Goal 2, agricoltura sostenibile: la via per sconfiggere la fame e proteggere l’ambiente

Una persona su dieci nel mondo soffre la fame. Per sconfiggerla è necessario puntare anche a un tipo di agricoltura sostenibile, più efficace e meno impattante.

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Agricoltura sostenibile: la via per sconfiggere la fame e proteggere l’ambiente

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L’agricoltura sostenibile potrà contribuire a sconfiggere la fame, secondo dei 17 obiettivi alla base dei Sustainable Development Goal (SDG), ma anche a ridurre l’impatto ambientale.

La popolazione aumenta: oggi si contano 8 miliardi di persone sulla Terra. Di queste, ben 828 milioni nel 2021 hanno sofferto la fame a livello globale. Il numero è in aumento: sono circa 46 milioni le persone che si trovano in questa grave situazione dal 2020 e 150 milioni dallo scoppio della pandemia COVID-19, secondo le Nazioni Unite.

L’ONU a questo proposito in un recente report evidenzia, dati alla mano, che il mondo si sta allontanando dall’obiettivo di porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030. Servono politiche dedicate, certo, ma servono azioni efficaci, la prima delle quali passa dall’opportunità di tecniche di coltivazione mirate, più efficaci e capaci di produrre meno sprechi. Solo per quanto riguarda i consumi idrici, l’agricoltura oggi è la prima voce di utilizzo: l’irrigazione per scopi agricoli rappresenta il 70% dell’utilizzo idrico a livello mondiale.

Serve un approccio agricolo sostenibile, olistico e diversificato perché il modello attuale è molto impattante: agricoltura, silvicoltura e uso del suolo contribuiscono per il 18,4% sul volume complessivo di emissioni di gas serra. Ma, a livello globale, l’agricoltura è il maggior responsabile delle emissioni di metano, dovuto per buona parte dal bestiame, ma anche alla produzione di riso.

L’intensificazione dell’agricoltura spinta dall’industria agroalimentare sta accelerando la perdita di suolo sano, biodiversità e aree naturali. Se non si passerà a un’agricoltura sostenibile, a lungo termine si andrà incontro a una crisi alimentare ancora più grave di quella attuale. Il rapporto IPCC dell’ONU indica che entro il 2100 un terzo dell’approvvigionamento alimentare mondiale andrà perduto. Serve cambiare, quindi, e serve farlo ora.

Cos’è l’agricoltura sostenibile

Coltivare in modo da proteggere l’ambiente, aiutare ed espandere le risorse naturali e utilizzare al meglio le risorse non rinnovabili e sfruttare metodi energetici che puntino a fonti rinnovabili: in questo consiste l’agricoltura sostenibile.

Cos’è l’agricoltura sostenibile

In essa rientrano azioni che mirano a metodi di coltivazioni che mettano in atto i principi dell’ecologia e lo studio delle relazioni tra gli organismi e il loro ambiente. È un sistema integrato di pratiche di produzione vegetale e animale che è pensato al luogo specifico in cui viene attuata ed è finalizzata a durare nel tempo. Inoltre fa attenzione a garantire un uso attento e minimo delle risorse naturali: acqua, innanzitutto, ma anche energia, suolo, piante, animali, biodiversità, ecosistemi.

L’agricoltura sostenibile deve dare la massima importanza al concetto delle “3 R”: ridurre, riutilizzare e riciclare. Questo renderà l’agricoltura non solo sostenibile ma anche economicamente fattibile.

Per attuare un’agricoltura che sia sostenibile è bene incoraggiare la diversità: innanzitutto, è bene attuare la policoltura piuttosto che la monocoltura (per esempio, favorendo la rotazione pluriennale delle colture), piantare alberi intorno all’azienda che fungano da frangivento e forniscano anche un habitat per gli uccelli, promuovendo e tollerando i predatori naturali che tengono lontani i parassiti.

I sistemi agricoli sostenibili

Come attuare l’agricoltura sostenibile? Ci sono vari sistemi e tecniche utili. Tra queste c’è, innanzitutto, l’agricoltura biologica, un metodo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali. Come spiega la Commissione Europea, essa tende ad avere un impatto ambientale limitato, in quanto incoraggia a: usare l’energia e le risorse naturali in modo responsabile; conservare la biodiversità; preservare gli equilibri ecologici regionali; migliorare la fertilità del suolo; tutelare la qualità delle acque.

Cosa sono i sistemi agricoli sostenibili

Ci sono poi le coltivazioni alternative su cui c’è sempre maggiore interesse, complementare alla coltivazione tradizionale. Tra queste vanno segnalate le coltivazioni senza uso di suolo come l’idroponica e l’acquaponica Queste tecniche agricole innovative prevedono la coltivazione non a terra e un sistema di alimentazione nutrizionale per le piante attraverso l’acqua, infusa in maniera mirata, senza l’uso di pesticidi o di altre sostanze chimiche di protezione.

L’agroforestazione è un approccio integrato che sfrutta i benefici interattivi derivanti dalla combinazione di alberi e arbusti con le colture. Combina tecnologie agricole e forestali per creare sistemi di utilizzo del territorio più diversificati, produttivi, redditizi, sani e sostenibili. Oltre a diventare un’ulteriore fonte di reddito per gli agricoltori, gli alberi creano un microclima favorevole (che mantiene una temperatura e un’umidità del suolo favorevoli, proteggendo al contempo le colture dal vento o dalle forti piogge), stabilizzano i terreni, riducono al minimo il deflusso dei nutrienti e migliorano la struttura del suolo.

Tra le pratiche sostenibili c’è la permacultura, sistema che applica i principi presenti in natura allo sviluppo degli insediamenti umani, permettendo all’umanità di vivere in armonia con il mondo naturale. Va anche citata l’agricoltura biodinamica: è un sistema che combina pratiche “bio”, comprendendo antiche tecniche di agricoltura biologica che migliorano la salute del suolo e di pratiche “dinamiche” che pratiche che prevedono l’influenza di forze cosmiche per sviluppare l’azienda agricola, i suoi abitanti e i suoi prodotti con energia. 

Quali vantaggi offre l’agricoltura sostenibile

Sono diversi i benefici dell’agricoltura sostenibile per le aziende agricole, l’ambiente e le comunità che sono in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2020 delle Nazioni Unite. Lo ricorda la Maryville University, citando come primo vantaggio proprio quello di porre fine alla fame nel mondo entro il 2030. L’agricoltura sostenibile garantisce che gli agricoltori e gli allevatori utilizzino al meglio le risorse, riducendo al minimo gli sprechi. Il mondo può raggiungere la fame zero combinando gli sforzi per l’agricoltura sostenibile con un coordinamento globale per distribuire il cibo in modo più equo.

Quali vantaggi offre l'agricoltura sostenibile

Inoltre, l’agricoltura sostenibile incoraggia le fonti di energia rinnovabile quanto più possibile, insieme a misure di controllo dei parassiti sicure per il pianeta. Inoltre svolge un ruolo importante nell’implementazione di infrastrutture più efficienti dal punto di vista energetico e delle risorse per l’industria agricola.

L’agricoltura sostenibile in Europa…

La fame è un problema che, seppure in misura più contenuta, persiste anche in Europa. Per sconfiggerla, accanto a misure di aiuto, c’è la volontà di mettere in atto un’agricoltura più sostenibile e attenta. Il Green Deal europeo, insieme alla strategia Farm to Fork, individuano nel biologico una delle chiavi per garantire un’agricoltura più sostenibile e ne incentivano l’adozione fissando un nuovo traguardo: trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate all’agricoltura biologica entro il 2030.

Agricoltura sostenibile in Europa e in Italia

Le buone notizie, sempre in termini di agricoltura sostenibile arrivano anche dalla superficie coltivata con metodi biologici: nel 2020 ha raggiunto 15 milioni di ettari in UE, pari al 9,1% della superficie agricola utilizzata. L’aumento è costante nel tempo: basti pensare che nel 2012 erano 9,5 milioni di ettari utilizzati per la produzione agricola biologica.

…e in Italia

Anche in Italia persiste la fame, o meglio, serie difficoltà per 2,6 milioni di persone che versano in condizioni così critiche da chiedere aiuto per mangiare.

Certo, nel nostro Paese, l’agricoltura è un settore che non soffre certo le difficoltà in cui si dibattono i Paesi in via di Sviluppo. Nel 2020 l’agricoltura italiana è risultata la più ricca d’Europa con un valore aggiunto pari a 31,3 miliardi di euro. Tutto bene quindi? No.

Il settore agricolo “non ha beneficiato del clima di ripresa dell’economia nazionale nel 2021 poiché colpito da eventi climatici avversi e da un rilevante incremento dei costi di produzione”, rileva il rapporto GreenItaly 2022 della Fondazione Symbola, segnalando che il settore ha subito una diminuzione del volume produttivo dello 0,4% e il valore aggiunto dell’agricoltura nell’ultimo trimestre del 2021 è diminuito dello 0,6% 3 rispetto al trimestre precedente, con una variazione dello 0,8% rispetto al 2020.

A questo proposito, lo stesso report rileva che:

“Le difficoltà legate alla crisi ambientale, climatica, sanitaria e alle tensioni geopolitiche hanno posto in luce ancora una volta l’importanza di un nuovo modello di produzione agricola. Serve, quindi, un nuovo approccio fondato su un minor sfruttamento delle risorse ambientali quali l’acqua e il suolo, sul recupero e la valorizzazione delle materie prime e dei rifiuti dei processi produttivi, con conseguente riduzione degli input chimici e sull’utilizzo delle energie rinnovabili; elementi che richiedono un’innovazione dei processi produttivi basata anche sulle tecnologie.”

Su questo aspetto, qualcosa si sta muovendo. Innanzitutto, in Italia sono diminuite le vendite di prodotti fitosanitari del 19%, rispetto alla Germania che invece ha aumentato le vendite del 9,4% e la Francia del 5,7%. GreenItaly ricorda, inoltre, gli ottimi risultati conseguiti dall’adozione di regimi di produzione che riducono l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi; infatti, nel 2020, l’Italia conferma la sua posizione ai vertici per quanto riguarda il tasso di regolarità (99%), un tasso superiore a quello UE (94,9%).

Le pratiche sostenibili sono sostenute sensibilmente dal PNRR, che prevede 5,27 miliardi di euro alla voce “economia circolare e agricoltura sostenibile”. Sostegni a parte, sono diverse le pratiche virtuose. Un esempio viene dal Consorzio Italiano Biogas, che ha lanciato il progetto Farming For Future che promuove dieci azioni in grado di favorire la riconversione agroecologica dell’agricoltura italiana, ponendo dieci azioni utili alla conduzione intelligente e sostenibile dell’azienda agricola. Una gestione che tiene conto dell’impiego delle fonti rinnovabili, di metodi agricoli 4.0, dell’agroforestazione come della gestione degli effluenti d’allevamento.

Va ricordato, inoltre, che nelle Marche è nato di recente il distretto biologico più grande d’Europa con 81mila ettari di terreno in biologico.


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