Decreto Pnrr 2 in Gazzetta Ufficiale: le novità su rinnovabili, ambiente ed efficientamento energetico 04/07/2022
A cura di: Arch. Gaia Mussi Indice degli argomenti: Che cos’è la certificazione EPD e la normativa di riferimento Come si certifica un prodotto? I vantaggi che ne derivano Nel settore edile è sempre più importante l’attenzione alla sostenibilità ambientale, non solo in termini di diminuzione dei consumi ma anche considerando l’impatto dei prodotti e dei materiali utilizzati sull’ambiente e sulla nostra salubrità. La certificazione EPD permette di testimoniare la sostenibilità di un prodotto, che ormai è un requisito di grande valore in edilizia, tanto quanto lo sono le prestazioni assicurate dalle soluzioni scelte. Del resto, il numero dei progetti “green” aumenta e il mondo delle costruzioni si è posto chiari obiettivi di riduzione del proprio impatto ambientale. Un impegno che si traduce, fondamentalmente, nel favorire il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni. Ma per riuscire a cambiare serve un approccio che guardi all’intero processo edile, non solo all’edificio. Questo significa attuare una moltitudini di azioni, tutte finalizzate ad incrementare la sostenibilità dell’edilizia. Ne è un esempio l’acquisto di materiali e prodotti sostenibili. Di pari passo, è necessario che si sviluppi la giusta consapevolezza e conoscenza da parte degli attori del settore, che si devono orientare in un mercato, quello della bioedilizia, attualmente in costante crescita. Che cos’è la certificazione EPD e la normativa di riferimento La certificazione EPD, ossia la Environmental Product Declaration, è un’etichetta ambientale che ha lo scopo di fornire informazioni oggettive, chiare e confrontabili in merito alla sostenibilità di un prodotto. I dati raccolti e comunicati mediante questa dichiarazione sono di natura quantitativa e calcolati secondo le procedure di Life Cycle Assessment (UNI EN ISO 14040). Le norme di riferimento sono principalmente due, la UNI EN ISO 14025:2010 “Etichette e dichiarazioni ambientali – Dichiarazioni ambientali di Tipo III – Principi e procedure” e la UNI EN 15804:2014 “Sostenibilità delle costruzioni – Dichiarazioni ambientali di prodotto – Regole quadro di sviluppo per categoria di prodotto”. Img by EPD Italy La prima si occupa in modo generale delle dichiarazioni ambientali di Tipo III, quindi riguardanti dati oggettivi e certificate da enti terzi esterni, andando a completare quanto stabilito dalla UNI EN ISO 14020 sulle modalità di utilizzo delle informazioni ambientali. La seconda norma citata, invece, è specifica per il mondo delle costruzioni e contiene le regole per elaborare le dichiarazioni ambientali per differenti categorie di prodotto (definite PCR, Product Category Rules). Questo significa che sono normati i parametri da dichiarare, le metodologie da utilizzare, le fasi del ciclo di vita da considerare, i processi da includere. Grazie a tutti questi dati, i prodotti da costruzione possono essere tra loro confrontati. Dotarsi di una certificazione EPD assicura una crescita del valore dei propri prodotti, garantita perché si tratta di una valutazione realizzata da un soggetto terzo indipendente accreditato, il che non può che confermare la veridicità e credibilità dei dati contenuti. Come si certifica un prodotto? Come anticipato, l’iter per la certificazione ambientale parte dall’applicazione di un approccio LCA ad un prodotto. I risultati dell’analisi sono espressi tramite indicatori di ambientali, che misurano per unità di prodotto aspetti e impatti come la produzione di rifiuti, le emissioni in atmosfera e in acqua, i consumi energetici e di materie prime. Il tutto, chiaramente, valutando le differenti fasi di vita di un prodotto, che possono andare dell’estrazione delle materie prime fino alla produzione (Cradle to Gate) o addirittura fino alla sua dismissione (Cradle to Grave). La dichiarazione ambientale di prodotto è su base volontaria e tutti i dati e le informazioni raccolte vengono poi verificate da un ente terzo accreditato, che ne certifica la veridicità. Il controllo degli Organismi di certificazione è ad opera di Accredia, ente di accreditamento nazionale. Solo dopo la verifica, la dichiarazione ambientale può essere pubblicata e comunicata al mercato. I vantaggi che ne derivano I vantaggi che derivano dalla diffusione delle dichiarazioni ambientali di prodotto sono diversi, ma il principale riguarda sicuramente la possibilità che si offre ai consumatori di informarsi e valutare gli acquisti in modo responsabile e consapevole. Quando ci si appresta ad affrontare lavori edili, quindi, la scelta dei materiali può essere presa anche in base a queste informazioni, trasparenti e attendibili, proprio perché certificate e verificate. Inoltre, favorire il mercato dei materiali sostenibili permette anche di ridurre l’impatto ambientale degli edifici, che diventano così sempre più green. Non è un caso che i principali protocolli di valutazione della sostenibilità degli edifici prevedano specifici criteri relativi ai materiali utilizzati. Ne sono un esempio il protocollo LEED, ITACA e BREAAM. Inoltre, con l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi in edilizia, l’utilizzo di materiali certificati con etichette di Tipo III, come l’EPD, favorisce la dimostrazione del rispetto dei requisiti richiesti. Tutti questi meccanismi favoriscono lo sviluppo di un’industria attenta agli impatti ambientali, impegnata ad efficientare e rendere sostenibili i propri processi. Chiaramente, ne guadagna anche il brand, in quanto essere riconosciuti come produttori attenti a queste tematiche, oggi, offre sicuramente importanti vantaggi competitivi. Lo schema italiano EPDItaly Lo schema italiano permette di adottare regole comuni e sotto accreditamento, che assicurino la correttezza e l’uniformità delle valutazioni eseguite, aspetto molto importante per le Stazioni Appaltanti che devono far rispettare i requisiti di cui al DM 11/01/2017 (CAM) per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, così come per le opere di ristrutturazione e manutenzione di edifici. Grazie a una serie di accordi realizzati da ICMQ con alcuni dei maggiori enti di certificazione europei, un produttore italiano può usare la EPDItaly® in tutti gli schemi di rating esistenti presso questi Paesi; la certificazione diviene dunque anche uno strumento per promuovere la qualità del Made in Italy. Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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