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La sostenibilità è una delle priorità politiche fissate dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. In questo scenario rientra anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 Obiettivi (SDGs), adottati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, che hanno dato un nuovo impulso agli sforzi globali per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Gli SDGs mirano ad assicurare un miglioramento continuo della qualità della vita e del benessere dei cittadini, senza compromettere il benessere delle generazioni future e comprendono anche aspetti legati alla lotta contro il cambiamento climatico, salvaguardando l’ambiente naturale e promuovendo la giustizia sociale. La Commissione inoltre nel dicembre 2019 ha presentato la strategia di crescita “The European Green Deal“, che ha l’obiettivo di trasformare l’Unione in un’economia moderna, efficiente in termini di risorse e competitiva, in cui le sfide climatiche e ambientali siano affrontate e trasformate in opportunità, rendendo al contempo la transizione giusta e inclusiva per tutti. Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha pubblicato il documento “Sustainable development in the European Union – Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context – 2023 edition“, che propone una panoramica statistica dei progressi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nell’UE. Il Rapporto fornisce una panoramica di tutti gli SDGs, concentrandosi sui trend degli ultimi cinque anni, i dati in particolare si riferiscono ai periodi fino al 2021 e 2022. Se da una parte è chiaro che l’UE abbia compiuto importanti progressi per diversi SDGs, d’altra parte il Rapporto mostra che i trend nel settore ambientale non sono così positivi. Laddove possibile il Rapporto valuta i trend degli indicatori su due periodi: il breve termine, tenendo conto degli sviluppi degli ultimi cinque anni, e il lungo termine, guardando alle tendenze degli ultimi 15 anni. Per la prima volta, il rapporto ha analizzato l’impatto a breve termine delle crisi attuali sugli SDG, considerando i problemi energetici causati dall’aggressione della Russia all’Ucraina e l’assestamento post covid. In particolare ci sono stati significativi progressi rispetto ai temi del lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8): nel 2022, il tasso di occupazione dell’UE ha raggiunto il nuovo record del 74,6%; riduzione della povertà (SDG 1) e miglioramento della parità di genere (SDG 5). Buoni gli avanzamenti anche sul fronte della riduzione delle disuguaglianze (SDG 10): i laureati toccano quasi il 45% della popolazione; la garanzia di un’istruzione di qualità (SDG 4), la promozione della pace e della sicurezza nel territorio dell’UE e il miglioramento dell’accesso alla giustizia e della fiducia nelle istituzioni (SDG 16). Si sono registrati progressi anche sugli obiettivi di salute e benessere (SDG 3), nonostante le battute d’arresto causate dal COVID-19, e di innovazione e infrastrutture (SDG 9). Più lenti i progressi verso gli altri 6 obiettivi, molti dei quali interessano l’ambiente: parliamo dei settori del consumo e della produzione responsabili (SDG 12), delle città e comunità sostenibili (SDG 11), della vita sotto l’acqua (SDG 14), della fame zero (SDG 2), dell’acqua pulita e dei servizi igienici (SDG 6) e dell’energia pulita e accessibile (SDG 7). Sono attesi maggiori progressi per tre obiettivi: l’azione per il clima (SDG 13), la vita sulla terra (SDG 15) e le global partnerships (SDG 17). Il trend in quest’ultimo caso riflette l’aumento del debito pubblico derivante dalla crisi dovuta alla pandemia. La valutazione a livello di obiettivo SDG 7 “Energia accessibile e pulita” è influenzata da due fattori: dopo aver raggiunto il minimo storico nel 2020, il consumo di energia nell’UE è aumentato nel 2021 in concomitanza con la ripresa economica. Inoltre i recenti accordi tra il Consiglio e il Parlamento su obiettivi energetici più ambiziosi per il 2030 richiedono per i prossimi anni progressi molto più significativi nei settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili rispetto a quelli osservati nel periodo valutato nel rapporto (2016-2021). Nel 2021, sia il consumo di energia primaria che quello finale sono aumentati rispetto al minimo del 2020, anche se il consumo è rimasto al di sotto dei livelli pre-pandemici. Allo stesso modo, il consumo finale di energia nelle famiglie è aumentato fortemente nel 2021. Il trend è leggermente negativo per l’SDG 13 “Azione per il clima“. Secondo le stime provvisorie per il 2021, l’UE ha già ridotto le sue emissioni nette di gas serra di circa il 30% rispetto al 1990, ma saranno necessari progressi maggiori per raggiungere l’ambizioso obiettivo di riduzione del 55% al 2030 e l’UE dovrà aumentare molto di più la percentuale di energia rinnovabile. La valutazione è influenzata negativamente dall’intensificarsi degli impatti climatici come l’aumento delle temperature medie. Inoltre si basa sui progressi passati e non sulle proiezioni delle emissioni future basate sulla legislazione e sulle misure politiche pianificate o adottate. La valutazione sull’SDG 15 “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terreste” mostra un leggero allontanamento dai rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile: anche se la superficie forestale dell’UE è aumentata, l’attività umana continua a mettere sotto pressione gli ecosistemi e la biodiversità. Per invertire il degrado degli ecosistemi sono previsti impegni importanti nella Strategia dell’UE per la biodiversità 2030, nella Strategia forestale dell’UE per il 2030 lanciata quest’anno e nella Strategia dell’UE per il suolo, che fissa un obiettivo al 2030 per il ripristino dei terreni e dei suoli degradati e la lotta alla desertificazione. Rispetto al SDG 6 “Acqua pulita e servizi igienici” i dati segnalano che la percentuale di persone prive di strutture igienico-sanitarie adeguate è in costante diminuzione, ma le analisi sulla qualità dell’acqua non sono buone e per esempio segnalano che le concentrazioni di fosfati nei fiumi sono aumentate. 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