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Dopo il webinar proposto da Infobuild e Infobuildenergia lo scorso 18 giugno dedicato al Superbonus 110%, continuano gli approfondimenti dei singoli relatori dedicati a un provvedimento così importante e dalle grandi potenzialità ma che, in attesa dei decreti attuativi, continua a creare incertezze negli operatori su molti aspetti. L’Architetto Cecilia Hugony, con una grande esperienza all’estero come progettista e poi come ricercatrice in uno dei più importanti centri tecnologici europei in progetti di innovazione e cooperazione internazionale, dal 2014 è amministratrice delegata di Teicosgroup impresa di costruzioni specializzata nella riqualificazione del patrimonio costruito. L’architetto Hugony coordina inoltre il think tank sulla riqualificazione energetica Renovate Italy, che riunisce imprese, ONG, centri di ricerca per sviluppare riflessioni e proposte in questo ambito. Il Superbonus 110% è un’iniziativa certamente interessante ma non si possono dimenticare, sottolinea l’Architetto, le altre detrazioni previste per gli interventi di efficienza energetica (ecobonus), ristrutturazione (bonus casa) e il bonus facciate, messe in campo da vari anni e confermate dalla Legge di Bilancio fino al 31/12/2020, con l’obiettivo di arrivare a un patrimonio costruito decarbonizzato entro il 2050, considerando anche i target in tema di efficienza energetica fissati dal PNIEC – Piano Nazionale per l’energia e il clima entro il 2030 e ricordando che l’Italia è caratterizzata da un patrimonio edilizio energivoro e per nulla sostenibile. Il problema del nuovo super bonus previsto dal DL Rilancio spiega Cecilia Hugony, è che mancano requisiti certi, “a parte 110 e 5 anni, su tutto il resto non siamo in grado di sviluppare ad oggi una progettazione”. I due requisiti principali, il doppio salto di classe e la modalità di applicazione dei CAM, sono chiari solo sulla carta. In realtà, in attesa dei decreti attuativi, non c’è alcuna certezza. I decreti attuativi dovranno dare risposte sia sui requisiti minimi che devono avere gli specifici interventi per ottenere qualsiasi tipo di ecobonus, sia sui vari massimali di costo per tipologia di intervento, quelli per unità immobiliare, ma anche quelli per la spesa massima prevista per KWh di caldaia installata e per m2 di isolamento termico posato. “Questi massimali possono capovolgere le aspettative sul bonus 110%: è chiaro infatti che se mi viene offerto su un costo che è la metà di quello necessario per effettuare la riqualificazione energetica, non ho migliorato la condizione economica del mio intervento rispetto alla situazione attuale, anzi l’ho peggiorata”. La definizione dei massimali di spesa è un aspetto importantissimo. Il punto di partenza sono i massimali applicati nel conto termico del 2015 che fanno un ragionamento per tecnologia: limiti di spesa per kWh risparmiati per pompa di calore e limiti di spesa per isolamento su paramenti verticali e coperture. Sono però del tutto inadeguati rispetto alle esigenze attuali: “Si rischia di schiacciare la qualità dell’intervento verso il basso, senza risolvere altre problematiche dell’edificio (degrado, bonifiche). L’altro rischio è che per interventi di qualità di fatto l’incentivo 110% copra solo la metà della spesa reale”. La riqualificazione energetica, aggiunge l’Architetto Hugony è un processo lungo e complesso, che parte dalla diagnosi energetica, richiede una progettazione integrata del sistema edificio-impianto, che consideri diversi aspetti di conservazione dell’edificio, patologie e degrado, ma anche quelli legati all’energia, alla sicurezza e alle bonifiche. I limiti di costo andrebbero legati all’effettivo risparmio ed efficacia dell’intervento che si raggiunge. E non si può dimenticare che in Italia ci sono circa 15 tipologie diverse di detrazioni, tra cedibili e non, che chiaramente influenzano la definizione del pacchetto di intervento. Il superbonus 110% si inserisce in questo percorso. Rimangono infine da chiarire moltissimi aspetti: si parla di un visto di conformità necessario alla cessione del credito che dovrebbe rilasciare il CAF o il commercialista, ma on c’è certezza; non sono chiare le modalità attuative della cessione del credito alle Banche, né quelle per l’asservazione del raggiungimento dei requisiti e le modalità di comunicazione all’Enea. Vedi anche Valeria Erba: chiariamo gli obiettivi del Superbonus 110% Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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