degli argomenti: Baleolico: diamo i numeri Una lunga genesi Il progetto Med Wind L’eolico offshore al largo delle coste di Lecce Nel percorso di transizione ecologica avviato dal nostro Paese ricoprono un ruolo centrale le fonti di approvvigionamento energetico. Recentemente abbiamo assistito al discorso del Presidente Draghi, il quale, durante l’informativa alla Camera dei Deputati ha pronunciato parole gravi e importanti relative alla possibile crisi energetica in vista: “Imprudente non aver diversificato le fonti di energia”. Un discorso che ci consente di aprire una riflessione ben più ampia sulle energie rinnovabili e sull’importanza del loro sviluppo. L’eolico fornisce la possibilità di ottenere energia elettrica in modo “green”. Con l’ambizioso obiettivo legato al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, diventa fondamentale trovare nuove strade per ridurre l’uso di fonti fossili a vantaggio di alternative sostenibili e a basso impatto ambientale. A Taranto sono partiti i lavori per il primo parco eolico marino offshore in Italia: il progetto, realizzato dalla società Renexia, sfrutta la potenza del vento del mare per la produzione di energia. Secondo quanto riportato dall’azienda “Baleolico” è capace di generare più energia rispetto ad un impianto eolico posto sulla terraferma. Baleolico: diamo i numeri Un progetto innovativo e ambizioso: Baleolico potrà contare su una capacità totale di circa 30 Mw e, una volta entrato a pieno regime, permetterà la produzione di oltre 58 mila Mwh l’anno pari al fabbisogno energetico annuale di 60 mila persone. Secondo le stime comunicate da Renexia, il parco eolico a largo di Taranto consentirà di risparmiare all’incirca 730 mila tonnellate di anidride carbonica. L’infrastruttura progettata da Renexia presenterà 10 turbine ciascuna da 3 Mw di potenza. Il nuovo parco eolico offshore sorgerà a circa 100 metri dalla costa tarantina e a 7 km dalla città. Per Renexia “L’eolico offshore rappresenta una tecnologia che incontra il sostegno delle principali associazioni ambientaliste perché rappresenta una vera alternativa alle centrali clima alteranti, per la produzione di energia pulita”. Una lunga genesi Il percorso che ha portato alla creazione del parco eolico nel Mediterraneo non è stato di certo dei più semplici: sono serviti ben 14 anni per installare la prima turbina a largo del molo polisettoriale di Taranto. Il progetto è stato presentato nel 2008 e come riportato da Rai News, Renexia ha dovuto “aspettare il 2012 per ottenere il via libera da parte del ministero dell’Ambiente che superava l’impasse creato dal precedente parere negativo espresso dalla Regione Puglia e la Soprintendenza dei beni paesaggistici”. Il Comune di Taranto ha presentato ricorso al TAR: la richiesta è stata bocciata prima dal tribunale regionale e poi dal Consiglio di Stato. Nonostante questa lunga genesi, il progetto è riuscito ad andare in porto. La società del Gruppo Toto ha confermato anche di volersi impegnare per portare avanti il rilancio di Taranto nell’ottica di una politica in cui sostenibilità e componente sociale si intersecano. L’impianto offshore “si inserisce in un contesto segnato dalla presenza dell’industria pesante ed è stato pensato per contribuire al rilancio di Taranto, perché potrà generare una nuova filiera industriale grazie alle attività di mantenimento delle sue strutture, sia a terra sia in mare, con l’impiego di operatori locali”. Il progetto Med Wind Dopo aver avviato questo importante progetto, Renexia è già al lavoro per realizzare il più grande impianto eolico offshore floating nel Mediterraneo. Ci troviamo nel canale di Sicilia: qui il progetto Med Wind si comporrà di 190 turbine galleggianti (da lì il termine floating) caratterizzate da una potenza di 2,8 GW per una produzione di energia annua di circa 9 TWh. “Per l’Italia e per la Sicilia sarà un investimento che avrà un significativo impatto sull’economia dell’isola anche sul fronte dell’occupazione” così Riccardo Toto, Direttore Generale Renexia sottolinea l’importanza del progetto. Secondo il cronoprogramma presentato sul sito ufficiale, entro il 2023 la società concluderà la fase di permitting per poi passare al 2025 con la realizzazione dell’impianto fino al 1 gennaio 2026 con l’entrata in produzione di Med Wind. L’eolico offshore al largo delle coste di Lecce Ultimamente al centro del dibattito troviamo il progetto del parco eolico marino al largo del litorale di Lecce tra Porto Badisco e Santa Maria di Leuca. A promuoverlo è la società Odra Energia: il nuovo parco produrrà 4 TWh di energia l’anno, che equivalgono ad oltre un milione di utenze domestiche degli italiani. La grandezza del progetto ricorda molto quella del parco eolico di Renexia: anche qui si prospetta l’uso di 90 turbine galleggianti situate nel Mediterraneo. Sono seguite diverse polemiche sul progetto che hanno comportato alcune modifiche al disegno originale: le pale del parco eolico saranno posizionate ad una distanza dalla zona costiera di 12,8 km ad una profondità tra 100 e 200 metri circa. Il parco eolico sarà posto ad una distanza dalla costa maggiore del 30% rispetto al progetto iniziale. Legambiente aveva chiesto pubblicamente lo stop allo scoping. Secondo l’ente, “la fase di scoping si apre su un progetto preliminare che non si fonda sullo studio di fattibilità che Legambiente, più volte, ha chiesto e giudica ineludibile e preliminare nel confronto con la società proponente e in posizioni pubblicamente assunte”. Come dichiarato da Rugger Ronzulli, Presidente di Legambiente Puglia: “Lo studio di fattibilità dovrebbe contenere, in rapporto alle diverse opzioni, la valutazione degli impatti paesaggistici e del cono visivo così come definiti nel DM del 2010 e nelle normative e pianificazioni conseguenti, ivi incluso il piano paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia”. Prosegue Ronzulli: “Si chiede quindi di sospendere la fase di scoping e di riaprirla sulla base della presentazione di uno studio di fattibilità che contenga le diverse opzioni richiamate e consenta di sottoporre a giudizio di compatibilità ambientale la soluzione, frutto del confronto tecnico e soprattutto partecipato attuato in tale fase”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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