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L’energia geotermica diventa un ingrediente fondamentale per la birra prodotta da “Vapori di Birra”, rendendo la produzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il legame tra il birrificio sostenibile, collocato nel cuore del distretto geotermico toscano, e il calore geotermico inizia nel 2013, quando il proprietario Edo Volpi decide di coniugare la passione per la birra e per il suo territorio alla sostenibilità, generando un prodotto artigianale, di alta qualità e con un impatto ambientale ridotto al minimo. Come ha dichiarato Volpi “Il nostro obiettivo è fare prodotti di eccellenza, ma quello che è veramente importante per noi è raccontare il territorio. Il nostro prodotto, infatti, nasce con alle spalle la storia della geotermia, presente in Toscana da oltre duecento anni”. Ecco che tradizione e amore per il territorio divengono un tutt’uno portando in alto la qualità della produzione made in Italy; una produzione sostenibile che funziona grazie al vapore proveniente dalla terra che viene trasformato in acqua, usata nei vari passaggi del processo. “Vapori di Birra” è il primo birrificio italiano che opera sfruttando il calore proveniente dalla Terra; non è un caso che questa attività sia nata in Toscana, una terra legata da una storia secolare alla geotermia.In particolare Sasso Pisano è un’area caratterizzata dalla presenza di soffioni boraciferi, emissioni di vapore ad alta pressione e temperatura che sgorgano da spaccature del terreno o da perforazioni artificiali. Come ha affermato Volpi: “Proprio grazie alla peculiarità del territorio, è nata la volontà di usare questa risorsa per dar vita a un progetto che unisse la nostra passione per la birra, la nutraceutica e la filiera corta a quella per la sostenibilità, creando un prodotto di qualità che non impattasse sull’ambiente”. Grazie all’adozione del vapore geotermico per la produzione della birra non si riscontrano solamente vantaggi per l’ambiente, ma si registrano anche consistenti risparmi in termini economici; tant’è vero che il birrificio ha potuto godere di una riduzione dei costi del 25% rispetto a quando utilizzava energia tradizionale. Questo risparmio non viene monetizzato dall’azienda, ma reinvestito nel processo di produzione e nelle materie prime con lo scopo di alzare la qualità del prodotto pur mantenendo un prezzo ampiamente accessibile. La centrale geotermica di Sasso 2 La centrale geotermica di Sasso 2 di Enel Green Power, risalente al 1959, vanta una dotazione di 20 MW di potenza, raggiunta dopo le operazioni di ristrutturazione del 2009.Si tratta di uno stabilimento funzionante per mezzo di un sistema di condotte condiviso con il teleriscaldamento; queste condotte portano vapore a circa 230° al birrificio, dove viene trasformato in acqua riscaldata a 136° e impiegato in tutte le fasi della produzione della birra che necessitano di calore. Ne risulta una produzione totalmente pulita e a impatto ambientale quasi nullo grazie all’assoluta assenza di emissioni di C02 nell’aria. Le fasi di produzione della birra che sfrutta il geotermico La produzione della birra ha inizio con l’ammostatura, fase durante la quale all’acqua riscaldata a 78° vengono aggiunti i malti macinati. Segue la filtrazione del prodotto che viene poi reimmesso nell’ammostatore per incontrare il calore geotermico che porta l’acqua fino all’ebollizione. La birra come la conosciamo inizia a prendere forma nella fase di fermentazione, dopo la quale si procede con i lavaggi effettuati mediante acqua riscaldata con la geotermia. Affinché la birra mantenga inalterate le proprietà organolettiche, nutrizionali e di gusto, il vapore geotermico non entra mai in contatto diretto con essa. L’energia elettrica è usata esclusivamente per il trasferimento dei liquidi. Il processo si chiude con la restituzione del vapore esausto alla centrale geotermica, che si occupa di raffreddarlo ulteriormente e reinserirlo nel sottosuolo, garantendo l’equilibrio del terreno e la sostenibilità della fonte nel tempo. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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