Solare termico per la casa: Luca Mercalli: «una scelta energetica che premia»

Il noto climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli conta per le proprie esigenze residenziali sul solare termico. «Una scelta di indipendenza energetica», capace di produrre benefici economici e ambientali, applicabile in tutta Italia, anche in montagna, dove vive.

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Solare termico per la casa: Luca Mercalli: «una scelta energetica che premia»

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Installare un impianto solare termico per la casa è una scelta premiante a livello ambientale ed economico. Lo afferma Luca Mercalli, climatologo, glaciologo e noto divulgatore scientifico, presidente della Società Meteorologica Italiana, nonché European Union Climate Pact Ambassador. La sua opinione deriva dall’esperienza concreta di possessore e fruitore di impianti solari termici.

La scelta di puntare su questa tecnologia la fece già nei primi anni Duemila, con la riqualificazione energetica residenziale, nell’abitazione in bassa Val di Susa, esperienza che ha raccontato nel libro “Prepariamoci” (Chiarelettere editore, 2011). Successivamente ha riqualificato una grangia del 1732, a 1650 metri di quota, in Alta Val Susa, in un clima più severo e con soluzioni tecniche ancora più spinte. Certificata CasaClima R, è stata premiata col CasaClima Award 2021 quale migliore ristrutturazione a basso impatto ambientale d’Italia. Anche in questo caso, la felice esperienza l’ha descritta nel libro “Salire in montagna” (Einaudi, 2020).

Luca Mercalli, quali sono le soluzioni tecnologiche su cui conta per le sue esigenze abitative?

«Ho due o tre pannelli solari termici, a seconda dei due impianti. Nella casa in bassa Val Susa, quello con pompa di calore ha 500 litri di accumulo e tre collettori da due metri quadrati ciascuno. Nella casa in alta Val Susa, conta sempre su un puffer da 500 litri, con due collettori e integrazione di ACS prodotta con una termostufa a legna.

Luca Mercalli per le proprie abitazioni ha scelto solo impianti rinnovabili, a partire da fotovoltaico e termico

In quest’ultimo caso, lo stesso puffer ha la doppia serpentina. Nelle giornate d’inverno,  quando il pannello solare termico è coperto di neve, integro con la termostufa a legna.

Aggiungo che, in entrambe le abitazioni, conto su un impianto fotovoltaico da 6 kW».

Quali sono i vantaggi connessi all’impiego del solare termico per la casa?

«Innanzitutto è una tecnologia più che consolidata, semplice, e che permette di ottenere acqua calda sanitaria e un’integrazione al riscaldamento senza passare dall’elettricità. Proprio così. Spesso si pensa al fotovoltaico come soluzione tecnologica utile per scaldare l’acqua con l’elettricità prodotta «che è gratis». Però, facendo in questo modo, sprechiamo una forma di energia molto pregiata, qual è quella elettrica, per generare calore, energia invece alquanto degradata. Perché allora non raccogliere quest’ultima direttamente dal collettore termico? Così è possibile, nel caso si voglia godere dell’impiego combinato di solare termico e fotovoltaico, destinare quest’ultimo per produrre elettricità, energia “nobile” per tutti gli altri usi domestici. Quindi, è del tutto inutile trasformare il sole in elettricità con il fotovoltaico per poi tornare a fare del calore con l’elettricità, quando posso captare direttamente il calore grazie al collettore solare, in forma molto più efficiente e diretta».

Quindi, da utente e fruitore di fotovoltaico e di solare termico, consiglia l’abbinamento solare termico e fotovoltaico?

«Certamente. Consiglio sempre di mettere entrambi, perché ognuno ha la sua funzione e la svolge con la migliore efficienza possibile. Nell’abitazione in borgata Vazon, in Alta Val Susa, uso il solare termico per acqua calda sanitaria .

Pannelli fotovoltaici installati sul tetto di casa di Luca Mercalli

In un caso, nell’abitazione in Bassa Val Susa, che ho descritto nel libro “Prepariamoci”, uno dei miei primi interventi con le energie rinnovabili, già nel 2004 fu proprio il solare termico, installato per usare l’energia solare sempre per ACS. In più, avendo la pompa di calore a pavimento, contribuisce come integrazione al riscaldamento».

L’impiego del solare termico è vantaggioso in tutte le zone d’Italia?

«Proprio così. È vantaggioso praticamente ovunque in Italia. Certo, d’inverno il solare termico rende meno, ma riesce comunque a elevare la temperatura dell’acqua a una soglia tale per cui l’integrazione di un’altra fonte energetica per portarla alla temperatura necessaria è sensibilmente inferiore. Nella situazione più estrema, ossia in alta quota, l’inconveniente possibile è la copertura di neve del pannello, non la radiazione».

Quali accorgimenti specifici consiglia di adottare col solare termico, anche in termini di dimensionamento dell’impianto?

«Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la richiesta va posta a un professionista esperto. Il mio consiglio è di contare su un buon progettista, perché ogni impianto solare è tagliato su misura. Nel mio caso, conto su due collettori da due metri quadrati, l’uno, per ACS, e nell’impianto dove è installata anche la pompa di calore ne ho tre.

A proposito di accorgimenti utili, nelle aree di montagna occorre avere alcune accortezze, la prima delle quali è riuscire a pulire i pannelli solari termici dalla neve, evitando che vengano coperti. Per questo si può pensare, se possibile, a installarli in una posizione più verticale oppure non sul tetto. Potrebbe andar bene posizionarli sul terreno, oppure in un luogo dove si possano pulire più facilmente. Consiglio sempre il solare termico a svuotamento (detto anche Drain Back – nda), che consente, quando è eccessivamente caldo o freddo, di svuotare il circuito, evitando eventuali “ansie” estive per ebollizione o invernali per il gelo. Mi limito semplicemente a guardare la temperatura, sul visore in casa! Le poche volte, d’inverno, che si hanno più giornate nuvolose consecutive, se la temperatura va sotto la soglia, accendo la pompa di calore per mezz’ora, e ho risolto il problema. Posso dire che, grazie soprattutto al solare termico, mi sono letteralmente… dimenticato come si genera l’acqua calda a casa mia: semplicemente c’è».

Il solare termico richiede comunque un investimento. Sotto l’aspetto economico è una scelta vincente?

«Posso dire di aver fatto, all’inizio, un po’ di calcoli, considerando incentivi e sgravi, quando c’erano vari bonus. Oggi ritengo di essere ampiamente rientrato dell’investimento.

Però, va anche detto che nella nostra vita quotidiana utilizziamo il denaro per fare tante cose su cui non facciamo così tanti calcoli. L’acquisto di un nuovo televisore, di un frigorifero sono solo alcuni esempi. Non credo che spesso facciamo calcoli su spese e tempi di ammortamento nell’acquisto di un elettrodomestico. Penso anche a una spesa più cospicua come l’auto, per cui non si ritorna sull’investimento.

Perché, allora, solo sui pannelli solari dobbiamo fare tutti questi ragionamenti? Perché non comprendere anche altri valori che ne giustificano l’installazione?

Quando penso che per farmi la doccia o lavare i piatti con l’acqua del sole, in modo energeticamente indipendente, non uso combustibili fossili, evitando costi, oltre che aumenti, tutto questo ha un peso specifico significativo. L’autosufficienza energetica, quindi, assume un valore notevole, non monetizzabile. A questo aggiungo anche il beneficio ambientale fornito dal fatto che, usando il solare termico, non genero emissioni di CO₂. Non è poco…».

La scelta di installare un impianto solare termico si inserisce in un discorso più ampio, che mette al centro tutti i cittadini quali produttori, oltre che consumatori, di energia.

Quale contributo può dare ognuno di noi alla causa climatica partendo proprio dalla propria casa?

«Ogni italiano emette in media 7.000 kg di CO₂ l’anno. Questo quantitativo va suddiviso per i vari comparti della vita quotidiana: casa, trasporti, cibo… L’abitazione ha un impatto molto rilevante sul totale. Come ben sappiamo, in Europa, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni climalteranti. Riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria costituiscono un peso significativo di questo impatto a livello residenziale.

Occuparsi quindi della modalità di produzione energetica in casa e cercare di risparmiarla sia con interventi di efficientamento energetico (penso, per esempio, all’isolamento termico) sia con il passaggio alle energie rinnovabili, è un bel modo per lavorare all’abbattimento di una parte importante delle nostre emissioni. Mediante impianti a energia solare, fotovoltaico per l’energia elettrica e solare termico per ACS e parte del riscaldamento, possiamo arrivare ad abbattere quasi totalmente la parte di energia destinata alla casa, e alle emissioni conseguenti.

Faccio notare che il solare termico d’estate, grazie all’accumulo nel puffer fino a 80 °C, anche con due o tre giorni consecutivi di cielo nuvoloso mi è sufficiente a coprire le esigenze di ACS e riscaldamento. Solo d’inverno, il momento più critico, una settimana nuvolosa mi porta a usare la termostufa o la pompa di calore per integrazione. Ma stiamo parlando di una manciata di giorni: messi insieme non si arriva a un mese l’anno». Invece penso a quanto sia stupido bruciare gas d’estate per fare acqua calda che potrebbe arrivare in quantità dal nostro tetto al sole!

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