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Gas, petrolio e rinnovabili. E’ su questi tre elementi che si fonda la produzione energetica del nostro Paese. L’approvvigionamento dell’Italia conta per oltre il 40% sul gas, per oltre il 32% sul petrolio, e per il 19% sulle fonti rinnovabili. Questa la fotografia scattata dalla relazione annuale sulla ‘Situazione energetica nazionale‘ al 2021, messa a punto dal gruppo di lavoro della direzione generale Infrastrutture e sicurezza del ministero della Transizione ecologica, formato sia da rappresentanti istituzionali che tecnici di settore. Economia e energia Il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi è aumentato in volume del 6,5% mentre il settore energetico ha segnato una crescita meno marcata pari al 4,9%. La domanda primaria di energia (in termini di disponibilità energetica lorda) si è attestata a 153.024 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio, con un aumento annuo del 6,2%, rispetto ad un aumento del Pil del 6,6 Intensità energetica L’intensità energetica ha registrato un lieve calo rispetto al 2020 (-0,4%), come conseguenza del minor incremento della disponibilità energetica rispetto al Pil. Si è così attestata al livello di 91,2 tonnellate equivalenti di petrolio in milioni di euro rispetto ai 91,6 del 2020. La risposta alla pandemia Nel 2021, il settore energetico italiano ha registrato una reazione positiva allo shock pandemico dell’anno precedente: la domanda primaria di energia è stata pari a 153.024 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep), con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40,9% dal gas naturale, per il 32,9% dal petrolio e per il 19,5% dalle fonti energetiche rinnovabili e bioliquidi, per il 3,6% da combustibili solidi, per il 2,4% da energia elettrica e per lo 0,8 % dai rifiuti non rinnovabili. Rinnovabili, efficienza, biocarburanti Nel 2021 le rinnovabili hanno trovato ampia diffusione in Italia, sia per la produzione di energia elettrica, sia per la produzione di calore, sia in forma di biocarburanti. Complessivamente, l’incidenza delle rinnovabili sui consumi finali lordi è stimata intorno al 19%. Nel settore elettrico è stato registrato un significativo calo della fonte idroelettrica (-5,9% rispetto al 2020, principalmente a causa della diminuzione delle precipitazioni), che ha comunque contribuito alla produzione totale per il 15,7%. Incremento, invece, per l’eolico (+10,8%); che insieme al fotovoltaico hanno raggiunto la copertura del 16,1% della produzione lorda. A fine 2021 il totale degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili incentivati ha raggiunto il milione di unità, per una potenza di circa 38 GW e un’energia rinnovabile incentivata di 65 TWh. Nel 2021, le ricadute occupazionali legate alla costruzione e installazione degli impianti da fonti di energia si sono attestate intorno alle 14mila unità di lavoro per le rinnovabili elettriche e alle 29.300 per le rinnovabili termiche. L’occupazione legata alla gestione e manutenzione degli impianti esistenti è dell’ordine delle 34mila unità per il settore elettrico e delle 28mila per il settore termico. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, i risparmi energetici conseguiti nel precedente ciclo di obiettivi 2014-2020 sono stati pari a un risparmio cumulato di 23.241 ktep, pari al 91% dell’obbligo stabilito dalla direttiva sull’efficienza energetica. Nel contesto di decarbonizzazione dell’energia, si segnala l’utilizzo della rete gas come vettore di energia rinnovabile, per mezzo di crescenti iniezioni di biometano, la cui produzione nazionale è passata dai 99 milioni di metri cubi del 2020 ai 159 del 2021. Si evidenzia anche la crescita del GNL come carburante nei trasporti pesanti che nel 2021 è stata pari a circa 230 milioni di metri cubi (+66 milioni di metri cubi rispetto al 2020). Un anno record per i consumi di energia da fonti rinnovabili, nonostante il perdurare della pandemia, gli effetti sui tempi di commissioning degli impianti e i prezzi delle commodities e dei trasporti a livelli record. La capacità installata Il settore elettrico ha registrato un nuovo incremento della capacità installata. Nei trasporti la domanda di biocarburanti si è avvicinata ai livelli pre-pandemia nonostante l’aumento dei prezzi. Inoltre, gli impieghi finali di energia aumentano dell’11,4%; in particolare i trasporti segnano un aumento del 22,1%, l’industria del 6,7% (altri settori 7,4%). L’import di energia La dipendenza energetica dall’estero, calcolata come percentuale del fabbisogno energetico nazionale soddisfatto con le importazioni nette, si attesta al 74,9%. La produzione nazionale di fonti energetiche, pari a 36.402 ktep, è diminuita del 3,4% rispetto all’anno precedente mentre le importazioni nette di energia sono aumentate dell’8,3%. Aumento consumi Nel 2021 il consumo finale energetico è aumentato complessivamente dell’11,4% rispetto all’anno precedente attestandosi a 114.781 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio. L’aumento ha riguardato tutti i settori, in particolare i trasporti (+22,1%), il residenziale (+8,2%) e l’industria (+6,7%). La richiesta di energia elettrica nel 2021 è stata pari a 317,6 Twh (Terawattora), in crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente, ma ancora leggermente inferiore ai livelli pre-pandemia (-0,6% rispetto al 2019). Pur rimanendo la fonte termoelettrica tradizionale quella a copertura maggiore del fabbisogno, la fonte eolica nel 2021 ha raggiunto il record storico di quasi 21 TWh di produzione. La relazione e gli approfondimenti La relazione contiene monografie di approfondimento dedicate a “scorte petrolifere di sicurezza, semplificare per accelerare la transizione energetica, il ruolo delle autorizzazioni negli investimenti in rinnovabili, evoluzione del mercato e delle infrastrutture del gas naturale in Italia, l’offerta di energia, disponibilità energetica per fonte e dipendenza energetica dalle importazioni, le imprese energivore a forte consumo elettrico in Italia, le materie prime critiche per la transizione energetica”. 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