Impianti fotovoltaici di grandi dimensioni come beni immobili, la sentenza della Cassazione 28/08/2024
Appalti servizi energetici, approvati i CAM EPC: come cambiano i requisiti ambientali minimi 04/09/2024
Rinnovabili, sistemi accumulo e stoccaggio: cosa prevede il Dl Coesione sull’energia green 02/08/2024
Interventi di adeguamento e gestione intelligente degli impianti nel rispetto della direttiva Case Green 03/09/2024
I ghiacciai alpini sono “sempre più fragili e vulnerabili di fronte agli effetti della crisi climatica”. Per esempio nelle Alpi Occidentali viene registrata una media di arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Tra i sorvegliati speciali i ghiacciai del Gran Paradiso con un arretramento frontale di 200 metri e i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret (Ao) per il rischio di crolli di ghiaccio. Per Legambiente è “urgente programmare al più presto una reale governance del territorio e dei rischi connessi, con adeguate strategie e piani di adattamento al clima su scala regionale e locale”. Secondo l’Associazione “nell’anno più drammatico per l’ambiente è fondamentale che il governo Meloni approvi entro fine anno il Piano di adattamento climatico e provveda alla sua attuazione”, oltre a “procedere speditamente allo sviluppo delle politiche di mitigazione, partendo dall’aggiornamento del Pniec agli obiettivi del programma europeo Repower EU”. Nell’ultimo anno i ghiacciai – viene spiegato da Legambiente – hanno dovuto fare i conti con un’estate caldissima, caratterizzata da intense ondate di calore, record di temperature per il Nord Italia e siccità estrema. A fine luglio lo zero termico sulle Alpi svizzere era a 5.184 metri; una situazione “insolita” dal momento che normalmente ad agosto la quota dello zero termico si dovrebbe aggirare sui 3.500 metri. Ma non soltanto super-caldo. Bisogna anche aggiungere un inverno caratterizzato da poca neve, con impatti negativi per le comunità e l’economia. In tutti i tre settori alpini (occidentale, centrale, orientale) i ghiacciai registrano un arretramento In alcuni casi, i più piccoli e alle quote meno elevate, stanno perdendo lo status di ghiacciaio. Come visto nelle Alpi occidentali in media c’è un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. I ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile) registrano una perdita di spessore pari a 4,6 metri di acqua equivalente, “la peggiore degli ultimi 22 anni”. Importanti i ritiri glaciali del ghiacciaio di Verra (Val d’Ayas), del ghiacciaio del Lys e degli altri corpi glaciali del Monte Rosa, come il ghiacciaio di Indren che in due anni ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo anno; il Pré de Bar che dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno e il Miage che in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri d’acqua, con il lago glaciale che appare e scompare negli ultimi tre anni in maniera sempre più repentina mentre in passato era un evento che si verificava ogni 5-10 anni. Nel settore centrale, emblematico il ghiacciaio del Lupo che “solo nel 2022 nel suo bilancio di massa registra una perdita del 60% rispetto a quanto perso nell’arco di 12 anni. Il ghiacciaio di Fellaria (Gruppo del Bernina, Val Malenco) perde in 4 anni quasi 26 metri di spessore di ghiaccio”. Per quanto concerne le Alpi orientali, del grande ghiacciaio del Careser(Val di Pejo), rimangono placche di pochissimi ettari, la sua superficie si è ridotta dell’86%. Numerosi gli arretramenti delle fronti, in gran parte dovuti alla cesura delle parti frontali, oltre un chilometro per la Vedretta de la Mare e a 600 metri per il ghiacciaio di Lares (Gruppo dell’Adamello). E il ghiacciaio della Marmolada tra 15 anni potrebbe scomparire del tutto, dopo che nell’ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. In linea con gli altri due settori le perdite di spessore registrate per i ghiacciai di Malavalle e della Vedretta Pendente. Unica eccezione è il ghiacciaio occidentale del Montasio, piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini. Legambiente lancia un pacchetto di proposte per l’adattamento delle aree montane e la gestione delle acque e dei rischi causati da fenomeni meteorologici estremi, raggruppati in tre ambiti d’azione come il monitoraggio, la formazione, l’attuazione. 16/9/2022 Allarme Legambiente: i ghiacciai rischiano di scomparire I dieci ghiacciai monitorati nell’ambito del progetto “Carovana dei Ghiacciai” mostrano che quasi tutti stanno perdendo superficie e spessore Il riscaldamento globale sta modificando il paesaggio alpino. I fatti di cronaca di questa calda estate – come il distacco di una calotta dal ghiacciaio Marmolada all’inizio di luglio, che ha causato 11 vittime – hanno portato l’attenzione sulle conseguenze per i ghiacciai alpini. E i dati resi pubblici come bilancio finale del progetto di Carovana dei Ghiacciai, la campagna di Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano, non fanno che ribadire il pericolo. Su circa dieci ghiacciai monitorati, quasi tutti sono a rischio scomparsa e stanno perdendo superficie e spessore. I ghiacciai monitorati La terza edizione di Carovana dei Ghiacciai ha monitorato nel mese di agosto 2022 lo stato di salute di alcuni ghiacciai alpini, già analizzati due anni prima. Tra questi ci sono quelli del Monte Bianco, come il Miage in Valle D’Aosta, che in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua e il Pré de Bar, che già 1990 ha registrato in media un arretramento di 18 metri lineare l’anno. Anche sul Monte Rosa la situazione non cambia: il Ghiacciaio di Indren, in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo anno: è il dato peggiore degli ultimi cinquant’anni anni. Sotto i riflettori anche il Ghiacciaio dei Forni, in Lombardia: il secondo più grande italiano (dopo l’Adamello) che, nell’ultimo anno, ha registrato un arretramento della fronte di più di 40 metri lineari, per un totale di circa 400 metri negli ultimi dieci anni. La Marmolada, sulle Dolomiti, monitorata a distanza per questioni di sicurezza, tra quindici anni potrebbe scomparire e nell’ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. L’unica nota positiva arriva dal Friuli Venezia Giulia dove il Ghiacciaio Occidentale del Montasio, pur avendo subito in un secolo una perdita del 75% di volume e 40 metri di riduzione di spessore, dal 2005 si è stabilizzato. È quindi in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini italiani. Le prospettive future I ghiacciai sono un evidente campanello di allarme del cambiamento climatico in corso. Secondo Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente, “i dati raccolti richiedono in maniera inequivocabile un cambio di rotta immediato. Il Paese smetta di inseguire l’emergenza. Occorre accelerare piuttosto nelle politiche di mitigazione, riducendo drasticamente l’utilizzo di fonti fossili, e attuare un concreto piano di adattamento al cambiamento climatico. Ancora oggi però le risposte sono troppo frammentate se non addirittura sbagliate, allontanandoci sempre di più dall’obiettivo di arrivare a emissioni nette pari a zero nel 2040, per rispettare l’Accordo di Parigi”. Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
16/09/2024 Giornata internazionale per la conservazione dello strato di ozono Il 16 settembre si celebra la Giornata internazionale per la protezione dello strato di ozono, ricordando ...
13/09/2024 Energia e rinnovabili, cosa emerge dal Rapporto Draghi sull'economia europea A cura di: Adele di Carlo Serve un’Europa più competitiva e con investimenti diversificati: i punti salienti del Report Draghi e cosa ...
12/09/2024 Relazione sull'Unione dell'energia 2024: progressi, sfide e obiettivi futuri dell'UE Unione dell'energia: I progressi e le sfide dell'UE nella transizione energetica sicura, accessibile e competitiva nel ...
10/09/2024 Dubai Green Spine: l’autostrada più ecologica al mondo A cura di: Tommaso Tautonico Dubai Green Spine: corridoio sostenibile di 64 km in cui sostenibilità, vivibilità e infrastrutture verdi ridefiniscono ...
07/09/2024 Giornata Internazionale dell'Aria Pulita per i Cieli Blu Il 7 settembre è la giornata Internazionale dell'Aria Pulita per i Cieli Blu: perché è importante ...
06/09/2024 LG inaugura un consorzio in Cina per la ricerca sulle pompe di calore LG lancia un nuovo consorzio in Cina per sviluppare soluzioni HVAC avanzate nelle zone climatiche fredde, ...
05/09/2024 Qualità dell'aria nelle città europee: quali sono le più pulite? A cura di: Federica Arcadio Il nuovo Rapporto EEA segnala quali sono le città europee con l'aria più pulita. Le politiche ...
04/09/2024 Cambiamento climatico e siccità: l'Italia è sempre più a rischio La siccità in Sicilia e Sardegna aumenta del 50% con il cambiamento climatico. Lo studio del ...
30/08/2024 Perché l'innalzamento del livello del mare è così importante per il nostro futuro? A cura di: Raffaella Capritti Cause, conseguenze e soluzioni dell'innalzamento del livello del mare, una minaccia crescente per il futuro del ...
27/08/2024 Siccità: l'acqua non sfruttata delle dighe Quasi il 14% dei 12 miliardi di metri cubi d’acqua presenti negli invasi non vengono sfruttati ...