Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
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Per arrivare a tale regolamento l’ARERA ha pubblicato un documento di consultazione che si basa sull’emendamento al DL Milleproroghe proposto al Governo da ITALIA SOLARE e Legambiente. Il provvedimento, 112/2020/R/eel, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 42bis del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, riporta gli orientamenti dell’Autorità in materia di regolazione delle partite economiche relative all’energia elettrica oggetto di autoconsumo collettivo o di condivisione nell’ambito di comunità di energia rinnovabile. La normativa disciplina l’autoconsumo collettivo negli edifici fino a 200 kW connessi in bassa o media tensione fra soggetti che consumano nell’edificio e le Comunità di energia rinnovabile costituite fra consumatori che consumano sulla stessa rete di bassa tensione. Per quanto riguarda i redditi il GSE erogherà a un produttore, individuato come referente, un contributo relativo alla restituzione delle componenti della bolletta non dovute per l’energia condivisa, i cosiddetti benefici. L’autoconsumo fa infatti risparmiare una serie di costi, sulle perdite di rete, sul dispacciamento, la trasmissione, i costi di connessione e i costi evitati per la realizzazione di nuove reti. Le criticità del documento di ARERA E proprio su questi aspetti il documento dell’ARERA presenta alcune criticità. L’Autorità riconosce che l’incremento dell’autoconsumo, diminuendo la quantità di energia in transito, concorre a diminuire costi delle reti e delle connessioni. Tuttavia secondo ARERA, visto che gli investimenti sulle reti sono basati sulla capacità massima per quanto riguarda il prelievo e che le fonti rinnovabili sono discontinue, non ci sono risparmi. L’ottica appare concettualmente non corretta; il dimensionamento delle reti dovrebbe essere calcolato anche con criteri basati sull’assorbimento diffuso, altrimenti i costi di gestione delle reti rischiano di diventare insostenibili. In quest’ottica alle comunità ed edifici dove è condiviso più del 70% dell’energia prodotta dovrebbe essere dato a conguaglio la restituzione di una quota parte dei costi fissi pagati per la distribuzione e una quota parte dei costi pagati per il dispacciamento e il mercato della capacità. Garantire alcune soglie minime di condivisione di energia sulla rete di bassa tensione significa diminuire in modo prevedibile i transiti sulla rete di media e alta tensione e quindi diminuire la necessità di potenza, di servizi e di infrastrutture su tali reti. Questo è un dato di fatto che non è riflesso nel documento di ARERA. Si evidenzia poi che molto interessante sarebbe iniziare dalle reti di bassa tensione dove sono installate comunità energetiche per fare partire progetti pilota di auto-dispacciamento su base locale, con il quale, sempre su base locale, produttori e altri operatori che se ne assumono l’onere assumono con meccanismi di premi e penalità oneri di programmazione e regolazione dei flussi di energia. Un’altra questione è l’Iva. Nel momento in cui i costi di trasmissione e parte delle perdite sono rimborsati dovrebbe essere rimborsata anche l’Iva su tali componenti che per i privati rappresenta un costo reale. Un tema che ARERA dovrebbe condividere con l’Agenzia delle Entrate. A ciascun produttore sarà poi dato un incentivo specifico con la possibilità da parte della comunità energetica di incassare l’intero ammontare e i proventi verranno poi redistribuiti con accordi privati. L’incentivo sarà cumulabile con le detrazioni fiscali, ma secondo ARERA non con altri incentivi. Anche in questo caso non si capisce perché i benefici delle comunità energetiche non possano essere cumulabili con incentivi a fondo perduto e con il credito d’imposta (ex superammortamento e credito d’imposta sud). C’è tempo fino al 9 maggio per partecipare al documento di consultazione ed è importante inviare le segnalazioni affinché la futura Delibera di ARERA veda la luce con le condizioni necessarie che rendono le Comunità Energetiche una soluzione fattibile per la transizione energetica e dare nuovo avvio al settore fotovoltaico. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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