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La battaglia contro il cambiamento climatico si vince uniti. Efficienza energetica, revamping e rinnovabili rappresentano un’incredibile occasione di sviluppo per il nostro paese Ad aprire i lavori di “Restart: rispetto e coscienza per un’energia sostenibile“, convegno organizzato da Fronius in Gran Guardia a Verona e dedicato all’efficienza energetica e a un futuro sostenibile, Maurizio Cheli primo astronauta italiano ad aver partecipato a una missione Nasa con il ruolo di Mission Specialist a bordo di uno Shuttle. Cheli è riuscito a emozionare tutto il pubblico presente raccontando una passione nata da bambino, coltivata negli anni degli studi e che l’ha portato, giovane astronauta, nello spazio. Maurizio Cheli ci ha fatto sognare con immagini meravigliose della terra riprese dallo Shuttle, l’incanto di certe albe come delle notti, ma l’astronauta italiano ci ha soprattutto fatto riflettere sulla fragilità del nostro pianeta che va protetto dall’inquinamento e dal surriscaldamento. Dallo spazio è evidente ciò che i cosiddetti “sapiens” hanno fatto alla terra, ed è ora necessario che “La sostenibilità diventi un concetto trasversale in tutto quello che facciamo”, che coinvolga tutti i soggetti in vista dell’unico obiettivo comune per un futuro sostenibile, attraverso azioni concrete che non si possono più rimandare. Se considerariamo che la popolazione mondiale nei prossimi 30 anni è destinata ad aumentare in maniera esponenziale e il fabbisogno energetico crescerà del 40%, è chiaro che dobbiamo preoccuparci fin da oggi, fare risparmio energetico e produrre energia attraverso le rinnovabili. La tavola rotonda che è seguita, partendo proprio dall’invito lanciato da Maurizio Cheli, ha offerto interessanti spunti di riflessione a tutta la platea. Francesco Sperandini Presidente e Amministratore Delegato del GSE ci ha ricordato che questa è stata la decade più calda della storia per motivi chiaramente antropici legati a deforestazione, estrazione e consumo di fonti fossili. Ormai c’è molta consapevolezza di che cosa significhi il cambiamento climatico, ma servono azioni concrete a livello globale, crescita sostenibile e soldi per evitare altre ferite per il pianeta. Cosa può fare l’Italia? Il nostro paese pesa sulle emissioni di CO2 l’1%. Se facciamo qualcosa sulle emissioni all’Italia costa perché siamo un paese efficiente, siamo il secondo paese al mondo per efficienza energetica e il primo paese al mondo per cogenerazione. Per BlackRock, il più grande fondo di investimento al mondo, siamo il 4 paese al mondo per carbon footprint e i primi 3 hanno l’energia nucleare. Siamo il primo paese al mondo per l’impatto del fotovoltaico sui consumi energetici, siamo un paese virtuoso, l’eccellenza mondiale della sostenibilità. Ma proprio per questo i guadagni a margine di un’ulteriore eccellenza costano molto di più. Un euro in un paese inefficiente permette di recuperare molta più CO2 di quanta ne recuperiamo noi. Francesco Sperandini ricordando che il GSE è il tutore della battaglia contro il cambiamento climatico, ha sottolineato quanto il Bel Paese investe in sostenibilità, attraverso l’Enea grazie alle detrazioni fiscali e, tramite il GSE, investe l’1% del proprio PIL, come incentivi per rinnovabili ed efficienza energetica. Questi investimenti rappresentano un’occasione di crescita molto importante, quando infatti la battaglia al cambiamento climatico sarà vinta, e non ci sono alternative, saremo fra i primi al mondo, avremo i processi, i sistemi, i prodotti e saremo particolarmente competitivi, le nostre imprese potranno presentarsi sul mercato con un reale vantaggio competitivo. Oggi l’Italia ha una grandissima opportunità nel Revamping perché abbiamo il parco fotovoltaico più composito per tecnologia, dimensione, collocazione geografica e ampiezza, anche per gli incentivi che sono stati erogati con i vari Conti Energia. Dobbiamo sperimentare su questo parco soluzioni di manutenzione, gestione, ottimizzazione, è necessario massimizzare la produzione dei nostri impianti. “Tra 5 anni quello che facciamo qui lo rivendiamo in tutto il mondo. Facciamo filiera industriale sulla ottimizzazione degli impianti affinché fra qualche anno, quando si verificheranno sugli altri impianti in tutto il mondo gli stessi problemi, le nostre imprese ci saranno, con soluzioni e tecnologie all’avanguardia”. Il presidente Enea Federico Testa ci spiega cosa si debba fare per la vera efficienza energetica. Noi in Italia non ci siamo impegnati a sufficienza. Se le nostre imprese hanno fatto efficienza energetica, in tutto quello che è abitativo, residenziale e dei trasporti non si è fatto abbastanza. Sono stati fatti singoli interventi, per esempio sulle caldaie o sugli infissi, ma non si interviene abbastanza sulle strutture degli edifici. Eppure abbiamo un patrimonio di edifici estremamente inefficiente, costruito negli anni del boom economico in assenza di qualsiasi regolamentazione energetica. Per non parlare della Pubblica Amministrazione che è in una situazione ancora peggiore, mentre dovrebbe essere un esempio di promozione dell’efficienza energetica implementando nuovi sistemi e sviluppando nuove competenze. In questo caso è necessario mettere mano agli eccessivi vincoli burocratici e si devono trasferire alla PA le competenze che non ha, così da riuscire a far sì che le scuole, i comuni, gli ospedali, siano posti più efficienti e più sicuri. Affiancando progetti hard di efficienza energetica con progetti di messa in sicurezza, si può risparmiare, si produce sviluppo per le imprese e i cittadini. L’efficienza energetica ha infatti un grande vantaggio perché produce ricadute immediate su filiere produttive italiane. Questo naturalmente vale anche per il residenziale. Fare efficienza energetica in un condominio non è facile, perché bisogna mettere tutti d’accordo e i tempi sono lunghi. Si è cercato di capire quali fossero gli ostacoli per rimuoverli, attraverso per esempio la possibilità di cedere l’incentivo. L’opportunità inserita nella Manovrina, per i soggetti incapienti, di cedere anche alle banche il bonus per interventi di riqualificazione va esattamente in questa direzione. A proposito di Manovrina è stato inserito un emendamento che è una sorta di sanatoria per impianti con pannelli contraffatti e certificazioni irregolari, che interessa gli impianti di potenza superiore ai 3 KW e che hanno beneficiato degli incentivi. Grazie alla sanatoria gli operatori truffati avranno la certezza dell’incentivo per tutta la convezione. In questo modo il mercato rimarrà dinamico e si svilupperà. Alberto Pinori, presidente Anie Rinnovabili, ha sottolineato l’importanza del dialogo, grazie infatti alla proficua collaborazione che si è creata con il GSE si sono prodotti importanti effetti. A partire dal nuovo DTR emanato dal GSE che è il mezzo con cui le aziende possono fare realmente revamping, ovvero il rinnovamento del parco di impianti fotovoltaici e tra poco anche eolici. E’ un fatto importantissimo perché abbiamo circa 2 GW su cui poter fare efficienza e rinnovamento, valorizzando un parco esistente che in certi casi è piuttosto degradato. C’è poi il superammortamento fino al 140% per gli impianti fotovoltaici perché l’Agenzia delle Entrate con la circolare 4/E dello scorso 30 marzo ha finalmente considerato l’impianto fv un bene mobile per le imprese e può essere ammortizzato con aliquota del 9%, con la possibilità di usufruire di un aumento del 40% del costo di acquisto del bene. Grazie a questa novità, con i prezzi dei moduli che sono calati, oggi un impianto solare per un’azienda ha un ritorno dell’investimento di 5 anni, a fine 2017 potremmo arrivare a 4. Un’altra interessante opportunità è legata allo storage: per i sistemi di accumulo termico ci sono le detrazioni fiscali del 65% per l’efficienza energetica e quelle del 50% per il fotovoltaico, che rappresentano due opportunità concrete e già ben percepite dalle famiglie. Anie Rinnovabili ha messo in campo altre importanti iniziative, con il supporto di Ministero Ambiente e GSE è stata fatta una proposta per la rimozione dell’amianto, la realizzazione di un intervento di isolamento e l’installazione di un impianto fovovoltaico o eolico. Grazie a questo le imprese avrebbero beneficiato di un 35% di credito d’imposta o detrazione fiscale fino a un massimo di 200.000 euro in 3 anni. “Purtroppo, ci dice Pinori, l’emendamento è stato bloccato in Legge di stabilità ma continueremo a proporlo come ulteriore opportunità considerando che in Italia abbiamo l’1% della superficie nazionale coperta da amianto”. La nuova SEN, in consultazione pubblica fino al 12 luglio, ha fissato da qui al 2030 l’obiettivo nazionale italiano di elettricità prodotta da fonte rinnovabile al 48,8%. E’ un obiettivo estremamente sfidante che aprirà nuove opportunità per il nostro paese. Nel pomeriggio si sono susseguite sul palco le aziende partner del convegno RESTART, che hanno presentato la propria realtà come un esempio concreto di ciò che è possibile fare oggi per migliorare le condizioni ambientali della Terra dato che i mezzi e gli strumenti per poter produrre energia in modo pulito esistono già. Torniamo a casa sorridenti e consapevoli che la strada intrapresa sia quella giusta: l’Italia sta facendo efficienza energetica e istituzioni, associazioni e aziende coinvolte in questro processo fanno sempre più squadra per l’obiettivo comune di un futuro rinnovabile e sostenibile. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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