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Secondo il nuovo Rapporto dell’International Energy Agency “Electricity Market Report 2023“, le fonti rinnovabili nei prossimi tre anni insieme all’energia nucleare, riusciranno a soddisfare la maggior parte dell’aumento della domanda globale di energia elettrica, rendendo improbabile un aumento significativo delle emissioni di carbonio del settore energetico. Lo scorso anno, nonostante le turbolenze dovute alla crisi energetica globale e alle condizioni climatiche eccezionali in alcune regioni, c’è stato un leggero rallentamento (-2%) della domanda mondiale di energia elettrica; mentre per i prossimi 3 anni si prevede una significativa accelerazione, che dovrebbe raggiungere una media del 3%, in crescita rispetto al +2,4% degli anni precedenti la pandemia. Più del 70% dell’aumento della domanda globale di elettricità fino al 2025 proverrà dai paesi emergenti e in particolare da India, Sud-Est asiatico e Cina, che da sola conterà per 1/3 dei consumi, nonostante le incertezze sull’andamento economico, considerando che il Paese sta uscendo ora dalle rigide restrizioni del Covid. Il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol ha commentato che per fortuna “le energie rinnovabili e l’energia nucleare stanno crescendo abbastanza rapidamente da soddisfare quasi tutto questo fabbisogno aggiuntivo, il che suggerisce che siamo vicini a un punto di svolta per le emissioni del settore energetico”. Questa svolta deve però essere sostenuta dai Governi. Per quanto riguarda le fonti, si stima che che la produzione di energia elettrica a gas naturale nell’Unione Europea diminuirà nei prossimi anni, anche a causa delle impennate dei prezzi, ma tale calo sarà compensato dalla crescita significativa in Medio Oriente. Il calo della produzione a carbone in Europa e nelle Americhe sarà accompagnato da un aumento nella regione Asia-Pacifico, nonostante la crescita della diffusione dell’energia nucleare e il riavvio di impianti in alcuni Paesi come il Giappone. Si può ipotizzare che le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivanti dalla produzione di energia elettrica a livello globale, dopo aver raggiunto il massimo storico nel 2022, siano destinate a rimanere intorno allo stesso livello fino al 2025. La crescita delle energie rinnovabili La quota delle rinnovabili nel mix di produzione di energia elettrica globale è destinata ad aumentare dal 29% nel 2022 al 35% nel 2025, con una riduzione della produzione a carbone e a gas. Di conseguenza, l’intensità di CO2 della produzione globale di energia elettrica continuerà a diminuire nei prossimi anni. Il contrario di quanto accaduto lo scorso anno in Europa dove l’intensità di CO2 della produzione di energia elettrica è aumentata a causa del maggior uso del carbone e del gas e del forte calo della produzione di energia idroelettrica, dovuto alla siccità, e di energia nucleare, a causa della chiusura e manutenzione degli impianti. Anche in Europa le emissioni di energia elettrica diminuiranno in media di circa il 10% all’anno fino al 2025. Il nuovo rapporto dell’IEA rileva che la domanda e l’offerta di energia elettrica in tutto il mondo stanno diventando sempre più dipendenti dalle condizioni meteorologiche: in Europa per esempio calo del 3,5% della domanda è stato dovuto a un clima invernale insolitamente mite e al calo del consumo di elettricità nel settore industriale, che ha ridotto significativamente la produzione a causa dei prezzi elevati dell’energia e delle interruzioni delle forniture dovute all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In India si sono verificate ondate di calore che hanno provocato il picco più alto di sempre nella domanda di energia elettrica. Anche le regioni centrali e orientali della Cina sono state colpite da ondate di calore e siccità, che hanno provocato un’impennata della domanda di aria condizionata a causa della ridotta produzione di energia idroelettrica nella provincia del Sichuan. Gli Stati Uniti invece sono stati colpiti da forti tempeste invernali a dicembre, che hanno provocato massicce interruzioni di corrente. E’ necessario accelerare gli interventi sul fronte della decarbonizzazione e della diffusione delle energie pulite, aumentando contemporaneamente la flessibilità dei sistemi elettrici e garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza delle reti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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