Appalti servizi energetici, approvati i CAM EPC: come cambiano i requisiti ambientali minimi 04/09/2024
L’allarme delle associazioni ambientaliste: continuando in questo modo l’Accordo di Parigi è in pericolo Se i paesi del G20 vogliono rispettare gli accordi per il clima definiti in occasione della Cop21 di Parigi per contrastare il surriscaldamento e contenere entro i 2°C, ma possibilmente entro 1,5°, l’aumento della temperatura globale, è ora di cambiare registro e tagliare i sussidi alle fonti fossili, sostenendo maggiormente le rinnovabili. In sintesi è questo l’invito lanciato dalle associazioni ambientaliste che hanno realizzato lo studio “Talk is cheap – Come i Governi del G20 stanno finanziando i disastri climatici” che denuncia che i Paesi continuano ad incentivare l’uso dei combustibili fossili, che ricevono quasi quattro volte più fondi pubblici (122,9 miliardi di dollari l’anno) rispetto a quelli dedicati alle energie rinnovabili. I paesi del G20 sono già in ritardo, studi dedicati mostrano infatti che anche semplicemente continuando ad utilizzare le attuali risorse di petrolio e gas, negli impianti già in esercizio, e considerando l’estrazione del carbone completamente esaurita, il Pianeta si riscalderà ben oltre gli 1,5°C consigliati. Le potenziali emissioni di CO2 dovute ai tutti i combustibili fossili legate agli impianti attivi ci porterebbero infatti ben oltre i 2°C. A guidare il triste primato il Giappone che ad oggi è il primo finanziatore per i combustibili fossili – petrolio, gas e carbone – con 16,5 miliardi di dollari l’anno stanziati tra il 2013 e il 2015 rispetto a 2,7 miliardi di dollari l’anno a sostegno dell’energia pulita. Legambiente, che ha partecipato alla realizzazione del Rapporto per la parte italiana, segnala che tra il 2013 e il 2015 il Bel Paese ha riservato 2,1 miliardi di dollari medi annui ai combustibili fossili attraverso SACE (Servizi assicurativi e finanziari per export e internazionalizzazione) e CDP2 (Cassa depositi e prestiti), contro i 123 milioni di dollari l’anno destinati alle energie rinnovabili. L’Italia è all’ottavo posto nella classifica per finanziamenti pubblici a sostengo dei combustibili fossili e insieme alla Germania è tra i paesi in cui è più marcata la difformità tra lotta ai cambiamenti climatici e corrispettivi finanziamenti pubblici. Il G20 di Amburgo in programma nei prossimi giorni deve essere, secondo Legambiente, un’occasione in cui tutti i paesi coinvolti riescano a definire con la massima trasparenza le azioni concrete per il clima, mettendo in campo interventi precisi tra cui l’eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili, spostando le risorse vero le rinnovabili e l’efficienza energetica. Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente per quanto riguarda il nostro paese chiede che nella SEN venga inserita anche la cancellazione di tutti i sussidi alle fonti fossili e si rilanci sempre di più, con strumenti concreti e puntuali, il settore delle energie rinnovabili. “È inoltre importante promuovere l’efficienza energetica e replicare su tutto il territorio nazionale quelle buone pratiche promosse da comuni e aziende virtuose, che in questi anni hanno deciso di investire su modelli energetici sostenibili e innovativi consentendo alle famiglie di risparmiare anche in bolletta”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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