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Indice: Vendere energia elettrica: perché non conviene Perché scegliere l’autoconsumo Dimensionamento e potenza dell’impianto fotovoltaico: come calcolarli? Come sempre la risposta dipende dal contesto e dalla situazione, ma alcune cose chiare, oggi, dopo 10 anni dagli incentivi del primo conto energia, possiamo dirle. Oggi conviene di più installare un impianto fotovoltaico non per vendere energia elettrica ma per risparmiare. In altre parole: oggi è più conveniente autoconsumare energia anzichè venderla. Vendere energia elettrica: perché non conviene Alla “mera” vendita alla rete di energia autoprodotta, oggi, è preferibile l’autoconsumo di elettricità auto-generata dal proprio impianto: considerate le attuali condizioni di mercato la cessione in rete è oggi meno remunerativa del risparmio che si può ottenere attraverso l’autoconsumo istantaneo. Questo per almeno un motivo valido e sufficiente: il prezzo di mercato dell’energia. Stando ai dati del Gme (il Gestore dei Mercati Energetici) l’elettricità, a prescindere da come viene prodotta, viene ritirata e pagata al suo prezzo di mercato che, seppur fluttuando in continuazione tra minimi e massimi, oscilla tra i 3 ed i 10 centesimi di euro/kwh. Il PUN, che è un prezzo medio di riferimento dell’energia elettrica, è di circa 5 centesimi di euro per kwh. Con un prezzo di “vendita” che oscilla intorno a questo valore, la remunerazione ottenibile dalla vendita di energia, per essere tale, deve provenire da impianti molto grandi che riescono ad abbattere i costi di installazione ed ammortizzare i costi di gestione. Un simile modello remunerativo sarebbe fruibile, in altre parole, da vere e proprie centrali elettriche. Perché scegliere l’autoconsumo Un impianto fotovoltaico oggi, viste le normative e le condizioni di mercato, è un investimento più interessante per chi lo utilizza in autoconsumo. L’autoconsumo di casa, ma soprattutto, l’autoconsumo in un’attività produttiva industriale o piccolo artigiana. Ogni attività produttiva, infatti, a differenza di ogni contesto residenziale, ha il “vantaggio” di richiedere molta energia di giorno, quando l’impianto fotovoltaico produce più energia. In questa situazione, infatti, la “curva di produzione” del proprio impianto sarà “simile e coincidente” alla “curva di consumo” dell’attività. Sulle 24 ore le curve hanno il tipico andamento “a campana” in cui nelle ore centrali della giornata la produzione elettrica sarà massima e nelle ore serali e notturne la produzione sarà nulla. Per questo motivo, spesso, un impianto industriale a differenza di un impianto civile, per generare un interessante ritorno economico non ha alcun bisogno di costose batterie ed accumulatori al litio. Questi vengono usati, infatti, per lo più in installazioni civili per accumulare temporaneamente il surplus generato di giorno per utilizzarlo in favore dei consumi serali. Il costo delle batterie al litio, ancora relativamente elevato, senza l’ausilio delle detrazioni fiscali rischia di compromettere la convenienza dell’investimento fotovoltaico innalzando il livello di costo iniziale ai limiti della sua sostenibilità (cioè: si spende più di quel che si riesce a risparmiare). In questa situazione il rapporto tra costi-benefici è un equilibrio ancora troppo delicato. I costi delle batterie di accumulo sono comunque in rapida diminuzione e diminuiranno in relazione a quanto si diffonderà la tecnologia dell’accumulo. Sul fronte dello stoccaggio energetico c’è ancora molto da lavorare per aumentare prestazioni, efficienza e durata. Nonostante ciò possiamo dire che in alcuni ambiti di installazione residenziale, che possono beneficiare delle detrazioni fiscali del 50% (il cd. ecobonus fiscale), un impianto fotovoltaico con batteria è già conveniente e regge bene “il confronto” con i benefici economici che riesce a garantire. Dimensionamento e potenza dell’impianto fotovoltaico: come calcolarli? La potenza di un impianto fotovoltaico viene definita come la “somma” delle potenze dei singoli pannelli. 12 pannelli da 300 watt costituiranno, ad esempio, un impianto da 3.600 Watt, ovvero 3,6 kW.La potenza nominale indicata è una potenza definita “di picco”, cioè la potenza elettrica massima ottenibile dall’impianto in alcune condizioni standard. La potenza è definita, quindi, in kWp (“chilowatt di picco”). Ogni kwp di fotovoltaico in Italia produce da 1.100 a 1.500 kWh/anno. Il dimensionamento ottimale è quello che più si avvicina al consumo medio annuale dell’utente che lo installa. Come si fa a sapere il consumo elettrico di una famiglia? Consultando la bolletta. Nella bolletta elettrica viene riportato esattamente il consumo in kWh: consumo annuale, consumo medio giornaliero e, soprattutto, il consumo elettrico suddiviso nelle diverse fasce orarie. La fascia F1, F2 e F3. La fascia oraria F1 è quella che, più delle altre, ci interessa quando si vuole mettere il fotovoltaico: questa rappresenta, infatti, il consumo diurno infrasettimanale (escluso quindi i sabati e le domeniche). Questa fascia oraria è anche quella in cui l’energia costa di più ed è più conveniente, quindi, “autoprodursela”. Una famiglia, per esempio, che consuma 4.000 kWh/anno di cui il 50% in fascia diurna, può stimare, per esempio, che potrà autoconsumare istantaneamente dal proprio impianto fotovoltaico circa 2.000 kWh/anno ed immettere in rete altri 2.000 kWh/anno che verranno remunerati col meccanismo di rimborso del Gse (Gestore dei Servizi Energetici) che gestisce lo Scambio sul Posto. In definitiva, per questo tipo di utenza il dimensionamento più adatto per un impianto fotovoltaico è intorno ai 3-4 kWp di potenza che occuperebbe circa 25-30 metri quadrati di superficie sul classico tetto “a spiovente”. Per testare la convenienza di un impianto fotovoltaico ecco un utile simulatore online. Fonte: Fotovoltaiconorditalia.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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