Le megalopoli asiatiche tra sfide climatiche e demografiche

Le megalopoli asiatiche affrontano sfide importanti legate all’aumento delle temperature, all’invecchiamento della popolazione e allo sviluppo urbano non pianificato, che mettono alla prova la loro capacità di resilienza. Sono necessari interventi urgenti per limitare le disuguaglianze e gli impatti ambientali

Le megalopoli asiatiche tra sfide climatiche e demografiche

Sette delle dieci città più popolose al mondo si trovano in Asia, con Tokyo, Delhi, Shanghai e Dhaka in cima alla lista.

Le megalopoli asiatiche, motori dell’economia globale, si trovano oggi ad affrontare sfide complesse legate al cambiamento climatico e alla crescita demografica. Secondo un recente rapporto dell’ESCAP, organismo regionale delle Nazioni Unite per lo sviluppo, senza interventi urgenti e inclusivi, queste pressioni potrebbero amplificare le disuguaglianze, sovraccaricare i servizi pubblici e intensificare le tensioni sociali ed ambientali.

Le 10 città più grandi del mondo nel 2024
Le 10 città più grandi del mondo nel 2024 – Fonte ESCAP report

L’impatto del cambiamento climatico sulle megalopoli asiatiche

Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova molte città asiatiche. Nel 2024, temperature record hanno colpito il Sud e il Sud-Est asiatico, da Dhaka a Manila, mettendo sotto pressione le infrastrutture e i sistemi sanitari. L’effetto “isola di calore urbana” aggrava queste condizioni, soprattutto per gli anziani e i meno abbienti. ​

Tra il 2000 e il 2019, quasi la metà di tutti i decessi globali legati al caldo si è verificata in Asia e nel Pacifico. Con l’aumento delle temperature e la diminuzione degli spazi verdi, i rischi continuano a crescere.​

Alcune città stanno già investendo in soluzioni innovative per adattarsi agli estremi climatici. Nel distretto di Pudong a Shanghai, soggetto a frequenti inondazioni, le autorità hanno implementato un sistema di previsione e allerta in tempo reale che copre oltre 1.200 chilometri quadrati. Integrando previsioni meteorologiche e dati idrologici, il sistema consente una rapida simulazione degli eventi alluvionali, offrendo alle agenzie locali un tempo prezioso per agire.

Nel frattempo, la regione sta attraversando una profonda trasformazione demografica. Entro il 2050, si stima che il numero di persone anziane in Asia e nel Pacifico raggiungerà 1,3 miliardi – quasi il doppio rispetto al 2024.

Con il calo dei tassi di natalità e il rallentamento della migrazione dalle aree rurali, le città stanno invecchiando e – in alcuni casi – iniziando persino a ridursi dopo decenni di espansione. Questa tendenza esercita una crescente pressione sui pianificatori urbani, chiamati ad adattare infrastrutture, servizi sanitari e sistemi di assistenza pubblica per rispondere ai bisogni di una popolazione anziana sempre più numerosa.

Un terzo trend significativo è la crescita accelerata delle baraccopoli. Con l’aumento vertiginoso dei prezzi delle abitazioni e la stagnazione dei salari, milioni di persone sono costrette a rifugiarsi in slum e aree disagiate che spesso sono le prime a subire gli effetti degli shock climatici – e le ultime a ricevere servizi essenziali come fognature, assistenza sanitaria o interventi di emergenza.

Le implicazioni per il settore energetico dell’UE

Le sfide affrontate dalle megalopoli asiatiche hanno ripercussioni significative anche per il settore energetico dell’Unione Europea. L’UE, leader nella riduzione delle emissioni di gas serra nel 2023, può trarre insegnamenti dalle strategie adottate in Asia per affrontare le proprie sfide urbane.​

Ad esempio, il concetto di “Smart Green Resilient” (SGR), sviluppato a Hong Kong, promuove un approccio olistico alla pianificazione urbana, integrando tecnologia intelligente, sostenibilità ambientale e resilienza. Questo modello potrebbe essere adattato alle città europee per migliorare l’efficienza energetica e la sostenibilità.

Inoltre, le iniziative come il Mumbai Climate Action Plan, che mira alla neutralità carbonica entro il 2050, offrono spunti su come le città possano sviluppare strategie a lungo termine per la decarbonizzazione. L’adozione di politiche simili potrebbe accelerare la transizione energetica nelle città europee​.

Infine, la crescente cooperazione regionale in Asia, evidenziata durante l’81ª sessione della Commissione ESCAP a Bangkok, sottolinea l’importanza della collaborazione tra città e paesi per condividere soluzioni e affrontare le sfide comuni. L’UE potrebbe beneficiare di un rafforzamento delle reti urbane e della condivisione delle migliori pratiche per affrontare le sfide energetiche e climatiche.​

La strada verso l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile passa attraverso le città e l’interezza degli insediamenti umani“, ha scritto Armida Salsiah Alisjahbana, Segretaria Esecutiva dell’ESCAP, sottolineando la necessità di un’azione decisa e inclusiva.

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