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Render del progetto Mkno (credits Reiventing Cities) A puntate Infobuild sta presentando i progetti vincitori del bando internazionale Reiventing Cities, iniziativa promossa da C40, il network delle metropoli che si battono contro il cambiamento climatico. Si tratta di 15 progetti, proposti da cinque metropoli europee – Madrid, Milano, Oslo, Parigi e Reykjavik – e da una città degli Stati Uniti – Chicago – che avevano un doppio obiettivo: recuperare siti e aree urbane dismesse e sperimentare soluzioni architettoniche, funzionali e tecnologiche innovative finalizzate a realizzare edifici e quartieri a emissioni zero in atmosfera. L’iniziativa di C40, a cui fanno riferimento 14 città in tutto il mondo (oltre le sei citate, ne fanno parte Auckland, Houston, Montréal, Portland, Rio de Janeiro, Salvador, San Francisco, Vancouver), ricalca Reinventer Paris, il bando che nel 2015 ha consentito di avviare la rivitalizzazione di 22 aree parigine. A Oslo sono stati proclamati i progetti vincitori del bando che, in capo a qualche anno, diventeranno realizzazioni concrete, anche perché il bando non si rivolgeva solo ad architetti e urbanisti, ma a sviluppatori e imprenditori. Indice degli argomenti: Progetto per Parigi Mkno Progetto per Parigi Odyssee Pleeyel Ecco i due progetti per Parigi Proposte per giovani e start-up Per Parigi sono stati premiati due progetti: il primo, chiamato Mkno, prevede di realizzare un nuovo quartiere con materiali riciclati e alimentato per il 50% da energia rinnovabile e destinato ad alloggi per studenti, residenze, uffici e negozi; il secondo, Odyssee Pleyel, è un progetto di riconversione di un edificio industriale a St.Denis, da trasformare in laboratori per giovani, startup e ong impegnate nel contrasto ai cambiamenti climatici. Mkno Mkno, frutto del lavoro di un team di progettazione composto da Coldefy Associes Architects Urbanistes, Atelier d’Architecture Triptyque, Pila Studio e Moz Paysage e su iniziativa degli sviluppatori immobiliari Nodo e Promoval, affronta diverse sfide urbane e ambientali tra cui la connessione con i due corsi d’acqua del Canal de L’Ourcq, nella zona nord ovest di Parigi, non distante da La Villette, il parco tecnologico e scientifico della capitale francese. Render del progetto Mkno (credits Reiventing Cities) Si tratta di un nuovo quartiere di 50mila metri quadrati di superficie, da realizzare sulle aree dell’ex fabbrica Mbk, che ospiterà residenze (155 gli alloggi previsti), 170 stanze per studenti e anziani, due alberghi, uffici e un polo per la mobilità. Ai piani terra verranno invece ospitati negozi, un asilo nido, una biblioteca. È prevista anche una foodcourt e una scuola per giovani cuochi. Nel complesso, si prevede di dar vita a 700 posti di lavoro. Render del progetto Mkno (credits Reiventing Cities) La riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera è garantita dai materiali da costruzione, certificati e riciclati (25mila metri cubi di legname e 7.600 metri quadrati di materiali da riciclo) e dal 50% di energia prodotta da fonti rinnovabili (geotermia, fotovoltaico e solare) e recupero di calore ricavato dalle acque grigie. È prevista la realizzazione di un cosiddetto garage blue, un incubatore per la mobilità elettrica e di mille stalli per le biciclette (sono previste anche delle navette fluviali elettriche fino a La Villette). Un quarto delle coperture degli edifici sarà con giardini pensili e tetti verdi, l’80% di specie autoctone. Il sistema di gestione delle acque prevede il riutilizzo dell’acqua piovana collegato al vicino canale che funzionerà come sistema di filtrazione naturale del suolo. Render del progetto Mkno (credits Reiventing Cities) Dal punto di vista tipologico, l’intervento edilizio prevede un design modulare per consentire di adattare la tipologia alle eventuali future esigenze. Nell’ultimo decennio la zona del Canal de l’Ourcq ha beneficiato di importanti investimenti pubblici e della presenza di importanti operatori economici come Chanel, Bnp Paribas, Betc e altri ancora. I lavori dovrebbero iniziare nell’ottobre del 2021. Odyssee Pleeyel Il progetto Odyssee Pleeyel è un esempio di come è possibile trasformare un antico sito industriale, in passato utilizzato per lo smontaggio degli avvolgimenti dei trasformatori elettrici, che si trova nel quartiere Pleeyel a Sant-Denis vicino a Parigi, in un esempio di rigenerazione urbana che guarda al futuro del pianeta, verso insediamenti umani a emissioni zero di CO2. Render del progetto Odyssee Pleeyel (credit Jakob+MacFarlane e Naik) L’iniziativa, condotta Edf, la compagnia energetica francese, su progetto degli studi di architettura Jacob+MacFarlane e Naik Associates, vuole reinventare l’ex sito industriale per farlo diventare un esempio dell’architettura e dell’edilizia del futuro: un edificio modulare, in legno, capace di autoprodurre energia, grazie a celle solari fotovoltaiche e termiche ibride, ed essere così autosufficiente dal punto di vista energetico, in cui le terre di scavo del sito verranno riutilizzate nel processo costruttivo. Render del progetto Odyssee Pleeyel (credit Jakob+MacFarlane e Naik) L’edificio si sviluppa su una superficie di 1.400 metri quadrati e 24 metri di altezza (sette i piani previsti) e si colloca nei pressi del sito che ospiterà le Olimpiadi di Parigi del 2024 e all’importante progetto della futura nuova stazione della metropolitana del Gpe, il Grand Paris Express, per cui si prevedono oltre 250mila viaggiatori attesi ogni giorno e 72 nuove stazioni. Render del progetto Odyssee Pleeyel (credit Jakob+MacFarlane e Naik) Vedi anche: Co-Inventing Doria, un ostello innovativo con funzioni pubbliche Vitae, innovazione e convivenza urbana Reinventing Cities a Madrid Teatro delle Terme: nuovo rapporto tra acqua, terra e vegetazione Reiventing Cities a Chicago L’Innesto, un progetto di housing sociale collaborativo e sostenibile Reiventing Cities a Oslo Reiventing Cities a Reykjavik Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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