Arcosanti, utopia nel deserto



Arcosanti (ARC da Arcologia e COSANTI da anti-cosa) è un esperimento iniziato a costruire nel 1970 in Arizona ad un centinaio di chilometri da Phoenix e a 1130 metri d’altezza.
L’intenzione del progettista Soleri, allievo di Wright, è quella di realizzare una grande struttura per la “Nuova Cosanti”. L’operazione riesce: vengono acquistati 60 acri di terreno e si ottiene la concessione per lo sfruttamento di altri 800 acri confinanti.
Il luogo scelto per la costruzione è la parte terminale di una gola che si affaccia sulla valle del fiume Aqua Fria.

Il progetto prevede la costruzione di due grandi strutture per circa 5000 abitanti. Le automobili sono escluse, le distanze misurate in minuti di cammino.
La parte in costruzione è l’elemento di collegamento che rispetto all’insieme costituisce una piccola percentuale, ma che, se completato, permetterà di sperimentare un ambiente abitato da 600 persone, massa critica di Arcosanti; attualmente vi vivono un centinaio di persone.
La costruzione adatta l’idea di Arcologia ai compromessi dovuti alla realizzazione, primo tra tutti quello economico, ricercando principalmente corrispondenze con l’idea di “spazio arcologico” e provando a sfruttare, dove possibile, sistemi autonomi di sostentamento a tecnologie “pulite“. Le costruzioni sono realizzate con il metodo della formatura a terra, in genere prefabbricate, in parte gettate in opera.
La prima struttura ad essere costruita è la South Vault; gli elementi che la compongono sono stati prefabbricati formando il conglomerato su uno strato di silt disposto su una larga centina in legno strutturale; la superficie superiore del silt è stata modellata e levigata in una precisa forma curva grazie ad un regolo scorrente su binari. L’armatura è a rete, in tondini di ferro.
Ogni successiva serie è stata realizzata utilizzando come forma la superficie della serie formata precedentemente.
Per la costruzione della South Vault sono stati utilizzati 130 metri cubi di calcestruzzo e 35 tonnellate di ferro.
I pannelli arcuati sono 12, pesano fino a 6 tonnellate e poggiano su una struttura di imposta realizzata con metodi tradizionali.
Con lo stesso metodo è stata poi realizzata la North Vault.
Ciascuna delle due volte copre una superficie di circa 300 m2, è alta 11 m, larga 28 m e lunga 9,5 m. Le due volte sono adiacenti, nella zona frontale della parte costruita di Arcosanti.
Nel 1972 è stata realizzata la Ceramic Apse ed è iniziata la costruzione della Foundry Apse, terminata nel 1974.
Entrambe sono state realizzate erigendo prima l’arco di facciata, prefabbricato a piè d’opera, ed utilizzandolo come sostegno e riferimento della successiva costruzione. Lo spessore delle conchiglie realizzate varia tra 7 e 5 cm; entrambe hanno un raggio di 7 m (essendo state realizzate con la medesima sagoma). Attorno alla Foundry Apse sono state realizzate delle cellule abitative, in unità accoppiate specularmente, in parte interrate e collegate da un anello affacciantesi all’interno dell’abside.
Nello stesso anno inizia anche la costruzione di due ali speculari contenenti unità abitative intorno alla South Vault, la testata delle due esedre, West e East Crescent, che ripropongono a livello intermedio lo schema della Foundry Apse e quello delle strutture maggiori.
Le varie strutture sono inserite in terrazzamenti; l’insediamento sull’apice della gola e l’uso dell’effetto abside, che crea ombra in estate e cattura i raggi solari in inverno, collegano Arcosanti ai cliff dwelling, spesso presi a modello nelle Arcologie.
Il progetto dell’abitato, è concettualmente simile in generale agli insediamenti popolari, come ad alcune cittadine mediterranee, sebbene abbia una maggior complessità funzionale e strutturale.
Qualità che lasciano percepire il senso dell’ambiente arcologia.

Intervista a Paolo Soleri a cura di Adnkronos
”La ricchezza consiste non nell’avere di piu’, ma nell’aver bisogno di meno”. Per questo ”dobbiamo creare cio’ di cui la societa’ ha bisogno, non quello di cui l’individuo crede di avere necessita”’. Il consumismo ”si sta identificando con il materialismo” ed oggi rappresenta ”un’arroganza letale”. ”La premessa di uno tsunami della ragione”. Cio’ che e’ necessario ”e’ una riformulazione della nostra cultura”. Cosi’ Paolo Soleri, architetto, scrittore e urbanista italiano racconta all’ADNKRONOS la sua filosofia di vita e la ragione che lo ha spinto a realizzare Arcosanti.
La concretizzazione di un laboratorio urbano per una nuova citta’contro l’etica edonistica, nella quale la felicita’ e’ il consumo, che umilia e degrada la persona. Un messaggio importante ma di certo in controtendenza rispetto alle citta’ di oggi, dove regna il consumismo.
”Per popolazioni che sussistono con 1 o 2 dollari al giorno, il ‘bisogno’ ha un significato profondamente diverso dalla cultura americana per cui una persona e’ e si sente povera con ‘solo’ 30 dollari al giorno. Il consumismo americano si sta identificando con il materialismo, la cui natura e’ di essere senza limiti. Per 7 miliardi di persone questa arroganza e’ letale” spiega Soleri.
E questa realta’ ”e’ la premessa di uno tsunami della ragione, cioe’ una catastrofe che rimbalza dalla biosfera all’omosferae chiude i cancelli verso la noosfera proposta dalla ragione non semi-distrutta dal materialismo. Il riformismo e’ oggi impotente”. Cio’ che e’ necessario ”e’ una riformulazione della nostra cultura”.
Da questo presupposto, dunque, nasce Arcosanti che ”e’ una stazione sul percorso della riformulazione, oggi indispensabile”. In questa ”modesta stazione si devono ricercare in modo embrionale i dati piu’ salienti della citta’-paese proposta”. E in questo processo ”l’architettura e’ subordinata alla natura”.
In quanto ”la natura in cui l’umanita’ si forgia e la biosfera nella quale questa si sviluppa richiede la presenza dell’abitato, il riparo dal clima che le stagioni definiscono”.
I principi base per regolare lo sviluppo, dunque, sono quelli che ”oggi si esprimono nell’integrazione delle numerosissime funzioni presenti in ogni conglomerato urbano, uno dei quali e’ di soddisfare la mobilita’ delle persone, una mobilita’ quasi distrutta dalla presenza della automobile, la quale ha causato il gigantismo di cui tutti siamo vittime. I pedoni sono eliminati nelle citta’ americane quali Phoenix, quindi questa esplode in modo da favorirne l’esodo e il gigantismo in atto”.
Un citta’ sostenibile, dunque, prima che sull’architettura, si costruisce su scelte di vita. E forse il momento e’ propizio vista l’attenzione sempre crescente negli ultimi anni ai temi della sostenibilita’. Un concetto che spesso pero’ crea un po’ di confusione. Cosa vuol dire realmente sostenibilita’?
”Per uno sprinter sostenibilita’ significa un modo di vita che meglio sostenga il corpo nei suoi pochi secondi o minuti della gara. Negli Stati Uniti c’e’ una certa confusione tra primato e sostenibilita’. Perseguire 15 minuti di fama e’ piu’ importante di una modesta ma sostenuta attivita’ che contribuisce alla cultura. Riconoscendo che la vita e’ un processo, Arcosanti e’ un processo, con la sua propria coerenza che la rende sostenibile”.
Serve coerenza nelle cose: e’ questa la ricetta giusta. ”E’ un po’ come la questione dell’uovo e della gallina. Dove e’ il punto separatore? Uno puo’ dire che la gallina-uomo (e donna) richiede una certa architettura, mentre un altro puo’ dire che solo una certa architettura puo’ sostenere lo sviluppo dell’uomo-cultura. Essere coerenti e’ essere coscienti delle ‘follie’ evoluzionarie e consciamente partecipi nel processo in cui l’errore e’ in coabitazione con il giusto”.



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