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Indice degli argomenti Toggle Che cosa sono le CERIl ruolo dei comuni nelle Comunità Energetiche RinnovabiliI vantaggi assicurati dalle CER Le Comunità Energetiche Rinnovabili, abbreviate con l’acronimo CER, sono un modello di produzione e consumo di energia rinnovabile in ottica “comunitaria”. Si tratta senza dubbio di un’interessante opportunità per i comuni, che possono essere coinvolti direttamente, anche attraverso i propri impianti, oppure farsi promotori della costituzione di nuove comunità energetiche, a favore dei cittadini che vivono sul territorio. Il tema è di grande attualità e l’ANCI ha elaborato un vademecum dedicato alle Amministrazioni, mentre il GSE ha realizzato una sezione del proprio sito in cui sono raccolte tutte le principali informazioni utili. Che cosa sono le CER Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono, di fatto, un raggruppamento di più soggetti che decidono di consumare l’energia rinnovabile prodotta collettivamente. Possono partecipare privati cittadini, gruppi di persone, ma anche imprese e enti locali. I soggetti si distinguono in produttori e consumatori, tanto che è possibile partecipare ad una CER anche senza autoprodurre energia, ma solo beneficiando di quella prodotta dagli altri. Alla base, chiaramente, si trova un concetto fondato sull’idea di “collaborazione” e “condivisione”. L’energia prodotta, difatti, viene condivisa con tutti i membri della CER e gli impianti fotovoltaici risultano, in questo modo, essere sfruttati a pieno. Nella maggior parte dei casi, infatti, non si consuma l’intera quota prodotta, che viene ceduta alla rete. Tramite le comunità energetiche, questa eccedenza viene condivisa e sfruttata dall’utente che in quel momento ne ha bisogno. La loro costituzione, chiaramente, è un processo formale, che prevede di identificare i membri che la compongono, definire chiaramente la struttura e lo statuto che la regolano, realizzare eventuali impianti e registrare la CER presso il GSE (Gestore dei Servizi Energetici). A livello normativo, si segnalano il decreto di gennaio 2024 per l’incentivazione dei sistemi di autoconsumo collettivo e il decreto direttoriale n. 22/2024 che approva le regole operative del GSE. Il ruolo dei comuni nelle Comunità Energetiche Rinnovabili Gli enti locali possono giocare un ruolo chiave nella partita della transizione energetica, grazie a competenze loro assegnate, che li rendono promotori di azioni finalizzate alla diffusione dei sistemi per la produzione di energia rinnovabile. Il Comune, infatti, deve pianificare il loro sviluppo, divenendo responsabile della programmazione territoriale. Ciò richiede anche di definire una strategia territoriale per la promozione dell’autoconsumo collettivo, definendo risorse necessarie, analizzando il contesto di riferimento, individuando i migliori modelli organizzativi. Oltre alla partecipazione alle CER, il Comune può offrire supporto tecnico e amministrativo per le imprese e i cittadini interessati alla costituzione e alla gestione delle comunità energetiche, facendosi concreto promotore della loro diffusione. A tal proposito, anche il vademecum ANCI ricorda quanto sia importante che all’interno delle Amministrazioni si trovino competenze anche in ambito energetico, considerando questo aspetto come un prerequisito essenziale per un reale sviluppo. A livello operativo e concreto, poi, il documento ricorda i passi principali che dovrebbe compiere il Comune, attraverso: la redazione di un inventario del patrimonio edilizio, con caratteristiche e consumi degli immobili, e dei propri asset infrastrutturali; la definizione di un quadro statistico completo dei consumi del territorio, distinguendo tra utenze domestiche e imprese; una mappatura degli impianti per la produzione di energia rinnovabile esistenti; l’individuazione delle aree potenzialmente idonee all’installazione di nuovi impianti. La raccolta di tutti questi dati e informazioni risulta essenziale per scelte consapevoli e strategiche da parte dell’Amministrazione, definendo un chiaro piano di investimenti. Un altro contributo importantissimo è connesso alla “sburocratizzazione” e all’agevolazione dello sviluppo dei progetti, attuando anche modifiche ai propri strumenti urbanistici o regolamenti. I vantaggi assicurati dalle CER I comuni hanno sicuramente interesse nello sviluppo delle CER, per diversi motivi. Avendo uno sguardo e un raggio di azione territoriale, l’implementazione di modelli di autoconsumo collettivo comporta differenti vantaggi distribuiti, anche di natura spiccatamente sociale. Tra questi, ad esempio, c’è indubbiamente la possibilità di garantire a tutti i cittadini a una quota di energia pulita e sicura. Anche da un punto di vista economico, sono molte le famiglie che potrebbero trarre vantaggio da questa forma di condivisione, con un costo agevolato per il consumo energetico. Inoltre, indirettamente si creano interessanti opportunità, con la nascita di nuove occasioni di lavoro e una maggior attrattività del territorio, grazie all’impegno profuso per l’aumento della sostenibilità della comunità. Infine, vi sono i vantaggi ambientali, connessi alla riduzione delle emissioni di CO2, con un’importante riduzione dell’impatto ambientale della comunità. Grazie alla diretta partecipazione, poi, non mancano i benefici condivisi con tutti gli utenti di una CER, tra cui sicuramente la riduzione delle bollette energetiche. I Comuni, infatti, possono aderire ad una o più comunità energetiche costituite sul territorio, così da poter beneficiare dei vantaggi indicati anche senza avere a disposizione le risorse per l’installazione di impianti per l’autoconsumo. In ogni caso, per chi fosse curiosi e volesse approfondire i vantaggi assicurati da una CER, il GSE ha realizzato un applicativo, attraverso cui inserire i propri dati e simulare la costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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