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Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale dopo il 2016 lo scorso anno è stato il più caldo di sempre, con un aumento medio delle temperature di circa 1,1°C rispetto all’era preindustriale. Sempre più a rischio il rispetto dell’Accordo di Parigi la redazione Nel Report pubblicato la scorsa settimana dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che ha analizzato i principali set di dati internazionali, si conferma che il 2019 è stato il secondo anno più caldo di sempre dopo il 2016 – anno in cui sono state registrate temperature record a causa a causa del El Niño – con un aumento della temperatura media globale di circa 1,1°C rispetto all’era preindustriale e un aumento del riscaldamento degli oceani a un livello molto alto. Siamo dunque pericolosamente vicini al limite di 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi. “Continuando con il livello attuale di emissioni di anidride carbonica, ha sottolineato il segretario generale dell’OMM Petteri Taalasi – ci stiamo dirigendo verso un aumento della temperatura da 3 a 5 gradi Celsius entro la fine del secolo”. Inoltre, le temperature medie degli ultimi cinque e dieci anni, sono state le più alte mai registrate. Dagli anni ’80, ogni decennio è stato più caldo del precedente: una tendenza che l’agenzia dell’ONU prevede continuerà a crescere a causa del livello record di gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera. Il WMO ha aggiunto che il 2019 e l’ultimo decennio sono stati caratterizzati anche dalla diminuzione dei ghiacci, dal livello record di riscaldamento dei mari, dall’aumento del calore, dell’acidificazione degli oceani e da condizioni meteorologiche estreme, tutti fattori che hanno “impatti importanti” sulla salute umana e sull’ambiente naturale. Purtroppo l’inizio del 2020 non fa pensare a un’inversione di tendenza: basti pensare al caldo record dell’Australia e agli incendi che stanno devastando un immenso territorio, con danni incalcolabili per le persone, la fauna selvatica, gli ecosistemi e l’ambiente. “Purtroppo, ci aspettiamo di vedere situazioni estreme per tutto il 2020 e i prossimi decenni, ha concluso Petteri Taalasi, con livelli record di gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera”. Per le sue analisi il WMO utilizza set di dati basati sui dati climatologici mensili dei Global Observing Systems della United States National Oceanic and Atmospheric Administration, del Goddard Institute for Space Studies della NASA, del Met Office Hadley Centre del Regno Unito e dell’unità di ricerca climatica dell’Università dell’East Anglia nel Regno Unito, del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio e del suo Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus, e dell’Agenzia meteorologica giapponese. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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