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Il quartiere periferico di Vauban, a Friburgo, è un punto di riferimento mondiale per una architettura attenta alle strategie per l’efficienza energetica
Friburgo antesignana di un cambiamento di prospettive: negli anni Settanta, quando ancora nessuno parla di rivoluzione energetica o di green economy, la città si oppone alla costruzione, a 30 chilometri dai suoi confini, di una centrale nucleare. Da quell’episodio si avvia la rivoluzione verde di Friburgo. Promuovendo il solare fotovoltaico e altre fonti rinnovabili, la città ha saputo ridurre del 14% le emissioni di gas serra rispetto al 1992 ed è orientata a superare gli obiettivi dell’Unione Europea, per arrivare, nel 2030, a un meno 40%. Iniziando dallo stadio comunale, per arrivare agli edifici pubblici e passando per molti palazzi privati: sono tutte strutture che, o in facciata o sul tetto, hanno moduli fotovoltaici. Un sito web, promosso dall’amministrazione comunale, permette a chiunque lo voglia di valutare se il tetto della propria abitazione è adeguato a ospitare o no un impianto solare. Il sito fornisce anche utili informazioni pratiche per il calcolo delle dimensioni dell’impianto e per individuare l’angolo migliore per alloggiarlo. Il comune non dà solo risorse web, ma anche sostegni economici, che vanno a aggiungersi a quelli federali, per chi coibenta, installa finestre a triplo vetro o realizza altri interventi per il risparmio energetico. Edilizia a basso consumo energetico e Friburgo sono un binomio inscindibile: nel 1992, la città adotta, per le nuove costruzioni, standard del 30% inferiori rispetto a quelli statali. Ancora più rigorosi sono i limiti per il 2011: a fronte di una media europea di 200-230 kWh/m2 anno, le nuove case di Friburgo potranno consumare non più di 15 kWh/m2 anno. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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