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Indice degli argomenti: L’impatto degli impianti rinnovabili sul paesaggio L’iter di approvazione per la realizzazione degli impianti per l’energia rinnovabile Alternative e soluzioni per favorire le rinnovabili rispettando il paesaggio L’importanza dell’energia rinnovabile e a che punto siamo in Italia Lo sviluppo dell’energia rinnovabile è un tassello fondamentale per la decarbonizzazione dell’economia, favorendo la transizione ad un modello più sostenibile, ovvero con un impatto ambientale minore. L’Unione Europea ha individuato degli obiettivi per il 2030 in termini di riduzione di emissioni di CO2, per i quali la diffusione delle energie rinnovabili gioca un ruolo chiave. Gli obiettivi sono ambiziosi e in Italia, sulla base dell’andamento registrato finora, si può dire che siamo già in ritardo sui target per lo sviluppo di impianti ad energia rinnovabile. Secondo i dati presentati nel 2020 dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, se non si assisterà ad un rapido cambiamento nei prossimi anni, mancheremo gli obiettivi del 2030 con uno scarto di 23 GW di potenza non installata. Secondo lo studio, per evitare ciò, servirebbe raddoppiare subito la potenza installata per l’eolico e triplicare quella del fotovoltaico. Infatti, le rinnovabili continuano a crescere, tanto che secondo il rapporto di gennaio di Terna del mese di gennaio 2021 mostra un +11% crescita su gennaio 2020, ma non abbastanza velocemente. L’urgenza di aumentare la realizzazione degli impianti, però, si scontra con alcuni altri fattori altrettanto importanti. L’impatto degli impianti rinnovabili sul paesaggio L’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, come si è detto, è una necessità per raggiungere gli obiettivi ambientali nel 2030. Il ricorso all’energia pulita è sicuramente una priorità, ma questo non deve certo andare a discapito di altri importanti aspetti ambientali, tra cui la tutela del paesaggio. Gli impianti per le rinnovabili, infatti, spesso si presentano “invasivi” in alcuni contesti, soprattutto da un punto di vista visivo. Alla realizzazione dei primi grandi parchi eolici, come è noto, non sono mancate le polemiche. Il tema, però, si presenta anche in contesti molto differenti, ad esempio quando si decide di riqualificare un edificio storico o dislocato in un particolare contesto naturale e si vogliono installare dei pannelli fotovoltaici. Proprio per evitare problematiche e non incappare né nella creazione di barriere alle rinnovabili, né al totale disinteressamento verso l’impatto di questi impianti sull’ambiente, sono state nel tempo emanate linee guida, regole e normative, a livello nazionale, ma soprattutto a livello regionale. Lo sforzo richiesto è quello di favorire la creazione di un contesto normativo di riferimento chiaro, che faccia riferimento alle caratteristiche degli impianti e del territorio, senza rinunciare ad una certa omogeneità sul territorio nazionale. L’iter di approvazione per la realizzazione degli impianti per l’energia rinnovabile L’iter di approvazione per la realizzazione degli impianti di produzione di energia rinnovabile è stato oggetto di regolazioni e successive semplificazioni, a partire dalle indicazioni contenute nella Direttiva europea 2009/28/CE. In Italia, è il D.Lgs 28/2011 che recepisce la direttiva e ridefinisce l’iter di autorizzazione per gli impianti a fonti rinnovabili. Il DM 10/09/2010 ha introdotto delle Linee Guida che avevano lo scopo di uniformare maggiormente gli iter di autorizzazione, pur rispettando competenze delle autorità locali. Le procedure da seguire sono principalmente 3 e dipendono dalle dimensioni e dalla potenza degli impianti che si devono installare. Per gli interventi più importanti si ricorre alla cosiddetta Autorizzazione Unica (AU), che prevede un procedimento con la Conferenza dei Servizi. Questo titolo abilitativo può variare lo strumento urbanistico locale, ma per portare ad un esito positivo, può essere necessaria una VIA, ovvero una Valutazione di Impatto Ambientale. Per gli impianti di minor entità, invece, si ricorre alla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), che prevede la presentazione della pratica al Comune di riferimento. In questo caso, l’esito positivo si ottiene rispettando tutti i regolamenti edilizi e urbanistici vigenti. Inoltre, se la realizzazione avviene in aree sottoposte a vincoli paesaggistici, è necessario richiedere autorizzazioni e/o nulla osta secondo quanto previsto dalla normativa vigente di riferimento. Per gli impianti ancora più piccoli e assimilabili alle attività di edilizia libera, si procede con una Comunicazione al Comune, che semplicemente riduce i tempi di attesa rispetto alla procedura precedente. Infine, va detto che la normativa nazionale chiede alle regioni di individuare delle aree non idonee all’installazione di impianti rinnovabili, come ad esempio i parchi eolici. Le motivazioni devono essere concrete e dimostrate, sempre finalizzate alla tutela del territorio, come ad esempio può accadere in alcune particolari aree naturali protette, ma senza ostacolare il generale sviluppo dell’energia rinnovabile se non necessario. A queste aree, si aggiungono a quelle individuate a livello nazionale, ovvero le ZPS – Zone di protezione ambientale e le IBA – Importand Bird Area. Alternative e soluzioni per favorire le rinnovabili rispettando il paesaggio Gli impianti per l’energia rinnovabile, soprattutto se di grandi dimensioni, possono sicuramente avere un impatto importante sul paesaggio circostante. Questa considerazione, però, non deve sfociare in una vera e propria barriera allo sviluppo di questi impianti. La direzione giusta, probabilmente è quella che vede un’analisi attenta e adeguata del territorio locale, delle caratteristiche degli impianti, delle esigenze produttive, ma anche delle possibilità offerte dalle innovazioni tecnologiche. Sono sempre di più le ricerche e le sperimentazioni che mirano proprio a “mimetizzare” gli impianti FER e ridurre il loro impatto paesaggistico. Parlando di fotovoltaico, ad esempio, sono sempre di più i prodotti pensati proprio per favorire al massimo l’integrazione architettonica e poter utilizzare queste tecnologie anche in luoghi protetti. 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