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A cura di: Tommaso Tetro L’Eni in Algeria e l’Enel negli Usa puntano le rinnovabili. L’obiettivo è il fotovoltaico. I giganti italiani (e non solo) dell’energia accelerano sempre di più sulla transizione ecologica, in particolare sulla diversificazione delle fonti energetiche. Il parco fotovoltaico di Eni in Algeria Eni ha dato il via, insieme con la compagnia di stato algerina Sonatrach, alla costruzione di un parco fotovoltaico in Algeria, nel sud-est del Paese dove ha anche inaugurato un laboratorio dedicato all’energia solare. Img @Eni Eni e Sonatrach hanno quindi inaugurato quello che è stato chiamato Solar Lab, e hanno posato la prima pietra dell’impianto fotovoltaico a Bir Rebaa Nord (BRN), nel bacino del Berkine. Il Solar Lab dispone di diverse tipologie di pannelli fotovoltaici che verranno testati nelle condizioni estreme di irraggiamento dell’Algeria meridionale. Il Solar Lab permetterà la raccolta e l’analisi dei dati per identificare le tecnologie più efficienti; sarà aperto alle università e ad altre istituzioni pubbliche di ricerca. L’impianto fotovoltaico in costruzione è da 10 Megawatt (MW), e offrirà un contributo alla decarbonizzazione della produzione di idrocarburi. Sarà il secondo collegato all’impianto BRN. Insieme all’impianto fotovoltaico da 10 MW lanciato nel 2018, raddoppierà l’energia rinnovabile disponibile per alimentare i processi upstream. Ne è previsto anche un altro al complesso produttivo Menzel Ledjmet East Project (MLE), sempre nel bacino del Berkine. Il cantiere è in programma nel 2023. Secondo l‘amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi il gruppo energetico italiano ha fiducia nell’Algeria e in Sonatrach, senza le quali l’Italia non sarebbe stata in grado di aumentare gli stoccaggi di gas in modo adeguato e di “affrontare l’inverno. La decarbonizzazione delle attività tradizionali è un pilastro della strategia net-zero di Eni – afferma Descalzi – questa visione condivisa è anche alla base dello sforzo congiunto per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti all’Italia e all’Europa, facendo leva sulle risorse di gas algerine. L’Algeria e l’Italia sono partner fidati da decenni e continueranno a lavorare insieme per una transizione energetica giusta, sostenibile e pragmatica”. Si tratta di iniziative “in linea con la strategia net-zero di Eni e fanno parte di un Piano di decarbonizzazione più ampio che include anche il monitoraggio del venting e progetti di zero routine flaring, di efficienza energetica e iniziative sull’idrogeno verde”. Il maxi-parco solare di Enel negli Stati Uniti L’Enel è invece pronta a costruire negli Stati Uniti un enorme impianto di pannelli e celle solari, usufruendo degli incentivi offerti dall’amministrazione del presidente Joe Biden. Nella fase iniziale la fabbrica produrrà pannelli solari in grado di generare una capacità fino a 3 Gigawatt (GW). Nella fase di completamento, si intende avere pannelli fino a 6 GW. Il costo dell’impianto – secondo il Wall Street Journal – potrebbe superare il miliardo di dollari. La mega-factory produrrà anche celle solari, un componente che negli Usa non viene prodotto e che viene importato soprattutto da produttori cinesi. Si prevede che la struttura creerà fino a 1.500 nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia pulita. Enel sta esaminando potenziali siti di costruzione in un’area che va dai Grandi Laghi dello Utah al Texas; la priorità viene data alle località in cui ci si può muovere rapidamente per avviare le operazioni di costruzione. Il sito verrà individuato entro la fine dell’anno. La costruzione della fabbrica dovrebbe iniziare nella prima metà del 2023. Mentre la produzione di celle e pannelli potrebbe iniziare nel 2024. La fabbrica americana sarà il secondo impianto di produzione di pannelli fotovoltaici di Enel a livello globale. La società sfrutterà la competenza ed esperienza della gigafactory 3Sun a Catania, in Sicilia, aumentando la sua capacità produttiva da 200 Megawatt (MW) a 3 GW, destinata a diventare la più grande fabbrica europea di produzione di moduli fotovoltaici su tutte e due i lati ad alte prestazioni, che catturano più luce solare poiché le celle possono rispondere alla luce su entrambe le superfici anteriore e posteriore. “Con questo annuncio – osserva Enrico Viale, responsabile di Enel North America – è nostra intenzione rafforzare una solida catena di approvvigionamento solare nazionale che acceleri e rafforzi la transizione degli Stati Uniti verso l’energia pulita. In tal modo, stiamo creando migliaia di nuovi posti di lavoro, sostenendo le economie locali e fornendo stabilità all’industria solare”. Meno di cinque impianti di produzione di moduli solari su larga scala (oltre 1 GW) sono attualmente operativi negli Stati Uniti – secondo Wood Mackenzie – mentre si prevede che le installazioni fotovoltaiche annuali negli Stati Uniti crescano da 16 GW nel 2022 a 41 GW entro la fine del 2025. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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