In Lombardia al via la prima filiera dell’idrogeno verde

Aziende, università ed enti di ricerca hanno deciso di costituire una filiera per promuovere e sostenere le attività utili alla produzione dell’idrogeno verde

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In Lombardia al via la prima filiera dell’idrogeno verde

Nasce in Lombardia la prima filiera dell’idrogeno verde d’Italia. Nella regione dove sta per partire il primo treno a idrogeno sulla linea Brescia-Iseo-Edolo si è da poco costituita questa prima “filiera a idrogeno” sotto lo stimolo dell’istituzione regionale. L’iniziativa, salutata con favore dalla Regione Lombardia, vede da subito coinvolte 35 aziende oltre ad attori di primo piano del settore, coinvolgendo anche università ed enti di ricerca. Proponente e capofila della filiera è H2Energy, specializzata nella progettazione e produzione di elettrolizzatori.

La Lombardia è una delle 14 regioni in cui è stato avvallato il progetto per la nascita delle hydrogen valley, cui sono stati assegnati 33,5 milioni di euro, aderendo alla misura relativa all’investimento del PNRR proposta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per creare le condizioni utili a favorire la realizzazione di elettronizzatori tra 1 e 10 MW per produrre idrogeno verde in aree industriali dismesse.

Idrogeno verde: un’opportunità da 1400 miliardi l’anno

La filiera dell’idrogeno verde “made in Lombardia” è nata perché si avverte l’esigenza di promuovere una filiera per la costruzione dell’ecosistema idrogeno a partire dal contesto regionale nel quale opera per promuovere un network di collaborazione e crescita.

Idrogeno verde: un’opportunità da 1400 miliardi l’anno

Le potenzialità dell’idrogeno verde sono note: con il rafforzamento del sostegno all’idrogeno da elettrolisi come fonte di energia affidabile e sostenibile, Deloitte prevede che il mercato supererà il valore del commercio di gas naturale liquido entro il 2030 e crescerà ulteriormente fino a raggiungere 1400 miliardi di dollari all’anno entro il 2050.

Diversi fattori hanno promosso l’interesse verso la produzione green di idrogeno. Tuttavia, la situazione attuale, malgrado la crescita progressiva degli annunci di nuovi progetti per la produzione di idrogeno a basse emissioni, non è per niente semplice.

IEA sottolinea che:

“solo il 5% ha preso decisioni concrete di investimento a causa delle incertezze sull’evoluzione futura della domanda, della mancanza di chiarezza su certificazione e regolamentazione e della mancanza di infrastrutture a disposizione fornire idrogeno agli utenti finali.”

Ecco allora l’importanza di “fare squadra”. Come affermato da Paolo Carrera, direttore generale di H2Energy, nell’occasione dell’avvio della filiera lombarda, «è fondamentale in questo momento fare rete, unire le competenze e crescere insieme per sostenere la transizione energetica e l’applicazione delle misure del PNRR». La stessa azienda ospiterà a novembre nella propria sede il primo incontro della filiera.

La partecipazione di INSTM alla neonata filiera dell’idrogeno verde

Nella lista delle partecipanti alla filiera dell’idrogeno lombarda oltre alle 35 aziende con comprovati requisiti per farne parte, ci sono anche importanti soggetti pubblici di ricerca. Tra questi, oltre al Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, l’Università Statale degli Studi di Milano e l’Università di Brescia, si segnala il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM). Si tratta della più grande realtà consortile in Italia: un consorzio di 52 Università italiane, che conta più di tremila tra professori di ruolo, ricercatori universitari, titolari di assegni di ricerca e di borse di studio e dottorandi di ricerca. INSTM promuove l’attività di ricerca che viene svolta nelle università consorziate nel settore della Scienza e Tecnologia dei Materiali.

L’adesione del Consorzio alla filiera ha diverse motivazioni. Innanzitutto è un’opportunità di ricerca e sviluppo: l’industria dell’idrogeno offre un ampio spettro di sfide tecnologiche legate alla produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno. Queste sfide richiedono la collaborazione di esperti in scienza e tecnologia dei materiali per sviluppare soluzioni innovative e materiali avanzati. Partecipando alla filiera dell’idrogeno, il consorzio può accedere a nuovi mercati e opportunità di business, fornendo soluzioni materiali essenziali per l’infrastruttura dell’idrogeno. Non si può certo dimenticare che l’idrogeno, e quello verde in particolare, è un elemento chiave nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La partecipazione alla filiera dell’idrogeno consente al consorzio di contribuire alla sostenibilità e alla decarbonizzazione, fornendo il proprio contributo, in termini di sviluppo tecnologico, alla produzione. Essere parte di una filiera consolidata può facilitare l’accesso a finanziamenti e supporto normativo sia a livello europeo che italiano. Questi finanziamenti possono sostenere progetti di ricerca e sviluppo nel campo dell’idrogeno.

A tutto questo si aggiunge anche l’opportunità di scambio di conoscenze e sinergie, oltre al posizionamento strategico come un attore chiave nell’evoluzione del settore energetico e industriale. “Questo può portare a opportunità di leadership e a un maggiore riconoscimento nell’ambito della scienza e tecnologia dei materiali”, segnala lo stesso INSTM.

Il ruolo del Consorzio

Sul ruolo che avrà il Consorzio, dipenderà dagli obiettivi specifici. In tema di ricerca e sviluppo di materiali avanzati, INSTM potrebbe concentrarsi sulla ricerca e lo sviluppo di materiali innovativi per l’industria dell’idrogeno, impiegabili per migliorare l’efficienza e l’affidabilità dei sistemi di produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno. Inoltre, potrebbe fornire servizi di testing, valutazione e certificazione dei materiali utilizzati nell’industria dell’idrogeno per garantire la sicurezza e l’affidabilità delle applicazioni. Ci sono poi da considerare aspetti preziosi in termini di collaborazione tecnologica, consulenza tecnica. Inoltre, INSTM potrebbe svolgere un ruolo chiave nella promozione della sostenibilità all’interno dell’industria dell’idrogeno, contribuendo a sviluppare materiali che riducano l’impatto ambientale e supportino la produzione di idrogeno verde.

Nella neonata filiera lombarda per l’idrogeno verde, INSTM potrebbe avere un importante contributo in termini di sviluppo di nuove applicazioni, potendo esplorare nuove opportunità di applicazione per l’idrogeno e lavorare allo sviluppo di materiali adatti a queste nuove applicazioni. A questo proposito, lo stesso Consorzio ricorda che:

“L’Unità di ricerca di Brescia di INSTM presso il Laboratorio di Chimica per le Tecnologie dell’Università di Brescia (conosciuto come Chem4Tech) vanta una solida base di competenze e dispone di attrezzature all’avanguardia nel campo della caratterizzazione elettrochimica, composizionale e strutturale dei materiali oltre che della sintesi di materiali nanostrutturati”.

Le opportunità aperte dalla filiera dell’idrogeno verde

L’istituzione di questa filiera rappresenta un importante passo verso l’integrazione di competenze accademiche e industriali nel campo della produzione e accumulo di energia. “La collaborazione tra questi attori porterà sinergie significative, inclusa la partecipazione a progetti competitivi, aprendo nuove opportunità di ricerca e sviluppo, contribuendo all’adozione di tecnologie avanzate nel settore energetico e promuovendo l’innovazione nel territorio lombardo”, evidenziano i referenti INSTM della filiera idrogeno.

Detto delle opportunità per la decarbonizzazione, la filiera apre alla creazione di nuovi mercati, è un forte stimolo all’innovazione tecnologica (l’avvio di questa filiera richiede sviluppo e adozione di nuove tecnologie, dall’elettrolisi all’idrogeno verde alla tecnologia di stoccaggio e alle applicazioni dell’idrogeno), apre a collaborazione e sinergie ed è un elemento utile alla diversificazione energetica. A tutto ciò si aggiunge la necessità di sviluppo di competenze generate dalla necessità di creare una filiera dell’idrogeno. Essa richiede professionisti altamente qualificati in settori come la produzione, la tecnologia dei materiali, l’ingegneria e la scienza dell’energia. Ciò offre opportunità di sviluppo di competenze e formazione che si rendono necessarie in Italia e a livello internazionale.

Lo sforzo comune dei partecipanti della filiera a sviluppare tecnologie applicabili nel campo dei reattori elettrochimici reversibili contribuirà a creare le condizioni per la transizione energetica, consolidando l’eccellenza Lombarda in un settore in costante crescita.

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