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A cura di: Fabiana Valentini Indice degli argomenti Toggle La povertà energetica: il picco in sud ItaliaQuali sono le politiche di contrasto?Che ruolo hanno le comunità energetiche nel contrasto alla PE? La povertà energetica in Italia rappresenta una sfida socio-economica tale da incidere profondamente sulla vita quotidiana di numerose famiglie del Paese. Nello specifico, questo fenomeno si manifesta nel momento in cui le persone hanno difficoltà nel coprire i costi necessari per garantire un accesso adeguato all’energia, compromettendo così il proprio comfort termico e la qualità di vita. In Italia, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), questa problematica ha assunto proporzioni significative. Nel 2021, si stima che circa 2,2 milioni di famiglie italiane, coinvolgendo approssimativamente 5 milioni di persone, vivessero in condizioni di povertà energetica. Queste famiglie risiedono in abitazioni caratterizzate da scarsa qualità termica, con riscaldamento insufficiente durante l’inverno, scarsa refrigerazione durante l’estate, livelli di illuminazione inadeguati e un utilizzo limitato di elettrodomestici essenziali. La povertà energetica è un problema che va oltre la semplice difficoltà di pagamento delle bollette, influenzando la salute, il benessere e la qualità della vita di milioni di cittadini italiani, richiedendo interventi mirati per alleviare questa difficile situazione. Il rapporto OIPE offre un quadro esaustivo del contesto italiano in riferimento ai dati raccolti nel 2021. Come riportato nell’analisi di scenario proposta da OIPE, nel 2021, la spesa energetica delle famiglie italiane è cresciuta del 20% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa dell’incremento significativo dei prezzi del gas ed elettricità a partire dal secondo trimestre. Alla fine del 2021, il costo medio dell’elettricità per le famiglie è aumentato del 35% rispetto all’anno precedente (con un aumento del 44% per le famiglie nella “maggior tutela” e del 26% per quelle nel libero mercato), mentre il prezzo del gas è salito del 41%. Nel 2022, i prezzi dell’elettricità e del gas sono ulteriormente aumentati, raddoppiando nel corso dell’anno. Tale aumento ha portato a un incremento dello 0,5% della povertà energetica in Italia. Alla fine del 2021, la povertà energetica coinvolgeva 2,2 milioni di famiglie, con un aumento di 125 mila nuclei rispetto al 2020. In termini percentuali, questa situazione ha colpito l’8,5% delle famiglie del Paese, annullando la riduzione registrata nel 2020. La povertà energetica: il picco in sud Italia Dall’analisi OIPE si nota una profonda differenza a livello regionale: Calabria, Puglia e Molise registrano il maggior incremento rispetto al 2020. La PE (Povertà Energetica) oscilla tra un minimo del 4,6% nelle Marche fino ad arrivare ad un massimo del 16,7% in Calabria. Entrando nel dettaglio del report OIPA, possiamo notare come il disagio abitativo associato ai consumi energetici non risparmi in realtà nemmeno le regioni economicamente più sviluppate. Le disparità geografiche, infatti, risultano relativamente contenute per quanto riguarda le persone in stato di povertà energetica, con una percentuale di circa il 12-13% nel centro-sud e nelle isole, un 10% nel nord-ovest e una cifra ancor più bassa, pari al 2%, nel nord-est. Al contrario, la vulnerabilità energetica si fa presente anche nelle regioni economicamente più avanzate, inclusi gli entroterra del nord-est. Vivere in un contesto poco salubre ha notevoli conseguenze sulla salute delle persone, specie sul benessere fisico e mentale dei minori in fase di crescita. Alla fine del 2021, approssimativamente il 25% delle famiglie in stato di povertà energetica ospitava almeno un minore. Questo dato si traduce in circa 583.000 nuclei familiari e coinvolgeva ben 950.000 bambini, rappresentando il 10% della popolazione totale di minori. L’incidenza di minori in PE è rilevante nelle famiglie prive di cittadinanza italiana: l’OIPE stima un incidenza dello stato di povertà energetica maggiore del 2,5% nelle famiglie straniere. Come sottolineato da Raffaella Milano, Direttrice dei Programmi Italia ed Europa di Save the Children: “Nonostante la buona notizia della recente diminuzione dei costi del gas, grazie a un autunno piuttosto mite a all’utilizzo di fonti alternative, la povertà energetica rimane una questione aperta nel nostro Paese. Ma come più volte abbiamo sottolineato, la povertà dei minori pervade tutte le dimensioni della loro vita, mettendo a rischio la concreta possibilità di un sano sviluppo per bambine, bambini e adolescenti”. Quali sono le politiche di contrasto? Le politiche per affrontare questa sfida possono essere divise in due categorie: politiche di “protezione” a breve termine che cercano di garantire un accesso minimo all’energia, come i bonus elettrici e del gas per famiglie vulnerabili, e politiche di “promozione” a lungo termine che mirano a migliorare strutturalmente la situazione delle famiglie fragili, ad esempio attraverso l’efficientamento energetico delle abitazioni e la promozione della consapevolezza sull’uso dell’energia. L’efficacia di una politica anti-povertà dovrebbe idealmente abbracciare entrambe queste componenti. A partire dal secondo trimestre del 2021, il governo italiano ha adottato una serie di misure per attenuare l’impatto negativo degli aumenti dei prezzi dell’energia su famiglie e imprese. Questi interventi hanno comportato uno stanziamento di 91,2 miliardi di euro per il periodo fino al secondo trimestre del 2023. L’Italia è diventata uno dei paesi con il più alto livello di intervento pubblico nell’area dell’euro, con un’incidenza sul PIL pari al 4,8%, superando Francia, Germania e Spagna. Le misure fiscali adottate includono la riduzione e successiva cancellazione degli oneri generali di sistema sulle bollette di elettricità e gas, la riduzione dell’aliquota IVA sulle bollette del gas, tagli alle accise sui carburanti e pagamenti unici alle persone con redditi inferiori a una determinata soglia, insieme a incrementi negli sussidi per le bollette energetiche delle famiglie più vulnerabili, noti come “bonus sociali” per motivi economici e fisici. Diversi studi hanno esaminato l’effetto distributivo di questi aumenti dei prezzi energetici e delle relative misure di contenimento. In generale, è emerso che queste misure hanno efficacemente protetto le famiglie dai costi energetici elevati, contribuendo a mitigare gli effetti regressivi dell’aumento dell’inflazione. Che ruolo hanno le comunità energetiche nel contrasto alla PE? Le comunità energetiche rappresentano un importante elemento nella transizione verso un sistema energetico sostenibile in Italia. Queste organizzazioni locali gestiscono l’energia in modo innovativo attraverso l’autoproduzione e la condivisione, portando benefici sia in termini ambientali che socio-economici. Le comunità energetiche riducono i costi energetici per i partecipanti, promuovendo l’uso di energia verde e favoriscono l’interazione e la cooperazione tra i membri. Nell’ultimo anno, lo sviluppo delle comunità energetiche è stato guidato principalmente dalle istituzioni pubbliche in collaborazione con il settore privato, il terzo settore e la società civile, nonostante un contesto normativo incerto dovuto al ritardo nell’emanazione delle leggi nazionali. La discussione si è concentrata sugli incentivi statali, con un’attenzione maggiore all’aspetto economico rispetto a quelli ambientali e sociali. È essenziale definire chi sono i “soggetti vulnerabili” in questo contesto e come includerli efficacemente nelle comunità energetiche, considerando che la partecipazione è volontaria secondo le normative europee. Inoltre, è importante chiarire come vengono distribuiti i benefici economici all’interno delle comunità. In termini di impatto sociale, le aspettative sono alte, con la possibilità di coinvolgere istituzioni pubbliche come i Comuni nelle comunità energetiche per ottenere risparmi monetari destinati a iniziative sociali. Le comunità energetiche potrebbero svolgere un ruolo significativo nel monitorare la spesa energetica delle famiglie e promuovere l’inclusione e la solidarietà sociale. Inoltre, l’evoluzione delle comunità richiederà nuove figure professionali e potrebbe stimolare l’innovazione tecnologica e dei servizi, generando opportunità economiche. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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