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Il sito di intervento del Parco Portella del Cerriolo a Custonaci prima dei lavori Indice degli argomenti Toggle Interventi mirati antidesertificazioneBenefici ecologici grazie all’inerbimento La lotta alla desertificazione trova nell’ambiente e nella biodiversità floristica e vegetazionale le proprie risorse ad alta efficacia. Lo dimostra l’esperienza di Custonaci, comune siciliano in provincia di Trapani, dove dal 2014 è stato messo in campo un progetto che sfrutta in modo efficace ed efficiente le risorse offerte dal territorio. A cominciare dall’impiego di compost da posidonia oceanica, pianta marina endemica del Mediterraneo, per gli interventi di recupero ambientale. Un progetto che ha anche ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale ed è stato menzionato dalla Corte dei Conti europea come buona pratica e modello positivo dei fondi spesi. Interventi mirati antidesertificazione L’obiettivo dell’intervento comprende opere mirate di riduzione del rischio desertificazione, miglioramento del paesaggio vegetale in coerenza con l’ambiente circostante e le valenze storiche dell’area, aumento della copertura vegetale e del grado di biodiversità, oltre alla diminuzione della perdita di suolo. Veduta del parco dopo i lavori di recupero ambientale Nell’ambito del progetto, nel sito del Parco Portella del Cerriolo a Custonaci sono state effettuate opere di stabilizzazione delle scarpate, aumento delle coperture vegetali, miglioramento della regimazione delle acque, realizzazione di terrazzamenti mediante gradonate e cordonate vive, e la messa a dimora di arbusti autoctoni. “I terrazzamenti – spiega Gianluigi Pirrera – Ingegnere Naturalista e Vice Presidente Nazionale AIPIN (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica) – hanno ridotto le pendenze dei versanti e di conseguenza la velocità dei deflussi superficiali, riducendone l’azione erosiva. Inoltre in corrispondenza dei solchi di erosione presenti sono state poste delle fascine con ramaglie alla rinfusa, volte a trattenere i sedimenti erosi. Tali interventi sono stati caratterizzati per la prima volta dall’impiego sperimentale di compost di posidonia oceanica, proveniente dalla vicina spiaggia di Cornino, stoccata localmente e dilavata naturalmente per azione delle piogge”. Sito di stoccaggio della posidonia oceanica spiaggiata Alla posidonia, è stato aggiunto del cippato di sfalci di potatura provenienti dalla manutenzione del verde del Parco del Cerriolo, in piccola parte anche potature urbane di agrumi, e additivati i semi provenienti dalla raccolta del germoplasma locale. “E’ stato così prodotto un tecnosuolo in cui le terre di scavo rappresentavano lo scheletro, mentre la sostanza organica stabilizzata rappresentava la frazione utile per la vegetazione. I risultati ottenuti indicano una completa rivegetazione dell’area e un contenimento del rischio desertificazione”. Benefici ecologici grazie all’inerbimento L’efficacia degli interventi di inverdimento realizzati “ha generato benefici dal punto di vista ecologico. L’utilizzo di specie autoctone ha consentito l’innescarsi di fenomeni di evoluzione vegetazionale verso comunità spontanee”, continua Pirrera. Dettaglio delle murature ciclopiche per la riduzione delle pendenze La tecnica agronomica dell’idrosemina, utilizzata correntemente per gli interventi di inerbimento e ripristino ambientale di siti e terreni aridi o caratterizzati da forte pendenza, “ha giocato un ruolo fondamentale nell’aumento della fertilità del suolo, che ha favorito la propagazione sia delle specie originariamente presenti nell’area, sia di specie invasive. Da un punto di vista globale le opere di ingegneria naturalistica hanno avuto un’ottima riuscita soprattutto per la riduzione delle pendenze con le murature ciclopiche e per una riattivazione floristica soprattutto a partire dalle fascine e dai biorulli organici e per diffusione del germoplasma raccolto attraverso semina e trapianti di cespi di graminacee”. Guardando a un futuro di profondi cambiamenti climatici che si fa sempre più presente. “E’ stato anche approfondito uno studio incentrato sull’identificazione di possibili modi per utilizzare la posidonia spiaggiata in interventi di ingegneria naturalistica, al fine della riqualificazione ambientale di un’area, come quella di Custonaci, ad alto rischio desertificazione”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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