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A cura di: Fabiana Valentini Indice degli argomenti I 5 attori chiave per un percorso verso la resilienza delle cittàLe città: come intervenire per costruire un ambiente resilienteUn lavoro sinergico tra tutti gli attori del mondo delle costruzioniUtilizzare le risorse in modo efficiente è la chiave per costruire una città resiliente Negli ultimi 20 anni, i disastri naturali hanno colpito 4,4 miliardi di persone, spezzato 1,3 milioni di vite umane e hanno causato perdite economiche per 2 trilioni di dollari. Lo scenario futuro non è dei più rosei: entro il 2050, oltre 970 città saranno colpite da temperature estreme, di cui circa 570 risentiranno dei problemi legati all’innalzamento del livello del mare. La sicurezza delle persone è sempre più a rischio per via del cambiamento climatico: è necessario mettere la sopravvivenza delle comunità e della natura al primo posto, cercando di sviluppare un modello resiliente per affrontare l’impatto che il climate change sta avendo sulla nostra vita. Per questo motivo il World Green Building Council ha elaborato il documento “Climate change resilience in the built environment”, una guida contenente pratiche efficaci per trasformare le città in realtà resilienti in grado di fronteggiare le sfide odierne. L’ambiente costruito è in continua crescita per accogliere una popolazione che è sempre più urbano-centrica: il comparto edile deve fare un passo in avanti per progettare centri urbani “resilienti” in modo da aiutare le comunità a sopravvivere e prosperare in un futuro caratterizzato da eventi naturali estremi. Anche non agire ha un costo Secondo quanto riportato dal Deloitte Center for Sustainable Progress, il costo dell’inazione avrà un impatto non solo sociale ma anche finanziario. Passare dall’inerzia ad una rapida transizione verso la resilienza vale 221 trilioni di dollari: le stime previste suggeriscono un investimento di 1,8 trilioni di dollari entro il 2030 da impiegare nelle misure di resilienza primarie (infrastrutture, gestione idrica efficace, sistemi di allerta e agricoltura resiliente). Questo ritardo nell’azione di una strategia concreta di resilienza sta costando caro al pianeta: l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 0,3-0,9 trilioni di dollari l’anno. I 5 attori chiave per un percorso verso la resilienza delle città I danni legati al cambiamento climatico si manifesteranno a livello di città, edifici, comunità anche su scala nazionale. Per questo motivo secondo la WGBC è necessario mettere in campo diverse azioni a livello sistemico che coinvolgano tutti gli attori chiave che ruotano attorno al mondo dell’ambiente costruito. Il testo del World Green Building Council suddivide i “key stakeholders” in tre gruppi principali: “City” tra cui troviamo i Governi, le istituzioni accademiche, le ONG, le comunità locali, le associazioni professionali “Community & neighbourhood” tra cui rientrano gli architetti, gli ingegneri, i costruttori, gli investitori “Building” tra cui troviamo menzionati gli sviluppatori, i consulenti, i costruttori, le comunità locali, i residenti Per ciascuno dei tre macro gruppi il WGBC propone una serie di azioni dedicate suddivise in diversi focus (Learn, Adopt, Act). Vediamo nel dettaglio quali sono le azioni da mettere in campo per un futuro più resiliente. Le città: come intervenire per costruire un ambiente resiliente Secondo il WGBC prima di agire occorre studiare e raccogliere dati ambientali e demografici associati al cambiamento climatico. Ma non solo: è necessario valutare i luoghi più vulnerabili su cui mettere in atto interventi prioritari e allo stesso tempo controllare l’accessibilità alle risorse naturali vitali per una comunità. Dopo aver svolto una prima fase di analisi, si passa al grado successivo (lo step definito “Adopt”). Arrivati a questo punto, uno degli input della WGBC è di creare un “toolbox” normativo per le città con delle attività da mettere in campo sia per affrontare i cambiamenti meteorologici graduali che quelli più estremi. Tra gli altri suggerimenti è riportata l’importanza di impostare regolamenti edilizi dedicati ad un rischio climatico ben preciso (come ad esempio una guida per ridurre i danni provocati dalle tempeste) e la creazione di appalti pubblici e regolamentazioni edilizie per supportare la sostenibilità e la circolarità. Si passa infine all’azione vera e propria: il WGBC suggerisce di dare la priorità all’inverdimento delle aree urbane; gestire le infrastrutture idriche in modo efficiente; attuare misure di protezione strategica contro le calamità naturali. Non può mancare un passaggio sul lavoro della comunità: per il World Green Building Council è necessario puntare sulla coesione sociale come parte fondamentale di una strategia di resilienza cittadina: per questo è necessario rafforzare la collaborazione tra governo locale, comunità e industria così da affrontare insieme in modo strategico le minacce locali legate al cambiamento climatico. Un lavoro sinergico tra tutti gli attori del mondo delle costruzioni Il secondo macro gruppo evidenziato dal WGBC è definito “community & neighborhood” e coinvolge un’ampia gamma di attori legati all’ambito dell’edilizia. Le azioni pensate dal World Green Building Council sono diversi in virtù di un approccio sistemico al problema. Per il WGBC è importante che gli stakeholder coinvolti proteggano e investano nelle risorse naturali pensando alla protezione delle risorse idriche e di prevedere azioni legate stoccaggio dell’acqua nelle situazioni di emergenza. Le entità coinvolte nel piano di resilienza devono pensare anche a soluzioni di drenaggio sostenibili e aumentare la disponibilità di vegetazione resistente agli impatti climatici per consentire alle comunità di beneficiare dell’azione della vegetazione sulla mitigazione dell’effetto “isola di calore”. Le attività da mettere in campo per rendere una città resiliente coinvolgono anche la pianificazione di centri di emergenza per la comunità che permetteranno l’accesso a spazi sicuri durante le condizioni più estreme. Utilizzare le risorse in modo efficiente è la chiave per costruire una città resiliente Arriviamo alla voce “building”, terzo focus del report elaborato dal World Green Building Council. Quando pensiamo ad una metodologia di costruzione resiliente dobbiamo pensare a “Progettare per proteggere, raccogliere e utilizzare in modo efficiente risorse naturali”. Un esempio è quello di creare degli apparati per la raccolta dell’acqua piovana, sistemi di riutilizzo delle acque grigie e installare dispositivi per il risparmio idrico. Il WGBC consiglia di implementare la progettazione passiva e il retrofit, oltre ad aggiungere dei dispositivi di ombreggiamento per mitigare il caldo estivo. Allo stesso tempo, per rendere tollerabile la vita in un edificio in inverno è consigliabile catturare i residui di calore con i generatori termoelettrici e gli scambiatori di calore, oltre ad installare sistemi passivi e investire nell’isolamento delle pareti. La progettazione degli edifici deve essere pensata in modo intelligente tenendo sempre ben presente che l’edificio deve poter resistere ad incendi, inondazioni, tempeste o ondate di calore. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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