Villaggio Puffer, il concept di villaggio che si adatta all’innalzamento del mare

Ispirate al comportamento del pesce palla, che si gonfia quando è in pericolo, le piccole case del villaggio Puffer sono una risposta agli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare per i villaggi che devono convivere con l’innalzamento dei mari. Grazie a dei particolari sensori sono in grado di gonfiarsi e sgonfiarsi.  Un impianto fotovoltaico e coltivazioni acquaponica le rendono autosufficienti.

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Villaggio Puffer, il concept di villaggio che si adatta all’innalzamento del mare

Gli abitanti del villaggio Ganvie, sul lago Nakoué, in Benin vivono sulla loro pelle gli effetti dei cambiamenti climatici.

Il lago risente molto dell’innalzamento dei livelli del mare e costringe gli abitati a costruire case di legno galleggianti. Realizzate con materiali poco resistenti, queste case si consumano e si deteriorano velocemente, mettendo a rischio la vita degli abitanti stessi. Per fronteggiare questa emergenza, l’architetto iraniano Sajjad Navidi ho progettato il Villaggio Puffer, un sistema di case intelligenti capaci di adattarsi all’innalzamento del livello del mare.
Il progetto fa parte di un concorso del 2021 lanciato dalla Fondation Jacques Rougerie ed è stato incluso nella top 10 nella categoria “Innovazione legata all’innalzamento del livello del mare”.

Le case galleggianti ispirate al Pufferfish

L’architetto Navidi ha preso spunto dalle tecniche di difesa del pesce palla, capace di gonfiasi e sgonfiarsi per spaventare o sfuggire ai predatori. Ispirandosi a questo sistema di protezione, l’architetto immagina un sistema galleggiante di case in grado di modificare la propria forma in base alle condizioni meteorologiche.

Le case galleggianti ispirate al Pufferfish con guscio che si apre e si chiude
Dal punto di vista del design, le piccole case sono dotate di due sensori: uno che risponde al livello dell’acqua e uno che rileva le onde. Nei giorni piovosi e di alta marea, il primo sensore attiva una ventola sotto la casa che crea una “camera d’aria”, la riempie d’aria, e permette alla casa di salire in superficie. Al contrario, in condizioni tempestose, il secondo sensore attiva i pori alla base della sottostruttura, consente all’acqua di entrare e riempire la base, aumentando peso e robustezza per evitare danni o la deriva delle case stesse. Quando le condizioni meteo ritornano alla normalità, la base e il tetto si richiudono e il sistema torna ad assomigliare alle tipiche case locali, con tetti piani.

Energia pulita e impianti di acquaponica per essere autosufficienti

La resilienza del Villaggio Puffer è rafforzata dalle tecnologie sostenibili che riesce ad implementare. Ogni singola casa, nella parte bassa, è dotata di un sistema capace di generare energia dal moto ondoso.

Le case galleggianti ispirate al Pufferfish con guscio che si apre e si chiude

Allo stesso modo, la parte superiore delle case è dotata di pannelli fotovoltaici flessibili che producono energia dalla radiazione solare. Inoltre, per contribuire all’economia rurale, le recinzioni di legno presenti attorno ad ogni casa ospitano un sistema di coltivazione acquaponica, così da permettere ali abitanti del villaggio, di coltivare i loro prodotti agricoli.

Img by profilo instagram dell’architetto sajjad navidi 

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