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Indice degli argomenti: Le porte interne danno diritto a qualche bonus? Le detrazioni previste e come scaricare le spese Chi può richiedere le detrazioni per le porte interne In molti si domandano se la sostituzione delle porte interne rientri nelle agevolazioni previste dal superbonus 110. Il dubbio è lecito: se sono detraibili il portone d’ingresso e gli infissi perché non dovrebbero esserlo anche le porte interne? In realtà, anche se è facile un collegamento per analogia, infissi, scuri e tapparelle hanno una funziona differente e per questo rientrano a tutti gli effetti nei lavori “trainati” (servono, infatti, a migliorare l’isolamento termico e acustico dell’edificio). Invece per quanto riguarda il portone blindato la legge ha introdotto il cosiddetto “bonus sicurezza” che assicura una detrazione pari al 50% della spesa. E allora cosa bisogna sapere riguardo alle porte interne? Chi le sostituisce ha diritto allo sconto in fattura o alla cessione del credito d’imposta? Facciamo chiarezza sull’argomento. Le porte interne danno diritto a qualche bonus? Se sì, quale? Quando si parla di porte interne si intendono quelle necessarie in casa a dividere gli ambienti senza la messa in opera di interventi in muratura. In altri termini, non alterano né l’assetto dell’appartamento né tanto meno quello del condomino. La definizione appena resa è utile a comprendere perché la loro sostituzione attualmente non rientri nel Superbonus 110% confermato nell’ultima Legge di Bilancio. Fonte: pixabay Lo ha espressamente chiarito anche l’Agenzia delle Entrate: chi le cambia non può richiedere alcuna detrazione. Attenzione però, questa disposizione non è assoluta, vuol dire che in alcuni casi – seppur residuali – si può ottenere lo sconto. Precisamente chi sostiene la spesa per la sostituzione può accedere al bonus mobili, quindi detrarre il 50% della somma sborsata, se insieme a essa avvengono lavori di manutenzione straordinaria all’interno dell’immobile. Mentre la manutenzione ordinaria (come può essere la tinteggiatura delle pareti) non dà diritto ad alcuna agevolazione. E dunque, tirando le somme di quanto detto, chi sostituisce le porte interne potrà scaricare la spesa solo ed esclusivamente nell’ambito di un lavoro di ristrutturazione più ampio. Esempio classico è il caso in cui si decida di rivedere completamente la divisione interna dell’immobile e vengano ampliate i vani delle porte stesse. In tal caso via libera al bonus mobili, prorogato fino alla fine del 2024. La sostituzione delle porte interne, tuttavia, beneficia delle detrazioni soltanto se i lavori riguardino immobili ad uso residenziale (quindi non commerciale) ed entro il limite di spesa massimo di 96.000 euro, relativo al monte spesa complessivo degli interventi di ristrutturazione. Le detrazioni previste e come scaricare le spese Come abbiamo accennato, per poter scaricare la spesa della sostituzione delle porte e, quindi, beneficiare del bonus mobili, il richiedente deve soddisfare alcuni requisiti: la spesa massima su cui calcolare la detrazione non deve superare i 96.000 euro all’anno per ciascun immobile per cui si fa richiesta l’acquisto di nuove porte interne, pur facendo parte delle opere di manutenzione ordinaria, deve essere necessaria per completare un lavoro di ristrutturazione nel suo insieme. Fonte: pixabay Riguardo al riconoscimento del bonus, e delle relative agevolazioni, esiste una differenza in base al tipo di abitazione, se case singole oppure parti comuni del condominio. Soltanto nel primo caso le spese sostenute devono essere subordinate al compimento di ristrutturazioni straordinarie, ad esempio allargamento e/o restringimento, chiusura/apertura delle porte interne. Va da sé che comprarne delle nuove soltanto perché usurate o, semplicemente, perché non piacciano più non basta. Le cose cambiano se i lavori in questione sono eseguiti per la manutenzione delle parti comuni del condominio: in tale circostanza la spesa si può detrarre anche se i lavori rientrano nella manutenzione ordinaria (ad esempio il semplice allargamento delle porte). Dello sconto del 50% beneficeranno tutti i condomini. Passando al lato pratico, la detrazione va indicata all’interno della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui i lavori sono stati portati a termine, insieme ai dati catastali dell’immobile. Per farlo è indispensabile che tutti i pagamenti siano tracciabili e conservare fatture e ricevute dei bonifici eseguiti. La detrazione si spalma in 10 anni e con rate di uguale importo. Oppure colui che esegue i lavori può chiedere lo sconto in fattura direttamente al rivenditore pagando la metà dell’importo dovuto. Chi può richiedere le detrazioni per le porte interne Oltre al proprietario dell’immobile, anche gli affittuari possono detrarre le spese sostenute e usufruire del bonus mobili al 50%. Precisamente, secondo l’Agenzia delle Entrate, hanno diritto alla detrazione IRPEF relativo alle porte interne: il proprietario o nudo proprietario dell’immobile; gli usufruttuari e tutti i titolari di un diritto reale di godimento; i comodatari; i locatari; coniugi e conviventi, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo. Il requisito, tuttavia, è che la richiesta provenga unicamente da chi abbia effettivamente sostenuto la spesa. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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