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Indice degli argomenti: Fotovoltaico galleggiante ed energy storage: così è nata l’idea dell’ibrido offshore Ipotesi di avvio nel 2023 per un progetto al 100% made in Italy Un impianto ibrido offshore, capace di combinare fotovoltaico galleggiante ed energy storage, abbinando la produzione energetica da fonti rinnovabili a soluzioni di assoluta avanguardia, a partire dall’impianto solare, sul mare, fino all’accumulo termico e alla produzione di idrogeno verde. Se otterrà l’ok, come tutto fa prevedere, sorgerà a Taranto. L’idea è della startup innovativa italiana NiceTechnology che ha incaricato Luigi Severini, titolare dello studio di ingegneria iL Studio Engineering & Consulting, di tracciare il progetto preliminare. L’ingegnere ha già “firmato” Beleolico, il primo parco eolico offshore del Mediterraneo. Per ora si sa che il carteggio sull’idea progettuale è stato depositato ad agosto al MiTe e al MiMs. Si attendono prossimi sviluppi. Sulla carta c’è un impianto da 72mila pannelli fotovoltaici bifacciali dalla potenza nominale elettrica di circa 48 MW, anche se si pensa potrà superare i 50 MW. Il costo stimato dell’impianto è di 52 milioni di euro, che potrebbero essere finanziati grazie al PNRR. Il progetto d’eccellenza si fa notare positivamente anche per un altro aspetto: sarà interamente made in Italy. A partire dalla ideazione e progettazione, fino alla realizzazione e alla installazione della struttura tutto sarà a firma italiana, perfettamente replicabile. Fotovoltaico galleggiante ed energy storage: così è nata l’idea dell’ibrido offshore Il progetto che combina fotovoltaico galleggiante ed energy storage nasce nell’area fuori rada del porto di Taranto, in un’area marina di circa 40 ettari. È pensato per una produzione potenziale di 80 GWh annui, sufficienti a soddisfare, una volta a regime, i consumi di 80mila utenti. Tuttavia l’intenzione è sfruttare l’energia prodotta per colmare il fabbisogno energetico dell’area portuale, in particolare le necessità di “cold ironing”, processo che consente di spegnere i motori navali durante l’ormeggio in porto, garantendo la continuità di fornitura energetica. Schema dell’impianto ibrido «La sfida che stiamo cercando di affrontare e vincere è legata al contesto in cui l’impianto fotovoltaico galleggiante sarà collocato: in mare. Finora gli impianti solar floating sono stati posizionati per lo più in bacini d’acqua circoscritti e soprattutto in “acque calme”. Prevedere un impianto in mare richiede un’attenzione decisamente più alta, anche per la sollecitazione dei pannelli solari generato dal moto ondoso», spiega Severini. Aiuterà, a questo riguardo, l’esperienza sviluppata dallo stesso progettista nel campo dell’eolico offshore. «Si sta pensando di impiegare sistemi di supporto galleggianti per ammortizzare le sollecitazioni, sia pure attenuate dall’essere in un’area portuale. È un sistema per molti versi d’avanguardia assoluta». Si pongono le basi per fare dello scalo tarantino un autentico “porto verde”, il primo in Italia e in Europa a contare su un impianto fotovoltaico galleggiante sul mare, in più ibrido. Oltre a produrre energia s’intende stoccarla mediante due tipi di impianti: uno a idrogeno verde, prodotto da un elettrolizzatore, e uno che sfrutta la tecnologia Thermal Energy Storage, brevettata da Magaldi. Quest’ultimo sistema sfrutta una tecnologia di accumulo basata su un letto di sabbia fluidizzato, alimentato esclusivamente da rinnovabili, caricabile con energia elettrica e termica in eccesso. Si tratta di una soluzione su cui l’azienda è un’autentica pioniera nel settore dedicato all’accumulo di energia termica. Ipotesi di avvio nel 2023 per un progetto al 100% made in Italy Per quanto riguarda i tempi di attesa, il progetto offshore di fotovoltaico galleggiante ed energy storage potrebbe ottenere presto l’ok. Merito di un cambio di paradigma a livello istituzionale e burocratico che fa ben sperare, sottolinea l’ingegnere progettista: «abbiamo notato un’accelerazione da parte della Commissione VIA PNRR: nel giro di 30-45 giorni mediamente si ottiene il parere dalla presentazione del progetto di scoping. Contiamo quindi di avere l’autorizzazione definitiva a fine 2023». Se dovesse nascere, sarebbe il primo in Europa con tali caratteristiche. Il progetto potrebbe contribuire, se replicato, a centrare gli obiettivi di transizione energetica e a raggiungere gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili attesi al 2030. «Potrebbe costituire un modello competitivo perfettamente replicabile in Italia», si auspica Severino, pensando anche alle opportunità che un tale progetto potrebbe rappresentare a livello industriale e occupazionale. Già questo primo progetto vede il contributo, di varie aziende nazionali: della struttura flottante si occuperà la marchigiana System Group; deve essere ancora decisa l’impresa che realizzerà l’elettrolizzatore per produrre l’idrogeno verde, mentre per lo storage termico innovativo si occuperà, come detto, la campana Magaldi. I pannelli utilizzati saranno quelli bifacciali a elevate prestazioni prodotti dalla 3Sun Gigafactory di Catania, controllata interamente da Enel Green Power. Questo tipo di pannelli permetteranno di sfruttare non solo la luce solare diretta, ma anche quella riflessa in acqua. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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