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A cura di: Tommaso Tetro La transizione energetica, la sicurezza energetica, la sostenibilità delle infrastrutture, le rinnovabili, il digitale, una super rete che si chiama Hypergrid, e che sostanzialmente ‘abbraccia’ l’Italia. Questi i capisaldi che disegnano il nuovo Piano di sviluppo 2023 di Terna, che sale del 17% negli investimenti e arriva a 21 miliardi in 10 anni. “Gli investimenti inseriti nel Piano di sviluppo – spiega subito l’amministratore delegato di Terna Stefano Donnarumma – sono i più alti mai previsti, e consentiranno di abilitare in maniera determinante la transizione energetica e il conseguimento degli obiettivi che l’Europa e l’Italia si sono dati”. Le linee di azione del Piano e la rete Hypergrid Nel Piano – che d’ora in poi avrà cadenza biennale – il programma di Terna declina “oltre 30 progetti infrastrutturali, dando elevata priorità agli interventi ritenuti strategici per l’intero sistema elettrico nazionale”. Le linee di azione del Piano vanno dall’incremento della capacità di scambio tra zone di mercato alla valorizzazione di interventi strategici già pianificati – come il Tyrrhenian Link e l’Adriatic Link – fino all’utilizzo di siti dismessi per integrare la rete, e all’incremento della resilienza. Vengono mantenute le opere del precedente Piano decennale, e arrivano nuovi progetti, come la rete Hypergrid. Quest’ultima è “la principale novità: un’imponente operazione di ammodernamento di elettrodotti esistenti” che stringerà, migliorandole come in un abbraccio, le maglie elettriche del nostro Paese. La super rete sfrutterà tecnologie di trasmissione dell’energia in corrente continua, High voltage direct current (Hvdc). Vale 11 miliardi, prevede nuovi collegamenti sottomarini, porterà a un raddoppio della capacità di scambio – passando dagli attuali 16 Gigawatt (GW) a oltre 30 GW – e a cinque nuove dorsali elettriche funzionali a integrare le rinnovabili. Le cinque dorsali percorrono in verticale e orizzontale il Paese: Milano-Montalto (400 km, 2,7 miliardi), Central Link (300 milioni), dorsale Sarda (Fiumesanto-Montalto, e Sardinian Link, per 1,4 miliardi), dorsale Ionica-Tirrenica (Ionian Link Priolo-Rossano e Rossano-Montecorvino-Latina, 4,1 miliardi), dorsale Adriatica (Foggia-Villanova-Fano-Forlì, in sinergia con gli interventi nelle regioni del sud e del nord-est, 2,4 miliardi). Nell’arco temporale racchiuso dal Piano saranno pronte per partire alcune opere, tra cui il Tyrrhenian Link (3,7 miliardi) che sarà completato entro il 2028, l’Adriatic Link (1,3 miliardi) con l’entrata in esercizio prevista per il 2028, il collegamento Bolano-Annunziata tra Sicilia e Calabria (investimento da 175 milioni) con l’iter autorizzativo avviato a gennaio 2023, gli interventi previsti per i Giochi olimpici e paralimpici Milano-Cortina 2026, l’elettrodotto sottomarino tra l’Isola d’Elba e la terraferma. Per la presidente di Terna Valentina Bosetti si tratta di un Piano “visionario, concreto, e giusto” che “porterà elettricità più sicura e più economica per tutti”. Sul punto Donnarumma ricorda come l’Italia, proprio “grazie alla sua rete”, potrà avere il “ruolo di hub energetico del mediterraneo” (nel Piano ci sono i progetti di interconnessione tra Italia e Tunisia, di collegamento tra Sardegna, Corsica e Italia, nella seconda metà del 2023 partirà la consultazione pubblica per il nuovo cavo sottomarino con la Grecia). Anche perché – prosegue Donnarumma – “le rinnovabili rappresentano il nostro petrolio”, e “abilitarne la diffusione e l’integrazione” fa parte della missione di Terna, oltre a essere “determinante per la sicurezza energetica del nostro Paese”. Punti fermi del Piano – che viaggia al ritmo di 2 miliardi di investimenti all’anno e che, guardando all’intera vita delle opere oltre i 10 anni, superano i 30 miliardi – sono quindi “accelerare la transizione energetica, favorire la decarbonizzazione del Paese, ridurre la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento estere, rendere il sistema elettrico italiano sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale”. Pichetto: Italia modello “hub elettrico” Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Piano ha sottolineato che il nostro Paese deve andare verso un modello di ‘hub elettrico’ la cui programmazione sarà rivista con il PNIEC con l’obiettivo, attuabile, di arrivare “ad autorizzare dai 12 fino a 14 gigawatt l’anno di capacità rinnovabile, dall’attuale impegno di circa sette”. Il Ministro ha poi confermato che entro fine giugno il Governo presenterà la proposta di revisione del Piano Nazionale Integrato Clima-Energia: “il target di 70 gigawatt di rinnovabili al 2030 va confermato anche attraverso una rete elettrica sempre più efficiente, e grazie ad interventi che vadano nella direzione di spinta verso le rinnovabili e i sistemi di accumulo” Al momento – ha continuato – ci sono domande per 300 gigawatt ed è necessario velocizzare i tempi e gli accordi con le regioni per individuare le aree idonee. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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