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Indice degli argomenti: PNIEC: le principali misure previste Associazioni critiche nei confronti del PNIEC La Commissione Europea chiede più ambizione nel piano energia e clima al 2030 E’ stato pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico il testo finale del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, realizzato in collaborazione con Ministero dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture e Trasporti, considerando le novità introdotte sia dal Decreto Clima che dalla Legge di Bilancio per quanto riguarda gli investimenti in tema di Green New Deal. Ricordiamo che il PNIEC, che è stato inviato alla Commissione europea in attuazione del Regolamento (UE), 2018/1999, fissa degli obiettivi vincolanti al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. Stabilisce inoltre target da raggiungere in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità sostenibile, definendo precise misure che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi definiti con l’accordo di Parigi e la transizione verso un’economia a impatto climatico zero entro il 2050. Il PNIEC prevede 5 linee di intervento – decarbonizzazione; efficienza; sicurezza energetica; sviluppo del mercato interno dell’energia; ricerca, innovazione e competitività – che si svilupperanno in maniera integrata attraverso la pubblicazione nel corso del 2020 dei decreti legislativi di recepimento delle direttive europee e che dovrebbero garantire, secondo il Governo, una diminuzione del 56% di emissioni nel settore della grande industria, -35% nel terziario e trasporti, portando al 30% la quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia. L’Italia intende accelerare la transizione dai combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili, promuovendo il graduale abbandono del carbone per la generazione elettrica a favore di un mix elettrico basato su una quota crescente di rinnovabili e, per la parte residua, sul gas. Nel testo si legge che “La concretizzazione di tale transizione esige ed è subordinata alla programmazione e realizzazione degli impianti sostitutivi e delle necessarie infrastrutture”, il che fa pensare che senza la realizzazione di tali nuovi impianti il Piano non andrà avanti. L’Italia, come si vede dalla tabella qui sotto, punta a portare la quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia al 30%, alla riduzione del 43% dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007, alla riduzione del 33% dei gas serra. In particolare il contributo previsto delle rinnovabili per il soddisfacimento dei consumi finali lordi totali al 2030 è così differenziato tra i diversi settori: – 55,0% di rinnovabili nel settore elettrico; – 33,9% di rinnovabili nel settore termico; – 22,0% per quanto riguarda l’incorporazione di rinnovabili nei trasporti. PNIEC: le principali misure previste – Phase out dal carbone al 2025 e promozione dell’ampio ricorso a fonti energetiche rinnovabili, a partire dal settore elettrico, che al 2030 raggiunge i 16 Mtep di generazione da FER, pari a 187 TWh. Grazie in particolare alla significativa crescita di fotovoltaico la cui produzione dovrebbe triplicare ed eolico, la cui produzione dovrebbe più che raddoppiare, al 2030 il settore elettrico arriverà a coprire il 55,0% dei consumi finali elettrici lordi con energia rinnovabile, contro il 34,1% del 2017. Saranno inoltre favoriti interventi di revamping e repowering. L’obiettivo finale del fotovoltaico è stato portato a 52GW nel 2030, con la tappa del 2025 di 28,5: si prevede dunque che negli ultimi 5 anni vengano installati più di 23 GW dei 30 GW, un obiettivo che Italia Solare considera troppo ambizioso. – Nel testo si parla (finalmente) di valutazione di un percorso di stabilizzazione per le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e per la ristrutturazione degli edifici, per un periodo di almeno 3 anni, con la possibile integrazione di Ecobonus, del Sismabonus e del bonus casa in un unico meccanismo. Per quanto riguarda gli interventi che hanno effetto sulla prestazione energetica degli edifici, il beneficio sarà modulato a seconda del risparmio atteso, considerando l’intera vita tecnica dell’intervento, con l’obiettivo di incentivare la realizzazione di interventi profondi di riqualificazione (deep renovation), premiando quelli con il miglior rapporto costo-efficacia. – Nel settore del riscaldamento e raffrescamento la quota di rinnovabili al 2030 è fissata al 33,9% dei consumi. Le rinnovabili supereranno i 15 Mtep, grazie soprattutto all’incremento dell’energia rinnovabile legata alle pompe di calore. – Si prevede di rafforzare il meccanismo dei certificati bianchi. – Per quanto riguarda il settore dei trasporti, si prevede che il settore superi il valore del 14% per contribuire a raggiungere il target del 30% dei consumi coperto da rinnovabili, fino ad arrivare a una quota rinnovabile del 22,0%. Associazioni critiche nei confronti del PNIEC Secondo Italia Solare il Piano non è abbastanza ambizioso nei suoi obiettivi di decarbonizzazione e traccia una strada non abbastanza precisa per raggiungere i target al 2030. Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE sottolinea che “Il PNIEC resta un piano ‘gas-centrico’ che non ha il coraggio di puntare direttamente sulle rinnovabili nel processo di transizione energetica. Un errore strategico che pagheremo in termini di competitività, di occupazione e crescita”. Tra gli aspetti più criticati, l‘obiettivo finale del fotovoltaico a 52 GW considerato insufficiente perché non si considera la perdita di producibilità dovuta al degrado dei moduli; lo sviluppo delle comunità energetiche, troppo generico e senza indicazioni precise per la loro piena attuazione, un’analisi troppo superficiale del passaggio alla mobilità elettrica, che non considera la completa decarbonizzazione nei trasporti, anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture di ricarica su tutto il territorio. Greenpeace sottolinea che il testo del PNIEC è insufficiente a contrastare l’emergenza climatica e a garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi. Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia commenta “Ad una prima lettura del testo proposto dal governo si vedono aumenti quasi insignificanti per gli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili termiche, mentre il gas, uno dei responsabili della crisi climatica, continua ad essere il padrone indiscusso del futuro del nostro Paese”. Critiche anche dal WWF che denuncia una “sostanziale assenza di coraggio e di visione strategica a lungo termine”. 18/6/2019 La Commissione Europea chiede più ambizione nel piano energia e clima al 2030 La Commissione ha pubblicato le valutazioni sulle proposte di piani presentati dagli Stati membri in attuazione degli obiettivi concordati dell’Unione dell’energia, in materia di energia e clima per il 2030. Pur apprezzando l’impegno dei paesi si richiede una maggior ambizione verso l’impatto climatico zero. Il commento del Greepeace sulle raccomandazioni per l’Italia: la centralità data al gas nel piano presentato dall’Italia è in contraddizione con gli obiettivi di decarbonizzazione Indice degli interventi Le raccomandazioni inviate all’Italia Avviata la consultazione pubblica del piano energia e clima al 2030 Presentata in Commissione UE la proposta per il Piano nazionale integrato Energia e Clima Rinnovabili al 30% nel 2030 nel Piano nazionale per energia e clima La Commissione europea dopo aver valutato le proposte di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNEC) per il periodo 2021-2030 presentate dai vari Paesi dell’Unione, ha pubblicato le proprie raccomandazioni. In linea di massima, pur apprezzando l’impegno mostrato dai paesi si richiede una maggior ambizione che assicuri il raggiungimento dei target climatici per il 2030 definiti con l’accordo di Parigi e la transizione verso un’economia a impatto climatico zero entro il 2050, attraverso un maggior ricorso alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica. Le raccomandazioni inviate ai singoli paesi evidenziano gli aspetti da migliorare dei PNEC considerando la scadenza di fine anno per la presentazione dei piani definitivi. Maroš Šefčovič, Vicepresidente per l’Unione dell’energia, ha questo proposito ha commentato “Chiarezza e prevedibilità sono il vero e proprio vantaggio competitivo della politica europea in materia di energia e clima. Sfruttiamo quindi al meglio quest’occasione dando ai piani nazionali la forte spinta finale di cui hanno bisogno”. Il Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete ha ricordato la recente proposta della Commissione perché l’Unione raggiunga l’impatto climatico zero entro il 2050. Perché questo obiettivo possa essere raggiunto è necessario intensificare gli sforzi nella giusta direzione verso il contrasto dei cambiamenti climatici e la modernizzazione dell’economia: “Invito il Consiglio ad avviare una discussione sulle principali priorità indicate dalla Commissione, così da aiutare la stesura di piani definitivi che presentino un adeguato livello di ambizione”. A livello comunitario le proposte di PNEC sono insufficienti sia per le fonti rinnovabili, con una lacuna da colmare di circa l’1,6%, sia per l’efficienza energetica con un gap di circa il 6,2% (se si considera il consumo di energia primaria) o del 6% (se si considera il consumo di energia finale). Gli Stati membri dovranno considerare le raccomandazioni della Commissione per la stesura dei piani PNIEC definitivi. In alternativa dovranno pubblicare la motivazione. Le raccomandazioni inviate all’Italia La Commissione nella Raccomandazione chiede che il nostro paese intervenga per sostenere la quota del 30% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, aumentare il livello di ambizione per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento, migliorare le misure per conseguire l’obiettivo nel settore dei trasporti fissato all’articolo 25 della direttiva 2018/2001. Inoltre si chiede all’Italia di ridurre la complessità e l’incertezza normativa, di precisare i quadri favorevoli all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e alle comunità di energia rinnovabile. Per quanto riguarda l‘efficienza energetica il Piano dovrebbe garantire risparmi adeguati anche nel periodo 2021-2030. La Commissione chiede di chiarire se la misura del “previsto sviluppo nel settore del gas sia compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone”. A questo proposito Luca Iacoboni – responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia – dichiara che la centralità data al gas nel piano presentato dall’Italia è in contraddizione con gli obiettivi di decarbonizzazione, ovvero la riduzione della CO2. Si richiede poi all’Italia di precisare gli obiettivi nazionali e di finanziamento per la ricerca, l’innovazione e la competitività da raggiungere nel periodo 2021-2030, di svolgere consultazioni con i paesi limitrofi per approfondire e integrare meglio l’aspetto della transizione, di chiarire le misure previste su società, occupazione, competenze e distribuzione del reddito, anche nelle regioni industriali e ad alta intensità di carbonio. 21 marzo 2019 Avviata la consultazione pubblica del piano energia e clima al 2030 Presentato dai ministri Di Maio, Costa e Crippa il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030 che dovrebbe avviare l’Italia verso la decarbonizzazione entro il 2050. I cittadini sono invitati a partecipare alla consultazione pubblica on line fino al 5 maggio Ieri il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio insieme al Sottosegretario Davide Crippa hanno presentato il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030, che punta alla tutela ambientale, alla piena decarbonizzazione attraverso il sostegno a rinnovabili ed efficienza energetica e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il ministro Costa ha infatti ricordato che “per ogni miliardo speso in fonti fossili si producono circa 5mila posti di lavoro, mentre per ogni miliardo speso nelle rinnovabili se ne ottengono 15mila”.Si tratta di una transizione fondamentale per il nostro paese, anche per il rispetto dei target fissati dall’Unione Europea su efficienza eneregtica ed energie rinnovabili e che richiederà tempo e controlli, è infatti previsto un monitoraggio ogni due anni per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. I principali aspetti del Piano graduale eliminazione del carbone nella produzione di energia, entro il 2025, 30% dei consumi finali lordi di energia coperto da fonti rinnovabili entro il 2030, la percentuale nei trasporti è del 21,6% riduzione al minimo degli impatti ambientali e delle emissioni – 56% di emissioni entro il 2030 nel settore della grande industria e della produzione elettrica, rispetto al 2005. (l’obiettivo europeo è del 43%) – 34,6% per il settore terziario e trasporti sostegno all’efficienza energetica riduzione della dipendenza da combustibili fossili stranieri Imprese e cittadini sono invitati a partecipare a questo processo di transizione, da ieri è infatti on line il portale attivato dai ministeri per la consultazione pubblica. Tutti potranno inviare le proprie proposte fino al 5 maggio. 6/2/19 Presentata in Commissione UE la proposta per il Piano nazionale integrato Energia e Clima Una nota del Ministero dell’Ambiente fa sapere che la proposta di Piano Nazionale Energia e Clima è stata presentata in Commissione UE: al 2030 rinnovabili al 30% e riduzione dei consumi energetici del 43%.Il Piano stabilisce le azioni da attuare per velocizzare la riduzione delle emissioni di gas serra e la profonda decarbonizzazione entro il 2050, coinvolgendo tutti i diversi aspetti dell’energia e dell’ambiente. I principali aspetti del Piano riguardano la la graduale eliminazione del carbone nella produzione di energia, entro il 2025, il sostegno alle energie rinnovabili, la riduzione al minimo degli impatti ambientali e delle emissioni, attraverso per esempio l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici, l’uso di pompe di calore, la riduzione del consumo del suolo, i biocarburanti avanzati per l’uso di residui e rifiuti. Sostegno anche all’efficientamento energetico, quale leva per ridurre la dipendenza da combustibili fossili stranieri sostenendo in contemporanea la crescita economica. I risparmi energetici sono attesi soprattutto nel settore civile e dei trasporti, dove l’elettrificazione ridurrà anche l’inquinamento atmosferico.Un comitato direttivo intergovernativo formato dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dei Trasporti monitorerà il raggiungimento degli obiettivi preposti. E’ previsto inoltre un ampio coinvolgimento delle parti interessate e delle autorità locali, anche attraverso una consultazione pubblica, tramite la piattaforma del sito web NECP istituzionale. I cittadini e le imprese saranno coinvolti nel processo di transizione, promuovendo l’autoconsumo e le comunità energetiche, monitorando nel contempo le bollette energetiche e la competitività delle imprese. Scarica il Piano per l’Energia e il Clima presentato in Commissione 10/1/19 Rinnovabili al 30% nel 2030 nel Piano nazionale per energia e clima Mise e Ministero dell’Ambiente hanno inviato alla Commissione europea la proposta per il Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC) al 2030. Una volta approvato gli obiettivi saranno vincolantiInviata a Bruxelles la proposta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente del Piano nazionale integrato per energia e clima, come richiesto dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio 2016/0375 sulla Governance dell’Unione dell’energia. Gli obiettivi fissati nel Piano, una volta approvato, saranno vincolanti per l’Italia, nel 2024 potranno essere revisionati solo al rialzo. Il piano prevede che entro il 2030 il 30% dei consumi finali lordi di energia sia coperto da fonti rinnovabili, in linea con il target fissato per il nostro paese dall’UE e il 21,6% nei trasporti, percentuale superiore al 14% fissato dall’Unione. Inoltre, nel Piano è prevista una diminuzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% a fronte di un obiettivo UE del 32,5% e la diminuzione dei GHG vs 2005 per tutti i settori non ETS del 33%, ovvero il 3% in più rispetto a quanto previsto da Bruxelles. Nella nota del Mise si legge che il Piano, che guiderà nei prossimi 10 anni la politica energetica e ambientale del nostro Paese e dell’UE, comprende 5 ambiti principali: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività. Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia Davide Crippa ha sottolineato che si tratta di uno strumento molto importante, che permetterà all’Italia di raggiungere gli obiettivi per il clima e l’ambiente ma, che per riuscirci, avrà bisogno del sostegno e della collaborazione attiva da parte di tutti gli stakeholders, sia nella fase di predisposizione che di realizzazione. Il Ministero infatti intende avviare una consultazione con tutte le parti interessate, comprese le parti sociali attraverso la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), che dovrà esaminare l’impatto ambientale del piano nel corso del 2019 e tavoli tematici di lavoro. Molto soddisfatto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che sottolinea che l’attuazione del Piano consentirà al nostro paese di lasciare le fossili: “L’uscita dal carbone, al più tardi nel 2025, le rinnovabili al 30% nel 2030, la riduzione dei consumi energetici del 43% al 2030 sono degli impegni concreti e non un libro dei desideri”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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