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Un articolo di Virginio Trivella per richiede all’Agenzia delle Entrate di pubblicare al più presto il decreto con le modalità per la cessione degli ecobonus condominiali, possibilità importante per far ripartire il settore immobiliare e dell’edilizia. Sono passati più di due mesi dalla scadenza fissata dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232 (art.1 comma 2) che chiedeva che l’Agenzia delle Entrate pubblicasse un provvedimento con le modalità di attuazione della facoltà di cessione delle nuove detrazioni. Ricordiamo che la Legge in oggetto ha introdotto nuovi incentivi fiscali a favore degli interventi di riqualificazione energetica delle parti comuni degli edifici condominiali e per gli interventi di miglioramento sismico, dando la possibilità ai soggetti beneficiari di cedere i crediti corrispondenti alle detrazioni a soggetti terzi interessati ad acquistarli. Virginio Trivella – coordinatore Comitato tecnico scientifico Rete Irene- evidenzia ancora una volta che se la cessione degli ecobonus per gli interventi in condominio fosse correttamente definita con provvedimento dell’Ageniza delle entrate, si potrebbero avere importanti benefici per tutto il settore immobiliare. Perché questo ritardo? Si era ipotizzato che l’Agenzia aspettasse la pubblicazione della Manovrina di primavera che da più parti si sperava contenesse aggiornamenti relativi alle detrazioni fiscali, eliminando il divieto di cessione delle detrazioni agli istituti di credito e agli intermediari finanziari, e dando così una spinta per risolvere le criticità legate agli alti costi di transazione connessi alla ricerca di cessionari capienti al di fuori della categoria dei soggetti finanziari, che ancora oggi rallentano la realizzazione di interventi ambiziosi di rinnovamento degli edifici. In realtà, come anche denunciato da infobuildenergia.it il decreto in oggetto pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 24 aprile non contiene alcun riferimento al tema Ecobonus. “Ci risulta – commenta Virginio Trivella – che l’argomento sia all’attenzione di alcune commissioni parlamentari e che sarà oggetto di discussione nelle prossime settimane. In quanto operatori a stretto contatto con il mercato, che vivono quotidianamente le difficoltà che devono essere affrontate da chi promuove l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare costruito, auspichiamo fortemente che nel corso dell’iter di conversione in legge sia fornita una risposta adeguata a un problema ormai universalmente riconosciuto”. La cessione ai soggetti finanziatori degli incentivi assicurerebbe infatti di semplificare il finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica profonda, spingendo un settore dal grosso potenziale oggi scarsamente sviluppato, caratterizzato da alta intensità di lavoro e italianità, con importanti ricadute occupazionali di lavoro diretto e indotto. Senza dimenticare le importanti ripercussioni nell’ambito della sostenibilità ambientale, della decarbonizzazione del settore immobiliare e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili. Naturalmente le stesse motivazioni valgono anche per l’eliminazione del divieto di cessione alle banche degli ecobonus in relazione agli interventi di miglioramento strutturale degli edifici condominiali in zone ad alto rischio sismico. “Quale che sia l’intenzione della Direzione dell’Agenzia delle entrate (emanare a breve il provvedimento o attendere la conversione in legge del decreto), continua Virginio Trivella – crediamo che sia opportuno insistere su un punto che – soprattutto nella deprecabile ipotesi che il coinvolgimento dei soggetti finanziari nel meccanismo dell’incentivazione resti vietato – può essere determinante per favorire la diffusione di schemi efficaci di cessione delle detrazioni. Ci riferiamo all’opportunità che le detrazioni possano essere cedute dai beneficiari anno per anno, secondo necessità, anche a soggetti cessionari diversi”. La soluzione proposta da Rete Irene, compatibile con la formulazione della legge (decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63), non solo favorirebbe la crescita di attività specializzate, da parte di soggetti finanziari per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di cessioni, ma anche assicurerebbe una gestione più snella delle cessioni, rispetto all’ipotesi alternativa della cessione “in blocco”, consentita dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 22 marzo 2016, destinata ai soli contribuenti appartenenti alla no tax area e in vigore fino al 31 dicembre 2017. La cessione in blocco viceversa è difficilmente compatibile con la facoltà di successiva cessione del credito permessa dalla legge e rende “più rigidi e onerosi i trasferimenti a causa del maggior rischio imposto ai cessionari. Questi infatti dovrebbero accollarsi il rischio di non riuscire a compensare le quote di detrazione per un periodo (decennale) esteso ben oltre le normali capacità di previsione e programmazione”. In questo modo il numero dei soggetti interessati ad acquistare le detrazioni sarebbe limitato considerando che i maggiori oneri che ne deriverebbero, oltre a rendere meno appetibili gli investimenti, si riverserebbero sul costo degli interventi e, in ultima analisi, anche sull’impegno dello Stato che li incentiva. Infine Rete Irene sottolinea che un altro aspetto molto importante ai fini della diffusione dell’istituto della cessione delle detrazioni interessa le conseguenze dell’errata fruizione, da parte dei soggetti beneficiari, delle detrazioni cedute. È chiaro che i cessionari devono essere esclusi (salvo il caso del dolo) da qualunque responsabilità o conseguenza derivante da errori o abusi che pregiudichino il diritto a fruire degli incentivi, e che tali responsabilità debbano rimanere in capo ai beneficiari originari cedenti. “L’esclusione della responsabilità dei cessionari per i fatti dei cedenti dovrebbe essere affermata esplicitamente dalla norma: qualunque dubbio a questo proposito renderebbe del tutto inutile il provvedimento”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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