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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti Toggle Parco eolico offshore: il progetto di CivitavecchiaLe opportunità industriali che si aprono per la cittàProspettive di sviluppo: dal carbone all’idrogeno verde grazie all’eolico Al largo di Civitavecchia potrebbe sorgere un parco eolico offshore galleggiante. Il progetto è stato già presentato e, se otterrà i “via libera” necessari, potrebbe essere avviato a realizzazione già entro quest’anno. Si tratta di un progetto da 2,2 miliardi di euro che avrà una capacità complessiva di 540 MW. Sarebbe uno dei primi in Italia. Artefice del progetto è l’ingegner Luigi Severini, che ha già “firmato” Beleolico, il primo parco eolico offshore del Mediterraneo. «Due anni fa era stata pubblicata la procedura di scoping; abbiamo proceduto così perché si è preferito entrare in una procedura di valutazione ambientale concertando prima con i ministeri competenti la linea di sviluppo dell’impatto ambientale», segnala lo stesso progettista. A seguito delle indicazioni fatte dal Ministero dell’Ambiente – spiega lo stesso Severini – si è proceduto allo sviluppo dello studio di impatto ambientale che ha comportato anche indagini mediante nave oceanografica dei relativi rilievi sottomarini e una serie di studi dedicati. «Abbiamo consegnato il progetto definitivo con lo studio di impatto ambientale i primi di agosto. E proprio pochi giorni fa il Ministero ha terminato la verifica amministrativa e ha pubblicato sul sito istituzionale il progetto». Così è scattato il tempo (30 giorni) a disposizione di tutte le parti interessate per eventuali osservazioni. Successivamente il progetto, con le osservazioni pervenute, verrà discusso in contraddittorio con la Commissione Via. Se tutto andrà bene l‘organizzazione dei lavori potrebbe partire nel 2024. Parco eolico offshore: il progetto di Civitavecchia Il progetto laziale Thyrrenian Wind Power si è avvalso dell’esperienza della società di sviluppo 7 Seas Med nel canale di Sicilia, primo progetto italiano del settore. Uno dei punti di forza del progetto del parco eolico offshore galleggiante di Civitavecchia è la spinta “dal basso”: «è fortemente sostenuto dal territorio: istituzioni, sindacati, associazioni di liberi cittadini e ambientaliste sono d’accordo perché si attui il progetto – spiega Luigi Severini –. Certo, in più, leggendo anche le ultime notizie di stampa che hanno rilasciato la lista dei responsabili sia dell’amministrazione pubblica ma anche nel caso della guida portuale vediamo che c’è anche un concorso a sostenere questo e quindi siamo convinti del fatto che Tyrrhenian Wind Energy entro l’anno possa avere già degli esiti positivi». Il progetto si caratterizzerà per una scarsa percepibilità visiva dalla costa, posizionato come sarà a una distanza da 22 a 40 km dalla costa. Il tema della visibilità degli impianti offshore è oggetto di un acceso dibattito con la Soprintendenza speciale per il Pnrr, che ha riportato Repubblica. Le opportunità industriali che si aprono per la città Il parco eolico offshore galleggiante sarà costituito da 27 turbine più la sottostazione galleggiante, ogni turbina sarà di 15 MW. Sull’utilizzo dell’energia che verrà prodotta si aprono vari scenari. Innanzitutto va ricordato che Civitavecchia è sede di una centrale Enel a carbone in dismissione. C’è un discorso, ancora a livello embrionale con la stessa società energetica e con altri operatori, per un possibile ruolo di Civitavecchia di energy storage. La stessa storia dell’area si presta come sede ideale per una finalità di questo genere, perché già oggi è un nodo elettrico molto importante. Quindi ci sarebbero le condizioni per porre a Civitavecchia un centro di accumulo dell’energia. Se ne parla. I risvolti di potenziale importanza per la città sono di grande interesse: la città, spiega lo stesso ingegnere, potrebbe diventare un hub per la realizzazione industriale del parco eolico offshore. «Serve però creare una rete di porti, perché Civitavecchia – come pure Taranto – da soli non bastano». Il committente dell’opera è il consorzio Copenaghen Infrastructure Partner, ENI e Cassa Depositi e Prestiti. Prospettive di sviluppo: dal carbone all’idrogeno verde grazie all’eolico La potenziale presenza del parco eolico offshore galleggiante potrebbe innescare altre opportunità. L’assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio Roberta Lombardi, in una lettera aperta inviata nel 2022 agli Ministri per la Transizione Ecologica e per le Infrastrutture e Mobilità sostenibili, prefigurava un passaggio virtuoso dalla centrale a carbone alla possibile nascita di un polo energetico green, più precisamente: “di un possibile Distretto Regionale di Energie Rinnovabili del Lazio, di cui l’eolico offshore sarà il primo nucleo da ampliare ed integrare anche con il fotovoltaico e la filiera dell’idrogeno verde”. Di certo c’è che il progetto del parco eolico offshore fa parte dell’accordo per lo sviluppo di tre parchi eolici galleggianti nel Lazio e in Sardegna, stilato da GreenIT, la joint venture italiana per le energie rinnovabili tra Plenitude (Eni) e Cdp Equity (gruppo Cdp), e Copenhagen Infrastructure Partners. Il consorzio, come detto, ha depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica lo studio di impatto ambientale e il progetto definitivo del “Tyrrhenian Wind Power”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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