Degrado e cappotto termico: i problemi che si possono verificare

Il cappotto termico può durare anche fino a 50 anni, ma è importante prestare attenzione a problemi e degrado che si possono presentare e che ne inficiano durabilità ed efficacia.

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Degrado e cappotto termico: i problemi che si possono verificare

Il cappotto termico è necessario per coibentare un edificio, di cui migliora le prestazioni e riduce i consumi di energia per la climatizzazione.

L’isolamento è ormai irrinunciabile per ogni nuova costruzione ed è l’intervento cardine di ogni opera di riqualificazione energetica dell’esistente. Il costo di realizzazione varia a seconda delle dimensioni dell’edificio su cui si interviene e anche in relazione al materiale utilizzato.

Per un buon risultato, infatti, servono un corretto progetto, la scelta del giusto materiale e una posa adeguata. Così facendo, un cappotto termico ha una vita media di decine di anni, tendenzialmente dai 30 ai 50 anni, senza particolari necessità di manutenzione rispetto ad altre tipologie di facciata. Purtroppo, però, ci sono alcune forme di degrado, di varia origine, che possono compromettere l’isolamento e il comfort interno.

Perché è importante un cappotto termico di qualità e correttamente realizzato

Un cappotto termico di qualità e ben realizzato è fondamentale per il risparmio energetico, in quanto riduce al massimo la dispersione di calore attraverso le superfici confinanti con l’esterno o con altri ambienti non riscaldati. Senza l’isolamento, queste strutture diventano veicoli per il passaggio del calore verso l’ambiente più freddo, causando un fabbisogno energetico per il riscaldamento molto maggiore.

Perché è importante un cappotto termico di qualità e correttamente realizzato

Un consumo elevato di energia, però, comporta costi maggiori e anche un impatto ambientale significativo. La produzione di energia, infatti, porta con sé questioni quali la produzione di emissioni e il consumo di risorse naturali. La normativa stessa prevede che i nuovi edifici e quelli riqualificati raggiungano precisi standard prestazionali, che rendono l’installazione di un sistema di isolamento pressoché obbligatorio. Il cappotto termico, infine, incide anche sul comfort interno percepito dagli occupanti dell’edificio, in quanto si mantiene una temperatura adeguata e uniforme, limitando gli sbalzi termici.

I problemi che si possono verificare con il cappotto termico: materiale inadeguato o scadente

La realizzazione del cappotto termico prevede la scelta di un materiale isolante, valutando la moltitudine di proposte ormai disponibili sul mercato. La valutazione deve essere effettuata considerando molteplici fattori, tra cui la capacità isolante del materiale, la tipologia di intervento, il contesto in cui si colloca l’edificio e il budget a disposizione. Si deve trovare un equilibrio tra questi elementi, senza mai rinunciare a uno standard di qualità minimo. Utilizzare materiali scadenti per il cappotto, infatti, ne inficia le prestazioni, con problematiche di scarso isolamento, durata ridotta, possibili infiltrazioni e problemi di umidità e muffa.

I problemi che si possono verificare con il cappotto termico: materiale inadeguato o scadente

Allo stesso modo, è altrettanto critico un errore dovuto alla scarsa considerazione della compatibilità dei materiali. Anche se di qualità, non è detto che per ogni progetto vada bene ogni tipo di isolante. I materiali edili possono essere più o meno compatibili o adeguati ad una funzione, anche in relazione alle strutture esistenti e alla loro composizione o al clima. Scegliere materiali inadeguati o a basso costo, in conclusione, può portare a costi di gestione e manutenzione molto più elevati nel tempo, oltretutto senza mai raggiungere le prestazioni auspicate.

Errori dei professionisti: progettazione e posa del cappotto

La scelta dei materiali, il dimensionamento del cappotto e la sua realizzazione, ovviamente, non sono una responsabilità del committente e coinvolgere professionisti competenti e seri, che si occupino di una puntuale progettazione e, poi, di una corretta posa in opera, è fondamentale.

Errori dei professionisti nella progettazione e posa del cappotto termico

Errori in queste fasi sono cruciali per la riuscita dell’intervento. La progettazione del cappotto deve riguardare il dimensionamento dello strato isolante, individuare materiali e soluzioni migliori, risolvere eventuali nodi critici della struttura, definire in ogni dettaglio i lavori da eseguire. Allo stesso tempo, la posa in opera richiede precisione e il rispetto di alcune regole di base, talvota specifiche per ogni prodotto.

Tra gli errori più comuni e che possono rovinare la riuscita di un cappotto termico, ad esempio, ci sono uno scorretto incollaggio dei pannelli alla struttura della parete, che causa una ridotta stabilità del cappotto, e la formazione di fessure, ad esempio perché i pannelli non sono perfettamente allineati tra loro. Ogni fuga dovrebbe essere adeguatamente riempita con apposito materiale isolante, per evitare ogni genere di imperfezione e la generazione di un possibile ponte termico. Lo strato di isolamento deve essere perfettamente continuo e uniforme.

Problemi di umidità, rigonfiamento e distacco

Errori nella posa o eventi esterni di forza significativa dopo l’installazione, ad esempio come è accaduto con le forti grandinate della scorsa estate, possono causare diverse tipologie di danni. La mancanza di uniformità e la formazione di crepe e fessure superficiali, infatti, può portare nel tempo a infiltrazioni d’acqua e al ristagno di umidità, con conseguenti rigonfiamenti e ulteriori fessurazioni.

Problemi di umidità, rigonfiamento e distacco del cappotto termico

Un isolante compromesso o mal fissato, può anche distaccarsi dalla parete, portando alla necessità di un totale rifacimento dell’isolamento. Un altro aspetto a cui prestare molta attenzione quando si posa un cappotto, proprio per evitare problematiche di umidità, è la gestione della fascia di parete a contatto con il terreno. Deve essere inserito un apposito strato impermeabilizzante o si devono utilizzare materiali specifici, che non sono in grado di trattenere l’acqua.

La manutenzione del cappotto termico

I danni e i problemi che si possono verificare possono avere gravità differente e, come visto finora, origine di diversa natura. Il consiglio è quello di occuparsi di una manutenzione attenta del cappotto, monitorando la comparsa di eventuali “sintomi” di possibili criticità più rilevanti. Anche i proprietari dell’edificio, infatti, possono prestare attenzione allo stato di conservazione del cappotto, intercettando anche forme di degrado estetico, come nel caso di scolorimento della facciata o una riduzione della planarità superficiale.

L’urgenza di intervento aumenta se si presentano danni di maggior entità, come crepe, fessurazioni o distacchi dell’intonaco, anche parziali. Trascurare queste problematiche, infatti, può comportare forme di degrado di maggior gravità.

Rilevato il problema, è bene approfondire le condizioni di rivestimento e isolante, per poi considerare il giusto intervento di manutenzione. È opportuno coinvolgere un professionista competente, che valuterà la manutenzione più indicata, a partire dal recupero del solo strato di finitura, ad esempio tramite tinteggiature con specifiche pitture, fino alla rimozione e ricostruzione integrale dello strato isolante. In alcuni casi, si procede anche con un nuovo strato di rasatura armata e con l’applicazione di un nuovo rivestimento o anche con la realizzazione di un nuovo strato isolante al di sopra di quello esistente.

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