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Avanza l’idrogeno verde nelle regioni italiane. A partire da gennaio, infatti, si sono moltiplicati gli avvisi di bandi per sostenere progetti per la produzione di green hydrogen in aree industriali dismesse. Fanno seguito al decreto direttoriale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che dà il via libera alla realizzazione delle hydrogen valley. Sono gli effetti del PNRR, che ha destinato la fetta più consistente, ossia un terzo circa (il 31%) delle risorse disponibili complessive sulla Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”: sono 69,8 miliardi di euro dedicati a uno dei programmi flagship, riguardante l’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili e la produzione e il trasporto di un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile. Questi bandi possono incentivare progetti in grado di attivare sia le grandi che le Piccole e medie imprese. Basti considerare che la superficie totale delle aree industriali in Italia è ampia: nel 2011, era di circa 9.000 chilometri quadrati, una superficie vasta quasi quanto l’Umbria. “La maggior parte si trova in una posizione strategica per contribuire a costruire una rete diffusa di produzione e distribuzione di idrogeno alle vicine PMI”, si rileva nel sito web ItaliaDomani, dedicato al PNRR. Gli stanziamenti variano da regione a regione, come pure i tempi per fare domanda, anche se il cronoprogramma segnala nel 31 marzo prossimo il termine per l’aggiudicazione dei progetti di produzione d’idrogeno in aree industriali dismesse e a giugno 2026 il completamento di almeno dieci progetti. Bandi a parte, non mancano esempi incoraggianti in termini di ricerca, innovazione nonché di attività industriali e di startup dedicate all’idrogeno verde. Ecco cosa accade, specie nel Sud Italia e nel Centro. Indice degli argomenti Toggle Dal PNRR alle assegnazioni: le disposizioni del GovernoIdrogeno verde nelle regioni italiane: cosa accade al SudCosa accade nel Centro Italia Dal PNRR alle assegnazioni: le disposizioni del Governo Sapranno farsi spazio i progetti di produzione d’idrogeno verde nelle regioni italiane? Solo il tempo darà risposta. Intanto, però, c’è da sottolineare che lo sforzo messo in atto per creare le condizioni è sensibile: sul tema idrogeno, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza stanzia in tutto mezzo miliardo di euro, per realizzare almeno 10 valli dell’idrogeno per una capacità complessiva di almeno 10-50 MW. A regioni e province autonome vanno 450 milioni, mentre altri 50 sono dedicati ai progetti bandiera. Come ha fatto sapere lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, lo stesso dicastero assegnerà anche 2 miliardi di euro per l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria difficili da decarbonizzare (le cosiddette hard-to-abate, come acciaierie, cementifici, fonderie, industrie chimiche, cartarie, della ceramiche e del vetro), “contribuendo così, alla progressiva introduzione di vettori energetici rinnovabili in sostituzione dei fossili”. L’anno scorso, a giugno, sono stati firmati i primi cinque protocolli d’intesa con le regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia per promuovere la produzione e l’uso del vettore a livello locale. Ora i bandi sono partiti, più o meno, in tutte le regioni. Idrogeno verde nelle regioni italiane: cosa accade al Sud Puglia, Campania e Sicilia sono quelle che hanno ricevuto di più: per ognuna di loro la dotazione è di 40 milioni di euro. In tutte e tre si evidenziano già nel tempo alcuni segnali di dinamismo sul fronte idrogeno. In Campania, Snam ha avviato nel 2019 la prima sperimentazione a livello europeo di immissione di una miscela di idrogeno al 5% in volume e gas naturale nella rete di trasporto gas nazionale. La scorsa estate, invece, è stata inaugurato quello che viene considerato il primo edificio alimentato a idrogeno d’Europa. Si tratta di una trasformazione di un edificio residenziale nZEB) in H-ZEB (Hydrogen Zero Emission Building), progettato e realizzato a Benevento, nell’area dall’Università del Sannio, dallo stesso ateneo e dal Distretto Tecnologico per le Costruzioni Sostenibili Stress. Si tratta di una sperimentazione in scala reale, di un microcogeneratore a celle a combustibile a ossidi solidi alimentato a idrogeno puro. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione nata nell’ambito dell’Associazione H2IT fra Stress e l’azienda italiana Solid Power e che ha trovato sbocco applicativo presso l’edificio dimostratore dell’Università del Sannio. Per quanto riguarda la Puglia, da dicembre la Regione si è dotata di una propria strategia regionale dell’idrogeno. Intitolata #H2Puglia2030 individua cinque ambiti dell’economia dell’idrogeno: si spazia dagli aspetti di produzione, stoccaggio, trasporto e distribuzione, alle azioni volte all’introduzione dell’idrogeno verde nei settori hard-to-abate, per passare alla mobilità e trasporti, comprendendo anche ad attività e allo sviluppo dell’idrogeno nella mobilità e nei trasporti. Quinto punto è dedicato allo stimolo in tema di formazione scientifica e professionale. Per ognuno di questi aspetti si intendono individuare, oltre agli obiettivi, competenze, strumenti regolamentari e misure di finanziamento. Per quanto riguarda la produzione di idrogeno verde va segnalato Puglia Green Hydrogen Valley, progetto in fase avanzata, attuato a Brindisi, Taranto e Cerignola da parte di Edison e Saipem attraverso la controllata Alboran Hydrogen Brindisi. Questa società avrà l’esclusiva del progetto per produrre green hydrogen sfruttando tre elettrolizzatori, alimentati da energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici, per una capacità complessiva di 220 MW. Una volta a regime, si potranno produrre ogni anno 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile. Anche in Sicilia sono state approvate, sempre lo scorso dicembre, le “Linee guida per lo sviluppo della Strategia dell’idrogeno – Integrazione e sviluppo delle previsioni del Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana (PEARS)”. Ma sul fronte H2 green è da annotare il progetto, avviato, la scorsa estate, da Enel Green Power che prevede di impiegare idrogeno verde nell’industria pesante. Denominata “Sicilian Sustainable Steel”, l’iniziativa è stata avviata insieme ad Acciaierie di Sicilia, specializzata nella produzione di acciaio per cemento armato, unica acciaieria presente sull‘isola, nella zona industriale di Catania. L’obiettivo è – scrive EGP – sostituire con l’idrogeno verde il 30% del gas naturale, attualmente impiegato nel forno di riscaldo del laminatoio, il quale soddisfa gran parte del fabbisogno energetico non elettrificabile dell’azienda. Per quanto riguarda l’Abruzzo, è partito anche qui il bando per mettere a disposizione 25 milioni di euro a progetti per produrre idrogeno verde. Intanto l’assessore regionale all’Energia ha fatto sapere che “in Abruzzo sarà costruito il primo impianto che produrrà idrogeno verde con capacità comprese tra 1 e 10 MW”. Cosa accade nel Centro Italia Il dinamismo sull’idrogeno verde nelle regioni italiane lo si nota anche tra Umbria e Abruzzo dove si sta sviluppando il progetto LIFE3H che intende creare, sperimentare e replicare tre Hydrogen Valley nel centro Italia partendo dalla realizzazione di autobus alimentati con idrogeno in eccesso proveniente da produzioni industriali locali, “chiudendo così il ciclo a livello locale – segnala la Regione Abruzzo –. Il progetto testa nuove soluzioni di trasporto per migliorare la qualità dell’aria”. Sulla volontà di produrre idrogeno verde, tra le province di Teramo e L’Aquila sorgerà il primo impianto che sfrutterà biomasse e acque reflue. Come riporta il Sole 24 Ore per realizzarlo verrà approntato un investimento stimato in 130 milioni di euro, che porterà nel giro di due anni alla realizzazione. L’Umbria è tra le prime cinque regioni individuate dal precedente Governo come sito di produzione di green hydrogen. Si è fatta notare positivamente sul tema anche per un altro motivo: in terra umbra è stato costruito e progettato il primo autobus a idrogeno completamente made in Italy, l’unico in Europa in grado di trasportare sino a 48 persone, in soli otto metri, con un’autonomia di 450 chilometri. Nelle Marche, invece, è nata una startup innovativa, hydorghen, dove è nata la caldaia a idrogeno che è stata installata all’Istituto superiore Meucci di Carpi, inaugurata da pochi giorni: è stato presentato come il primo sistema di riscaldamento di un edificio scolastico alimentato ad idrogeno verde, prodotto da pannelli fotovoltaici, a livello europeo. In tema di ricerca e sviluppo l’Italia può contare su una realtà di alto livello: nel Lazio, più precisamente, al Centro Ricerche Casaccia di ENEA, in provincia di Roma (il più grande centro di R&D d’Italia), è stato annunciato già nel 2020 il progetto per una Hydrogen Valley italiana dedicata alla ricerca, una cittadella dove sperimentare tecnologie dell’idrogeno. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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