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A cura di: Raffaella Capritti Fabiana Valentini Indice degli argomenti Toggle UNESCO e OMM lanciano per il 2025 l’anno della conservazione dei ghiacciaiGhiacciai: sentinelle del cambiamento climaticoLe iniziative per salvaguardare i ghiacciaiI “grattacieli d’acqua” del pianetaLo stato attuale dei ghiacciai nel mondoL’analisi del WGMSCopernicus segnala il minimo storico della copertura del ghiaccio marino globaleAnche i ghiacciai italiani risentono della perdita di massa glacialeCosa succederebbe ad un mondo senza ghiacciai?FAQ Giornata mondiale dei ghiacciaiQuali sono le principali cause dello scioglimento accelerato dei ghiacciai?Come influisce lo scioglimento dei ghiacciai sull’innalzamento del livello del mare?Quali sono le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai sugli ecosistemi e sulle comunità umane?Quali misure possono essere adottate per proteggere i ghiacciai dal cambiamento climatico? Si celebra il 21 marzo, nell’ambito dell’Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai 2025, la Giornata mondiale dei ghiacciai, a un solo giorno dalla Giornata mondiale dell’acqua. Una doppia occasione per mettere in evidenza la minaccia crescente dello scioglimento glaciale e il suo impatto sulla sicurezza idrica, sulle comunità e sugli ecosistemi. Con i ghiacciai che si stanno sciogliendo a ritmi record, l’evento vuole sottolineare il loro ruolo essenziale come “torri d’acqua del mondo”, fondamentali per miliardi di persone che dipendono da queste riserve naturali. Viene presentato proprio in questi giorni il Rapporto sullo sviluppo mondiale dell’acqua 2025, dal titolo “Alte montagne e ghiacciai”, che analizzerà il contributo dei ghiacciai nel garantire risorse idriche stabili e nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Il rapporto offrirà dati e strategie per una gestione sostenibile dell’acqua e per l’adattamento ai cambiamenti climatici su scala globale. Inoltre, l’evento segnerà l’inizio del Decennio di azione per le scienze della criosfera (2025-2034), un’iniziativa che vuole promuovere la cooperazione internazionale nella ricerca scientifica e nel monitoraggio dei cambiamenti della criosfera, con l’obiettivo di affrontare le sfide poste dallo scioglimento dei ghiacci e dalle sue conseguenze ambientali e socioeconomiche. UNESCO e OMM lanciano per il 2025 l’anno della conservazione dei ghiacciai L’UNESCO e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) hanno ufficialmente inaugurato l’Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai il 21 gennaio 2025, sostenuti da una coalizione che comprende oltre 75 organizzazioni internazionali e 35 Paesi, con l’obiettivo di incrementare gli sforzi a livello globale per proteggere queste essenziali riserve d’acqua che forniscono acqua dolce a oltre 2 miliardi di persone nel mondo. Nel corso dell’anno saranno organizzate diverse attività ed eventi per sensibilizzare il pubblico sul ruolo vitale dei ghiacciai nel sistema climatico e nel ciclo idrologico. L’UNESCO ospiterà le celebrazioni della prima “Giornata Mondiale dei Ghiacciai” il 20-21 marzo presso la propria sede di Parigi. Ghiacciai: sentinelle del cambiamento climatico I ghiacciai, custodi della storia climatica del pianeta e fonte vitale per oltre 2 miliardi di persone, sono in pericolo. Gli oltre 275.000 ghiacciai che coprono circa 700.000 km², immagazzinano il 70% dell’acqua dolce globale. Tuttavia, il riscaldamento globale ne sta accelerando la fusione, con gravi ripercussioni sull’equilibrio ambientale ed economico. Il segretario generale dell’OMM, Celeste Saulo, ha dichiarato: “L’OMM ha recentemente confermato che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e ha lanciato ripetuti allarmi rossi sullo stato del nostro clima, incluso il ritiro dei ghiacciai. Nel 2023, i ghiacciai hanno subito la maggiore perdita di massa degli ultimi cinquant’anni di monitoraggio. È stato il secondo anno consecutivo in cui tutte le regioni del mondo con ghiacciai hanno registrato perdite di ghiaccio. Lo scioglimento dei ghiacciai minaccia la sicurezza idrica a lungo termine per milioni di persone. Questo anno internazionale deve essere un campanello d’allarme per il mondo”. I rischi sono tangibili e immediati: valanghe, frane, inondazioni e siccità sono solo alcuni degli effetti a breve termine. A lungo termine, il ritiro dei ghiacciai compromette la sicurezza idrica per miliardi di persone, specialmente in regioni come l’Himalaya-Hindu Kush e l’altopiano tibetano, conosciuto come il Terzo Polo. Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), i ghiacciai continueranno a ritirarsi in quasi tutte le regioni del mondo durante il XXI secolo. Una situazione che sta già modificando la disponibilità e la qualità dell’acqua a valle, con ripercussioni significative sugli ecosistemi acquatici e su settori cruciali come l’agricoltura e l’idroelettrico. Le iniziative per salvaguardare i ghiacciai L’Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai, proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, comprende una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete. Il 21 marzo è stato designato come Giornata mondiale dei ghiacciai, un momento annuale per riflettere sull’importanza di neve, ghiaccio e acqua nel ciclo climatico. Sono tanti gli obiettivi dell’iniziativa, tra questi l’espansione dei sistemi di monitoraggio globale dei ghiacciai per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati; lo sviluppo di sistemi di allerta precoce volti a prevenire disastri legati ai ghiacciai e la gestione sostenibile delle risorse idriche nelle aree che dipendono da queste formazioni. Inoltre, grande attenzione è riservata alla preservazione del patrimonio culturale e delle conoscenze tradizionali associate agli ecosistemi glaciali, così come al coinvolgimento delle nuove generazioni per promuovere un’azione collettiva mirata alla conservazione e alla lotta ai cambiamenti climatici. “La preservazione dei ghiacciai è una delle sfide più urgenti per l’umanità,” ha affermato Audrey Azoulay, direttrice generale dell’UNESCO. “Queste formazioni antiche non sono solo acqua congelata, ma veri e propri archivi della storia climatica del pianeta”. La mobilitazione globale coordinata da UNESCO e OMM vede il coinvolgimento di oltre 75 organizzazioni internazionali e 35 Paesi. Bahodur Sheralizoda, presidente del Comitato per la protezione ambientale del Tagikistan, ha sottolineato: “Confidiamo che questa iniziativa ispiri azioni concrete e politiche efficaci per proteggere queste risorse insostituibili.” I “grattacieli d’acqua” del pianeta I ghiacciai, definiti “le torri d’acqua del mondo,” alimentano bacini fluviali essenziali per metà della popolazione mondiale. Il loro scioglimento non solo mette a rischio l’approvvigionamento idrico, ma accentua fenomeni estremi come incendi, siccità e innalzamento del livello del mare. Il rapido aumento delle temperature globali sta determinando un preoccupante ritiro dei ghiacciai nel mondo, fenomeno che si è acuito dalla metà del XIX secolo e che oggi evidenzia conseguenze drammatiche. Le stagioni di accumulo si accorciano, le nevicate diminuiscono e il deflusso idrico diventa meno prevedibile, compromettendo la disponibilità di acqua potabile, l’irrigazione in agricoltura, e persino la produzione di energia pulita. I fenomeni negativi legati allo scioglimenti dei ghiacciai sono tristemente sotto ai nostri occhi: il livello del mare si sta innalzando e con esso aumenta il rischio di eventi estremi (inondazioni, frane ed erosioni) che possono mettere a repentaglio la sicurezza di un territorio. John Pomeroy, co-presidente del consiglio consultivo, ha dichiarato: “I ghiacciai non si interessano alla nostra opinione sulla scienza – semplicemente si sciolgono al calore. La nostra ‘acqua congelata’ ha agito per millenni come milioni di piccole dighe, trattenendo l’acqua fino al momento in cui neve e ghiacciai si scioglievano – esattamente quando ne avevamo bisogno. Più di 2 miliardi di persone dipendono da queste riserve per l’acqua potabile, l’agricoltura e l’energia. Tutto questo è ora in pericolo”. La Dott.ssa Lydia Brito, Vicedirettrice Generale per le Scienze Naturali dell’UNESCO, ha sottolineato che “i 50 siti del patrimonio UNESCO che includono ghiacciai rappresentano quasi il 10% dell’area glaciale globale”. Tuttavia, un recente studio avverte che entro il 2050 i ghiacciai presenti in un terzo di questi siti potrebbero scomparire. Il 2025 non è solo un anno simbolico, ma un richiamo all’azione. La conservazione dei ghiacciai rappresenta una sfida condivisa che richiede impegno, innovazione e collaborazione internazionale per preservare il futuro del pianeta e delle sue risorse vitali. Lo stato attuale dei ghiacciai nel mondo L’analisi del WGMS Il World Glacier Monitoring Service (WGMS) è un’organizzazione internazionale che si occupa del monitoraggio dei ghiacciai a livello globale. Gestito dall’Istituto di Geografia dell’Università di Zurigo, il WGMS raccoglie dati sulle variazioni di massa dei ghiacciai, un indicatore fondamentale per comprendere il cambiamento climatico e il suo impatto sugli ecosistemi e sulle risorse idriche. Ogni anno, il WGMS aggiorna le serie temporali dei ghiacciai di riferimento, raccogliendo misurazioni dettagliate sul bilancio di massa, che riflette l’equilibrio tra l’accumulo di neve (aumento di massa) e lo scioglimento (perdita di massa). Fonte World Glacier Monitoring Service Negli ultimi tre anni, i ghiacciai di riferimento hanno subito una perdita annuale superiore a 1 metro di acqua equivalente (m we), con otto degli dieci anni di bilancio di massa più negativi registrati dopo il 2010. La perdita cumulativa di ghiaccio nei ghiacciai di riferimento globali dal 1950 ha superato i 30 metri di acqua equivalente, con una continua accelerazione della fusione in ogni decennio, nonostante la superficie glaciale si stia riducendo. I ghiacciai che una volta erano in equilibrio si trovano ora in una fase di progressiva scomparsa, alimentata anche da feedback climatici, come l’abbassamento delle superfici ghiacciate che favorisce ulteriormente la fusione. Lo scenario descritto dal WGMS, che include un abbassamento della massa glaciale e un innalzamento del livello del mare, rappresenta una delle sfide più gravi in termini di sostenibilità ambientale. Copernicus segnala il minimo storico della copertura del ghiaccio marino globale Secondo i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), la copertura globale del ghiaccio marino ha raggiunto un nuovo minimo storico a febbraio 2025. L’estensione giornaliera combinata dei ghiacci artici e antartici è rimasta al di sotto del precedente record registrato nel 2023 per l’intero mese. Nel dettaglio, il ghiaccio marino artico ha segnato un’estensione inferiore dell’8% rispetto alla media, stabilendo per il terzo mese consecutivo un nuovo minimo. In Antartide, l’estensione del ghiaccio è stata del 26% inferiore alla media. Parallelamente, il febbraio 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13,36°C, superando di 1,59°C la media pre-industriale (1850-1900). Le temperature sono state superiori alla media in gran parte dell’Artico, del Sud America, dell’Australia e del Nord America sudoccidentale, mentre sono risultate inferiori alla media in alcune zone dell’Asia e del Nord America. Anche la temperatura media della superficie marina ha mantenuto livelli eccezionalmente alti, con valori vicini ai record storici. Secondo Samantha Burgess, Responsabile strategico per il clima ECMWF: “Il mese di febbraio 2025 continua la serie di temperature record o quasi record osservate negli ultimi due anni. Una delle conseguenze di un mondo più caldo è lo scioglimento dei ghiacci marini e la copertura di ghiaccio marino record o quasi record in entrambi i poli ha spinto la copertura globale di ghiaccio marino a un minimo storico”. Anche i ghiacciai italiani risentono della perdita di massa glaciale Legambiente, attraverso la V edizione della campagna Carovana dei Ghiacciai, ha evidenziato come il 2024 abbia confermato la tendenza negativa della fusione glaciale sulle Alpi. Nonostante le abbondanti nevicate primaverili, le elevate temperature di agosto hanno annullato i benefici dello spesso manto nevoso causando un’intensa fusione estiva. Nei ghiacciai situati sotto i 3000 metri, la neve è rapidamente scomparsa, lasciando il ghiaccio esposto e contribuendo a bilanci di massa fortemente negativi. Inoltre, la deposizione di sabbia sahariana trasportata dalle perturbazioni primaverili ha ridotto l’albedo della neve, aumentando l’assorbimento delle radiazioni solari e accelerando la fusione. Un caso emblematico è quello del rock glacier di Livigno, dove la degradazione del permafrost ha provocato colate di detrito fino al fondovalle, anche in assenza di precipitazioni. Cosa succederebbe ad un mondo senza ghiacciai? Un nuovo studio internazionale coordinato dall’Università di Zurigo ha rivelato dati preoccupanti sullo scioglimento dei ghiacciai mondiali. La ricerca, pubblicata su Nature il 19 febbraio 2025, è stata condotta nell’ambito del Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise (GlaMBIE), a cui hanno partecipato 35 team di ricerca internazionali, incluso il Centro aerospaziale tedesco (DLR). “Abbiamo compilato 233 stime di cambiamenti di massa dei ghiacciai regionali da circa 450 fornitori di dati, organizzati in 35 team di ricerca,” spiega Michael Zemp dell’Università di Zurigo, co-direttore dello studio. “GlaMBIE non solo fornisce nuove intuizioni sulle tendenze regionali e sulla variabilità anno dopo anno, ma abbiamo anche identificato differenze tra i metodi di osservazione.” Lo studio rivela che dall’anno 2000, i ghiacciai del mondo hanno perso in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno. Nel 2000, i ghiacciai coprivano oltre 705.221 chilometri quadrati e contenevano circa 121.728 miliardi di tonnellate di ghiaccio. La tendenza è particolarmente preoccupante considerando che nella seconda metà del periodo di studio (2012-2023), il tasso di perdita è aumentato del 36% rispetto alla prima metà (2000-2011), passando da 231 a 314 miliardi di tonnellate all’anno. Le 19 regioni glaciali studiate hanno perso complessivamente 6542 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 2000 e il 2023, contribuendo per 18 millimetri all’innalzamento del livello globale del mare. I ghiacciai sono ora diventati il secondo fattore più importante per l’innalzamento del livello del mare, dopo l’espansione termica degli oceani. Lo scioglimento dei ghiacciai comporta anche una significativa perdita di risorse regionali di acqua dolce. Il glaciologo Michael Zemp sottolinea la portata di questa perdita: “Per mettere le cose in prospettiva, i 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio persi ogni anno equivalgono alla quantità di acqua dolce consumata dall’intera popolazione mondiale in 30 anni, ipotizzando un apporto giornaliero di tre litri a persona”. La protezione dei ghiacciai rappresenta dunque un tema imprescindibile nell’agenda dei Governi che va affrontato in modo proattivo per garantire la sicurezza del Pianeta. FAQ Giornata mondiale dei ghiacciai Quali sono le principali cause dello scioglimento accelerato dei ghiacciai? Le principali cause dello scioglimento accelerato dei ghiacciai sono legate al cambiamento climatico e alle attività umane. L’aumento delle temperature è il fattore principale: il riscaldamento dell’atmosfera e degli oceani accelera la fusione del ghiaccio, riducendo la massa dei ghiacciai a un ritmo senza precedenti. L’inquinamento atmosferico, in particolare il deposito di fuliggine e particolato nero sulle superfici glaciali, ne accelera lo scioglimento assorbendo più calore solare. Anche le emissioni di gas serra derivanti dall’uso di combustibili fossili, dalla deforestazione e dall’agricoltura intensiva contribuiscono all’innalzamento delle temperature. Infine, fenomeni come il cambiamento nei regimi delle precipitazioni, con nevicate sempre meno abbondanti e piogge più frequenti, alterano l’equilibrio naturale dei ghiacciai, riducendo la loro capacità di rigenerarsi. Come influisce lo scioglimento dei ghiacciai sull’innalzamento del livello del mare? Lo scioglimento dei ghiacciai contribuisce in modo significativo all’innalzamento del livello del mare, con conseguenze dirette sulle comunità costiere e sugli ecosistemi globali. Quando i ghiacciai terrestri, come quelli delle Alpi, dell’Himalaya o delle Ande, si sciolgono, l’acqua finisce nei fiumi e nei laghi, modificando la disponibilità di risorse idriche locali. Tuttavia, il vero impatto sul livello del mare deriva dallo scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide, che contengono enormi quantità di acqua dolce congelata. Quando queste masse di ghiaccio si disgregano e finiscono negli oceani, il volume d’acqua aumenta, provocando l’innalzamento del livello marino. Secondo gli studi scientifici, il livello del mare è già aumentato di oltre 20 cm negli ultimi 100 anni, e il ritmo sta accelerando. Questo fenomeno porta a un maggiore rischio di inondazioni costiere, erosione delle terre emerse, contaminazione delle falde acquifere con acqua salata e minacce per milioni di persone che vivono in aree vulnerabili. Quali sono le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai sugli ecosistemi e sulle comunità umane? Lo scioglimento dei ghiacciai ha conseguenze profonde sia sugli ecosistemi che sulle comunità umane, alterando equilibri naturali e mettendo a rischio la sicurezza idrica, alimentare ed economica di milioni di persone. Dal punto di vista ambientale, la riduzione dei ghiacciai modifica il ciclo dell’acqua, rendendo più imprevedibili i flussi di fiumi e laghi alimentati dallo scioglimento del ghiaccio. Questo impatta direttamente gli habitat di molte specie, che dipendono da un flusso idrico costante per sopravvivere. Inoltre, la perdita dei ghiacciai riduce l’effetto albedo, ovvero la capacità del ghiaccio di riflettere la luce solare, accelerando ulteriormente il riscaldamento globale. Per le comunità umane, le conseguenze sono altrettanto gravi. In molte regioni, i ghiacciai sono una riserva essenziale di acqua potabile e per l’irrigazione, e il loro scioglimento porta a periodi di abbondanza seguiti da crisi idriche. Questo fenomeno può causare siccità, minacciando l’agricoltura e la sicurezza alimentare. Inoltre, l’eccessivo scioglimento può provocare inondazioni, frane e valanghe, mettendo in pericolo le popolazioni che vivono a valle. A livello globale, lo scioglimento dei ghiacciai contribuisce all’innalzamento del livello del mare, aumentando il rischio di allagamenti costieri e forzando milioni di persone a migrazioni forzate. Quali misure possono essere adottate per proteggere i ghiacciai dal cambiamento climatico? Proteggere i ghiacciai dal cambiamento climatico richiede un insieme di azioni globali e locali, che vanno dalla riduzione delle emissioni di gas serra a strategie di gestione sostenibile delle risorse idriche. La misura più importante è ridurre il riscaldamento globale, abbattendo le emissioni di CO₂ e altri gas serra. Questo significa accelerare la transizione verso energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica, promuovere la mobilità sostenibile e ridurre la deforestazione. Sul piano locale, è essenziale migliorare la gestione dell’acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai, attraverso sistemi di raccolta e distribuzione più efficienti. Anche la riforestazione delle aree montane e la protezione degli ecosistemi alpini possono contribuire a mitigare gli effetti dello scioglimento accelerato. Alcuni progetti sperimentali stanno testando tecnologie innovative, come la copertura dei ghiacciai con teli riflettenti per ridurre l’assorbimento del calore solare o il miglioramento delle superfici glaciali per rallentarne la fusione. Tuttavia, queste soluzioni possono solo limitare i danni e non sostituire interventi strutturali contro il cambiamento climatico. Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 22 gennaio 2025 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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