Rapporto Anit 2013, presente e futuro dei materiali isolanti

Il mercato dei materiali isolanti: tecnologie per l’isolamento termico, tipologie di materiali, normativa e incentivazione

ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento termico e acustico, ha realizzato per le proprie Aziende socie il Rapporto 2013, un approfondito studio del mercato dei materiali isolanti, cercando di fare il punto su passato, presene e futuro.

Rispondere alla principale domanda “quanto vale in termini di volume e di fatturato il mercato dei materiali isolanti termici sul territorio nazionale” non è semplice poiché sul territorio nazionale si distinguono differenti tipologie di vendita, i costi sono variabili in funzione della zona climatica e del tipo di opera. Infine il mercato è molto frammentato poiché esistono diverse tipologie di materiale isolante e per il numero e per la differente grandezza delle aziende del mercato.

Per alcuni materiali i siti produttivi sono pochi e concentrati in poche aziende (ad esempio il polistirene espanso estruso XPS o la lana di roccia LR o la lana di vetro LV), per altri sono diffusi su tutto il territorio nazionale con molte aziende differenti (ad esempio il polistirene espanso sinterizzato EPS o molti dei materiali considerabili ALTRO).

I punti salienti del Rapporto ANIT 2013 riguardano l’analisi  delle tecnologie di isolamento termico più utilizzate, lo studio del mercato dei materiali isolanti dal 2005 al 2013, la definizione delle forme di incentivazione attualmente presenti e uno sguardo al futuro con l’analisi dei costi benefici che il nostro governo ha dovuto svolgere per adempiere alle prescrizioni della Direttiva Europea 31/2010/UE sull’efficienza energetica negli edifici che saranno il punto di partenza per i nuovi limiti.

In questo articolo verrà riportato solo un estratto del rapporto realizzato per i soci Azienda ANIT.

 

Tecnologie per l’isolamento termico

Tenendo conto del fatto che gli investimenti nelle costruzioni ormai sono per lo più dirette alla riqualificazione degli edifici esistenti (grafico 1) ci soffermiamo a analizzare i dati elaborati sulle soluzioni e tecnologie per la riqualificazione.


Grafico 1:
andamento degli investimenti miliardi di € in costruzione. Fonte: Youtrade gennaio 2014

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Come si evince dal grafico 2 il sistema di isolamento a cappotto resta la soluzione predominante per le strutture opache verticali sia al nord che al centro che al sud Italia. Per questa tipologia vengono privilegiati i materiali in polistirene seguiti dalla lana di roccia.

Grafico 2: tecnologie più utilizzate negli edifici esistenti per le strutture opache verticali

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Questo predominio per una sola soluzione non vale quando parliamo di strutture opache orizzontali.

Infatti dal grafico 3 si riscontra una variabilità di tipologie di intervento che passa dal 38% di isolamento dei sottotetti al nord al 39% di isolamento dall’interno con controsoffitto al sud invece. Risultato in linea con il fatto che al nord prevalgono i tetti  a falda mentre al sud sono predominanti le coperture piane.

Grafico 3: tecnologie più utilizzate negli edifici esistenti per le strutture opache orizzontali

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Feltri in lana di roccia o lana di vetro sono facilmente utilizzabili proprio per isolare sottotetti non praticabili, infatti la percentuale delle lane (37%) raggiunge quella dei polistireni (41%) al nord. Gli stessi materiali fibrosi sono ben accoppiabili con controsoffitti nelle realizzazioni al sud, infatti anche al sud, malgrado la predominanza dei polistireni le lane sono presenti in buona percentuale (21%).

Interessante è la parte riguardante i ponti termici.

L’isolamento mediamente previsto per la correzione è tra i 5 e 10 cm per tutti gli innesti tra la parete verticale e gli altri componenti opachi (solaio, pilastro..). Di minore spessore sono le correzioni previste negli aggetti e nella congiunzione con il serramento.

Nel grafico 4 si evidenzia come questi nodi tecnologici vengano solo in parte isolati.


Grafico 4:
isolamento dei ponti termici

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Mercato generale dei materiali isolanti

Dai dati disponibili in letteratura, da ricerche di mercato di diverse fonti e da stime rispetto agli interventi di riqualificazione realizzati, il mercato dei materiali isolanti ha un volume annuale ipotizzato sulla base di diversi indicatori incrociati che si attesta per il 2012 intorno a 7.5 mln di metri cubi di materiale venduto con un fatturato complessivo di circa 600 mln di €.

Si possono individuare diverse tipologie di materiale isolante (vedi tabella 1); le prime 5 categorie raggruppano mediamente più del 90% del mercato in volume. Più del 50% del mercato è assorbito dal polistirene in forma espansa EPS o estrusa XPS.

Tabella 1: Tipologie di materiali isolanti e suddivisione
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Il mercato dei materiali isolanti ha visto una crescita fino al 2008 e oggi si è ai livelli del 2009. E’ un mercato maturo sulla parte di edilizia nuova, dove gli investimenti sono in calo, ma un mercato non del tutto maturo, dal punto di vista tecnico e tecnologico, per la riqualificazione.

Dal grafico 5 che descrive il fatturato complessivo nel mercato dei materiali isolanti in edilizia emergono le seguenti considerazioni:

  • crescita del mercato nel 2006, 2007 e 2008;
  • consistente riduzione complessiva nel 2009;
  • leggera crescita nel 2010 e 2011 senza raggiungere i valori del 2008;
  • contrazione del 2012 con ritorno ai valori del 2009.

Grafico 5: fatturato del mercato dei materiali isolanti. Fonte: elaborazione dati Anit

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L’andamento percentuale del mercato complessivo non è direttamente correlabile all’andamento del mercato per le singole tipologie di materiali isolanti. Il mercato dei materiali è stato influenzato dal 2005 al 2012 da una serie di fattori che hanno condizionato la scelta di una tipologia di un materiale rispetto ad una altro.

Tra questi fattori si evidenziano per esempio:

  • prescrizioni legislative legate all’inerzia termica estiva delle coperture e delle pareti
  • esigenze di spessori ridotti a fronte di prestazioni migliori per accesso agli incentivi o per interventi di isolamento dall’interno
  • applicazioni con implementata la richiesta di reazione al fuoco
  • nuova legislazione con limiti di trasmittanza minori e necessità di correggere i ponti termici
  • facilità di posa ecc…

L’elaborazione della distribuzione % della “torta” in volume dei materiali isolanti per l’anno 2012, è descritta nel grafico 6.

Grafico 6: distribuzione percentuale dei materiali isolanti rispetto al volume venduto nel 2012.  Fonte: elaborazione dati Anit
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Dalla rivoluzione energetica introdotta dal DLgs 192/05, si assiste a un aumento di volume di venduto di materiali isolanti. Quindi le aziende hanno aumentato il proprio volume di venduto, ma la distribuzione percentuale vede le seguenti modifiche:

  • aumento della quota parte coperta dal polistirene (EPS + XPS);
  • riduzione della quota delle lane minerali (LV + LR) fino al 2009;
  • aumento dei materiali considerati “Altro” fino al 2009 e successiva diminuzione della quota di mercato.

L’indicatore principale resta l’andamento del settore delle costruzioni in generale, finché quindi non riusciremo ad uscire dalla crisi di questo comparto difficilmente si potrà pensare ad una ricrescita. Solo le aziende strutturate e già rivolte alla riqualificazione hanno risentito relativamente della recessione.

Infatti se si confrontano gli andamenti tra il grafico 5 e il grafico 7 la linea di tendenza è molto simile anche se il mercato dei materiali isolanti è sostenuto dall’andamento costante e in recupero degli investimenti nelle riqualificazioni degli edifici esistenti. Infatti il mercato dei materiali isolanti si stabilizza sui dati 2009 anziché decrescere ulteriormente.

Grafico 7: andamento degli investimenti in costruzioni. Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria della costruzioni.

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Forme di incentivazione

Si osserva dal grafico 8 che il legislatore, imponendo requisiti sempre più restrittivi per mezzo del DLgs 192 e  s.m., ha dato un impulso importante al mercato dei materiali isolanti.

Grafico 8: efficacia espressa in percentuale delle diverse misure adottare per l’efficienza energetica e gli obiettivi dei protocolli europei. Fonte ENEA

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Il mercato della riqualificazione dell’esistente è un mercato stabile e da monitorare in funzione della riduzione progressiva degli incentivi dei prossimi anni, in particolare della forma di incentivazione del 55-65%. La domanda di edifici e gli indicatori di compravendita nel 2013 hanno visto una leggera ripresa rispetto agli anni passati. L’instabilità di questo provvedimento tuttavia non ha permesso di realizzare interventi sostanziali sull’involucro e fornire i risultati ambientali e energetici che avrebbe potuto produrre

Si conclude che le opportunità maggiori per il mercato dei materiali isolanti derivano dall’inasprimento dei limiti da rispettare per interventi su edifici esistenti anche in un’ottica di superamento degli attuali spessori necessari. Maggiori prestazioni in minore spessore, tenendo però conto dei costi!

Si riporta in tabella 2 la cronologia delle detrazioni del 65% e 50%.

Tabella 2: cronologia delle detrazioni del 65% e del 50%. Fonte: guida Anit alle detrazioni

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Prospettive future

L’introduzione della Direttiva 2010/31/UE ha segnato l’avvio di un nuovo iter legislativo intrapreso in Italia a partire dalla pubblicazione del DL 63/2013.

Tra le novità che sono state introdotte dalla Direttiva c’è il concetto di edifici ad energia quasi zero e la necessità di un analisi costi benefici che servirà a sviluppare i parametri di riferimento per l’edificio ad energia quasi zero.

La EPBD recast richiede agli Stati Membri che i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici siano definiti in un’ottica di raggiungimento dei livelli ottimali di costo. A tali fini, la direttiva ha introdotto una metodologia di analisi comparativa con il proposito di determinare requisiti di riferimento per gli standard nazionali.

Il livello ottimale in funzione dei costi è definito come “il livello di prestazione energetica che conduce al costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio”, dove il costo più basso è determinato tenendo conto dei costi di investimento legati all’energia, dei costi di manutenzione e di funzionamento e degli eventuali costi di smaltimento.

Il 21 marzo 2012 la Commissione ha pubblicato il Regolamento delegato (UE) N. 244/2012 del 16 gennaio 2012, e a seguire, il 19 aprile 2012, le Linee guida (Orientamenti della Commissione) che accompagnano il suddetto Regolamento.

Con l’utilizzo di questa metodologia, gli Stati identificano i requisiti minimi di prestazione energetica corrispondenti ai livelli di costo ottimali, per edifici nuovi e per edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni edili e impiantistiche, importanti e non.

L’Italia ha analizzato due zone climatiche (B,E) e tre tipologie costruttive (ed. monofamiliare, piccolo condominio, grande condominio).

Lo studio del Ministero dello Sviluppo economico ha fondamentalmente come obiettivo di trovare, per i nuovi edifici dei valori di EPi ottimali e per le riqualificazioni di edifici esistenti i parametri ottimali di trasmittanze e di rendimenti impiantistici. Per le riqualificazione si sono presi da riferimento edifici di due periodi storici diversi: tra gli anni ’40 e ’70 e tra gli anni ’70  e ’90.

Nelle tabella 3 e 4  vengono riassunti i risultati dello studio nazionale inviato alla commissione europea.

Tabella 3: indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale ottimale per le nuove costruzioni
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Per quanto riguarda invece la riqualificazione l’attenzione è stata posta proprio sui limiti dei parametri prestazionali.

Tabella 4: trasmittanze ottimali per la riqualificazione energetica di edifici esistenti

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Il futuro si muove nella direzione di produrre limiti più restrittivi sia per gli edifici di nuova costruzione che per edifici esistenti. Tuttavia gli studi effettuati dall’Italia per rispondere alle richieste Europee della Direttiva 31/2010/UE, non propongono prestazioni tali da pensare ad un edificio ad energia quasi zero, per cui per definizione dovrebbe avere un fabbisogno di energia quasi nullo.
L’analisi del Ministero dello sviluppo economico ha diversi punti critici, a partire anche dalle tipologie di edifici utilizzate, soprattutto per le nuove costruzioni. I costi dell’isolamento intervengono nel progetto globale in percentuale relativa, dando tuttavia dei riscontri notevoli da tutti i punti di vista: energetico, sociale, ambientale.

Tali dati saranno probabilmente i valori di partenza per i limiti di prestazione energetica che verranno poi ridotti fino ad arrivare all’edificio ad energia quasi zero, obbligarono dal 2020 per tutti gli edifici e dal 2018 per gli edifici pubblici.

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