Ambiente e lotta a cambiamenti climatici, mappa programmi per prossime Europee

C’è un po’ di verde in tutti i partiti che corrono per le elezioni Ue. Il nostro Paese sembra indietro se si guarda al Piano clima e energia. Servono scelte di fronte agli impegni decisi dalla Cop21 a Parigi. E un po’ tutti se la prendono con la plastica. Nella composizione attuale del Parlamento Ue i migliori eco-friendly sono i Verdi europei.

a cura di Tommaso Tetro

Ambiente e lotta a cambiamenti climatici, mappa programmi per prossime Europee

La buona notizia è che in quasi tutti i programmi dei partiti in corsa per le elezioni europee c’è almeno un po’ di ambiente; di voglia di lottare contro i cambiamenti climatici, di risparmiare energia e di produrla in modo sempre più pulito. Nonostante l’European climate foundation abbia bocciato il Piano clima e energia dell’Italia che è stato aperto alla consultazione pubblica e che è al vaglio dell’Europa.

E’ vero anche che, dopo una serie di anni consecutivi, si è rotto il disaccoppiamento tra la diminuzione delle emissioni in atmosfera e la crescita del Pil, mentre un’adolescente svedese, Greta Thumberg, è riuscita a smuovere le coscienze mettendo un po’ tutti di fronte alle sue paure affinché diventino quelle della popolazione del Pianeta.

I programmi dei partiti per il clima

A guardarli da lontano i programmi, provando a cercare dei punti in comune, verrebbe da dire che su un aspetto sono un po’ tutti d’accordo, in modo trasversale; ce l’hanno tutti con la superstar nella classifica degli avversari del Pianeta, e dei mari, promettendo lotta serrata alla plastica. Tutto al netto del fatto che gli impegni decisi alla COP21 a Parigi rimangono lontani sia nelle azioni concrete (naturalmente) sia nelle scelte politiche.

Nella Legislatura che si sta chiudendo ci sono state 21 votazioni che hanno riguardato direttamente l’ambiente per tutelare al meglio le istanze ecologiste su energia, emissioni, tutela delle foreste, uso del suolo. Il gruppo che ha fornito il maggior sostegno all’ambiente è quello dei Verdi Europei – Alleanza Libera Europea, dove si colloca il partito European Greens, soggetto europeo in cui rientra l’italiano Europa Verde. Gli altri ‘paladini’ dell’ambiente – ma di molto lontani – sono Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE-NGL) (gruppo a cui dichiara appartenenza dal simbolo la lista italiana La Sinistra) e il gruppo dei Socialisti e Democratici. Nel limbo di chi non sa decidere, il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, dove attualmente rientra il Movimento 5 Stelle (che però spesso hanno votato in favore del clima, distaccandosi dal resto del gruppo) e l’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa. Ultimi i gruppi Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF), di cui fa parte la Lega, il Gruppo del Partito Popolare Europeo (nel quale rientrano FI, Popolari per l’Italia, SV e PDF) e, fanalino di coda a livello continentale, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), gruppo del partito europeo nel quale si riconosce Fratelli d’Italia.

Le forze che governano il nostro Paese provano a smarcarsi le une dall’altra, per non confondere un’alleanza nazionale costruita su un ‘contratto’ con un viaggio elettorale – e non solo – che proprio non hanno voglia di fare insieme.

Il Movimento 5 stelle per esempio nei suoi 10 punti parla di qualcosa che ha a che fare con l’ambiente, più in particolare lo sviluppo sostenibile; e cioè di incentivare le imprese affinché inquinino di meno e dell’abbandono delle fonti fossili, fermando contemporaneamente i fondi per le discariche e gli inceneritori. C’è anche un riferimento a un’Europa libera dalla plastica e della pratica agricola senza pesticidi dannosi per l’ambiente. C’è la partita della mobilità, che possiamo soltanto declinare a livello nazionale con l’introduzione del bonus; una misura che però guarda all’Europa.

La Lega in realtà di riferimenti all’ambiente non ne fa. A parte le dichiarazioni di Matteo Salvini sul rapporto deficit-Pil, non c’è niente che possa ricondurre a una posizione ‘europea’ del Carroccio. Anche se si potrebbe per esempio immaginare che le posizioni nostrane dovrebbero fornire un’indicazione: a cominciare da quelle sugli inceneritori e sulla gestione dell’acqua. Due, tra i tanti, argomenti che dividono le forze di governo e che ci dicono come la Lega voglia costruire più inceneritori e come la gestione dell’acqua non abbia bisogno di una riforma del settore idrico nel senso della ‘ripubblicizzazione’ del servizio. Le idee sull’agricoltura (di forza e di governo, verrebbe da dire…) sono quelle note che ci sia l’ambiente o meno; e che per esempio restano legate alle vicende delle quote latte o della rivolta dei pastori in Sardegna. Interessante quello che emerge invece sull’energia, a cominciare dall’idroelettrico e dalle altre rinnovabili fino all’abbandono delle fonti fossili.

Andrebbe ricordato che all’inizio della campagna elettorale era uscito con una cartellonistica un po’ da ‘ridere’ sull’anidride carbonica: invece di scrivere ‘CO2’, il Pd aveva messo sui propri manifesti il messaggio di come intendesse tagliare la ‘Co2’. Sbagliando una lettera (la ‘o’ che minuscola non doveva essere), improvvisamente, i democratici volevano abbattere il cobalto. Vero è che il Pd pone le questioni ambientali in primo piano, informa di titolo, nel suo programma: la nuova Europa che oltre a crescere dovrà essere forte e ‘verde’. La leadership dell’Ue è fondamentale per agire contro i cambiamenti climatici. Incrementare i target legati per il riciclo dei rifiuti, insieme a misure per ridurne la produzione a cominciare dalla costruzione degli oggetti di consumo; in particolare il piano contro la plastica – viene detto – dovrebbe anticipare la data in cui tutti gli imballaggi dovranno essere totalmente riciclabili. Il Pd effettivamente parla anche di agricoltura sostenibile e di economia circolare.

Forza Italia parla di sostenibilità ambientale, di limitare la plastica per non inquinare i mari. Per il rientro di Silvio Berlusconi da candidato a una competizione elettorale, Forza Italia coniuga l’ambiente con la crescita economica: bisogna – secondo FI – tenere insieme sviluppo e difesa del Pianeta; insomma la competitività industriale e le politiche climatiche viaggiano sullo stesso piano.

Un’economia in grado di rispettare l’ambiente è tra i punti del programma della lista unica che sancisce l’alleanza tra +Europa e Italia in Comune. Si dice chiaramente che la lotta ai cambiamenti climatici deve essere l’asse portante della politica economica e fiscale, delle strategie industriali, delle politiche per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo. E inoltre che sostenibilità ambientale equivale a sostenibilità finanziaria. Si parla del raggiungimento di un obiettivo che è quello delle emissioni ‘zero’ al 2050 e l’eliminazione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi nei diversi Stati membri. Tra gli altri punti viene pensato un Piano europeo per la riqualificazione urbana.

Patria e ambiente, questo è per Fratelli d’Italia; la difesa dell’una implica la difesa dell’altro. Così il partito di Giorgia Meloni auspica un’Europa all’avanguardia nella tutela del territorio e per la formazione ambientalista a cominciare dalla scuola. Nel programma la tutela dei mari, il bando dei prodotti non biodegradabili, lotta all’inquinamento, energia pulita e riconversione ecologica delle aziende.

L’ambiente è il punto cardine della lista Europa Verde, formata dai Verdi e da Possibile. Il programma è infatti incentrato sull’ecologia e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Si parla di tutela della biodiversità e di aumento delle aree protette. Poi, la plastica: bisogna superare tutti i prodotti plastici non riciclabili. Fondamentale anche la mobilità, per la quale c’è bisogno di una strategia precisa a cominciare dal potenziamento delle reti ferroviarie cercando di diminuire il trasporto su gomma.

Per la lista La Sinistra i valori ecologisti sono evidentemente chiari a cominciare dal manifesto. Si richiama al panel di scienziati che studiano il clima per le Nazioni Unite, l’Ipcc, viene richiamata l’importanza di ridurre il rischio idrogeologico.

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