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A cura di: Giorgio Pirani Nel corso del 2023, gli investimenti globali nell’evoluzione verso un’economia a basse emissioni di CO2 hanno registrato un incremento del 17%, raggiungendo un record storico di 1,77 trilioni di dollari. Questo dato emerge dal più recente rapporto “Energy Transition Investment Trends 2024” della società di ricerca statunitense BloombergNEF (BNEF). Nonostante tale cifra risulti ancora insufficiente per soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione, essa testimonia la robustezza della transizione energetica persino in un contesto caratterizzato da considerevoli turbolenze geopolitiche, tassi di interesse elevati e un’alta inflazione. I settori trainanti: mobilità in testa, bene anche i trasporti Il rapporto ha evidenziato che il settore della mobilità elettrica ha assunto una posizione preminente nelle spese legate alla transizione energetica, registrando una crescita del 36% nell’anno precedente, raggiungendo i 634 miliardi di dollari. Questa cifra include investimenti relativi a veicoli elettrici, come auto, autobus, veicoli a due e tre ruote e veicoli commerciali, nonché le infrastrutture associate. I trasporti elettrificati hanno superato il settore delle energie rinnovabili, che ha segnato un aumento dell’8%, raggiungendo i 623 miliardi di dollari. Questa categoria comprende investimenti per la costruzione di impianti di produzione di energia rinnovabile, come centrali eoliche, fotovoltaiche, geotermiche, e impianti di produzione di biocarburanti, tra le altre fonti. Le spese per le reti elettriche sono emerse come la terza voce più significativa, totalizzando 310 miliardi di dollari. Si tratta di un’infrastruttura cruciale per la transizione energetica, e gli analisti di BNEF suggeriscono che gli investimenti in questo settore dovranno aumentare nei prossimi anni. Il rapporto ha anche riscontrato una notevole crescita in settori emergenti, tra cui l’idrogeno, con investimenti triplicati rispetto all’anno precedente, la cattura e lo stoccaggio della CO2, con un quasi raddoppio degli investimenti, e lo stoccaggio dell’energia, dove la spesa capitale è cresciuta del 76%. Come stanno le catene di fornitura Gli investimenti nella filiera globale dell’energia pulita, che comprende la creazione di fabbriche per attrezzature e la produzione di metalli per batterie, hanno raggiunto un nuovo record di 135 miliardi di dollari nel 2023, segnando un notevole aumento rispetto ai 46 miliardi di dollari del 2020. Secondo le previsioni di BloombergNEF (BNEF), tali investimenti dovrebbero continuare a crescere nei prossimi due anni, con una proiezione di spesa capitale che raggiungerà i 259 miliardi di dollari entro il 2025, basata sui piani di investimento annunciati fino a questo momento. Durante i prossimi due anni, il settore eolico sarà l’unico a dover incrementare gli investimenti lungo la catena di approvvigionamento per allinearsi alla traiettoria di neutralità climatica, mentre gli altri settori stanno investendo a un ritmo ritenuto sufficiente, secondo le analisi di BNEF. I paesi più virtuosi: Cina al primo posto, lontana l’Italia ma nei primi 10 Nel corso del 2023, la Cina ha mantenuto la sua posizione di leader negli investimenti assoluti nell’energia pulita, destinando complessivamente 676 miliardi di dollari, corrispondenti al 38% del totale. Tuttavia, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno superato la Cina combinata, con un investimento complessivo di 718 miliardi di dollari. Tale risultato rappresenta un cambiamento rispetto al 2022, quando questa collaborazione di Paesi non era riuscita a superare gli investimenti cinesi. Completano il podio Stati Uniti e Germania, con 303 miliardi e 95,4. Nella top 10 figura anche l’Italia, con un investimento di 29,7 miliardi di dollari destinati all’energia pulita. Buoni risultati, ma le prospettive sono ancora largamente insufficienti Nonostante un livello sostanzialmente positivo di investimenti in quasi tutti i settori della produzione e dell’estrazione, il livello attuale complessivo di spesa capitale nelle tecnologie energetiche pulite si rivela insufficiente per guidare il mondo verso una situazione di zero netto di emissioni entro la metà del secolo. Il rapporto sottolinea che gli investimenti necessari per la transizione energetica dovrebbero quasi triplicare, mantenendosi a una media di 4,8 trilioni di dollari all’anno dal 2024 al 2030, al fine di conformarsi allo Scenario Net Zero dell’Accordo di Parigi. Albert Cheung, Vice Direttore Generale di BloombergNEF (BNEF), ha commentato: “Il nostro rapporto mostra quanto velocemente stiano crescendo le opportunità fornite dall’energia pulita, ma quanto siamo ancora lontani dalla buona strada”. Sebbene la spesa per gli investimenti nella transizione energetica sia cresciuta del 17% l’anno scorso, è necessario un aumento di oltre il 170% per raggiungere l’obiettivo dello zero netto nei prossimi anni. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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